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Tutto il nostro lavoro in Cina

La crudele industria della carne e della pelliccia di cane e gatto


Il lavoro di Animal Equality in Cina comincia nel 2012, quando per la prima volta il team investigativo entra in contatto con gli attivisti locali per fare luce sull’industria e sul commercio della carne e della pelliccia di cane e di gatto.

Cina, Corea del Sud, Indonesia e Vietnam sono solo alcune delle nazioni che permettono ancora il commercio e il consumo di carne di cane e gatto.

Sebbene la maggior parte delle persone in Cina abbiano dichiarato di non mangiare la carne di questi animali, si stima che più di 10 milioni di cani e circa 4 milioni di gatti vengano uccisi per il consumo umano, ogni anno.

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La si può trovare facilmente in vendita per strada, tra le bancarelle, ma anche nei ristoranti. Per le persone che ne consumano, non c’è differenza tra la coscia di un cane o una bistecca di un altro animale: cani e gatti sono anche cibo, oltre che animali da compagnia.

Il costo della carne di cane si aggira attorno ai 3-4 euro ogni 500 gr, un prezzo mediamente più alto rispetto alla carne di altri animali, mentre quella di gatto è meno costosa.

I nostri coraggiosi investigatori hanno svolto un’ampia indagine a partire dai mercati di animali vivi – i wet market – dove cani e gatti vengono venduti al miglior offerente e vengono macellati direttamente sul posto, passando per gli allevamenti illegali, dove migliaia di cani spesso rapiti alle famiglie vengono reclusi per giorni in condizioni pietose, senza acqua né cibo, fino al macello, dove questi animali così sensibili vengono uccisi gli uni di fronte agli altri in modo brutale.

* Da qualche settimana, alcuni nostri video sono considerati ‘contenuto sensibile’ da YouTube, che li ha oscurati su tutte le nostre pagine. Clicca sul riquadro e accedi a YouTube (devi essere maggiorenne) per poter vedere il video della nostra prima investigazione svolta in Cina.

Tra il mercato ‘I Tre Uccelli’, allevamenti e mattatoi di cani


A questa prima, forte inchiesta ne è seguita una seconda, condotta tra i banchi del mercato dei ‘Tre Uccelli’ di Dali-Nanhai, nella regione del Guangdong, e in due allevamenti e un macello di cani.

La prima tappa degli investigatori è stato il mercato di Dong Hua, nel centro di Pechino.

Le autorità di Pechino avevano esortato i ristoranti della città a non vendere carne di cane e gatto già durante i Giochi Olimpici del 2008 e, dopo lo svolgimento della manifestazione, il consumo di queste carni è diminuito drasticamente. 

Tuttavia, come si vede dalle immagini, alcune attività hanno continuato a servire questo tipo di carne.

Parte della carne di cane che viene venduta in questi luoghi proviene dai macelli nella provincia di Shandong. 

Grazie all’aiuto di un interprete, gli investigatori hanno parlato con degli allevatori cinesi, conquistando la loro fiducia.

Si sono finti interessati ad acquistare ingenti quantità di carne di cane, e gli allevatori si sono dimostrati disponibili, aprendoci le porte del loro allevamento.

Molti cani nell’allevamento avevano ancora il collare addosso, segno che fino a poco tempo prima erano amati da una famiglia e prova di come sia pratica comune che i malviventi li rubino ai legittimi proprietari.

I nostri investigatori hanno anche visto cuccioli di poche settimane stipati in piccolissime gabbie, in attesa di essere venduti a un altro allevamento specializzato nell’“ingrasso” di questi animali.

Quando questi cuccioli avranno raggiunto il giusto peso necessario saranno uccisi nell’allevamento stesso, con un coltello e senza nessuna forma di stordimento, oppure saranno trasportati verso il macello più vicino.

Gli investigatori hanno rischiato la vita per raccogliere queste immagini, ma ne è valsa la pena, perché abbiamo raggiunto un risultato del tutto inaspettato…

Prima vittoria: chiusi un macello e 33 rivenditori di carne di cane e gatto!


Ad ottobre 2013 arriva la notizia di una grande vittoria che ricorderemo per sempre.

Infatti, trentatré rivenditori di carne di cane e gatto all’interno del mercato “I Tre uccelli” di Dali e un macello di cani sono stati chiusi dalle autorità cinesi a seguito dell’investigazione svolta da Animal Equality in collaborazione con gli attivisti cinesi del Centro Volontari di Guangzhou.

Le immagini ottenute dagli investigatori sono state utilizzate per denunciare alle autorità il commercio illegale, la violazione delle norme di biosicurezza  e la mancanza dei vaccini e dei certificati di origine dei cani – dato che la maggior parte di questi animali provengono dalla strada o vengono rubati dai trafficanti alle loro famiglie. 

Durante il raid, la polizia ha sequestrato più di 600 tra cani e gatti che versavano in condizioni pessime, che sono stati immediatamente messi in sicurezza.

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Le autorità di Nanhai hanno inoltre chiuso un macello situato vicino al mercato che veniva utilizzato dai commercianti per rifornire i ristoranti locali. Durante l’intervento della polizia sono stati trovati più di cento cani in gabbia, molti di loro feriti e disidratati, altri, purtroppo, già morti.

In Italia, i filmati della chiusura dei rivenditori di cani e gatti e del macello sono stati trasmessi al TG1 in esclusiva per ben due volte, arrivando nelle case di milioni di italiani:

Cani e gatti scuoiati per diventare borse, giocattoli e indumenti


Ad ottobre del 2013, gli investigatori di Animal Equality si sono infiltrati in altri due macelli nella regione di Shandong, documentando l’uccisione e la scuoiatura dei cani, per i quali la morte arriva solo dopo una lunga e straziante agonia.

I cani e i gatti vengono storditi con violenti colpi alla testa, dopodiché gli viene recisa la gola… molti riprendono coscienza soltanto per morire dissanguati, agonizzando per lunghi minuti.

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Oltre al mercato della carne di cane e di gatto, in Cina è fiorente anche quello delle loro pellicce, che vengono utilizzate per produrre borse, abbigliamento e perfino giocattoli.

In un mercato di Guangzhou, nella provincia di Canton, i negozianti vendevano per pochi yen dei tappeti realizzati con la pelliccia di cane e gatto. In un negozio di Pechino, i nostri investigatori hanno trovato abbigliamento per bambini e giocattoli a forma di cane e gatto… realizzati con le loro pellicce.

Questi prodotti, spesso volutamente etichettati con altre diciture come ‘pelliccia di coniglio’, passano senza problemi le frontiere e vengono commercializzati nei negozi di tutto il mondo.

Il commercio della carne di cani e gatti nel 2020: le nuove immagini


In risposta alla diffusione del COVID-19 e alle polemiche sui wet market, il Governo cinese ha tolto i cani dalla lista degli animali considerati ‘da reddito’, ma non ha mai esplicitamente vietato il commercio e il consumo di carne di cane e di gatto.

Per questo motivo, dopo le ambigue dichiarazioni del Governo cinese, nella primavera di quest’anno i nostri investigatori hanno raccolto nuove immagini e filmati che testimoniano come il commercio di questi animali non sia mai cessato in Cina.