LA NOSTRA DIRETTA SUI MACELLI: NON ESISTE CARNE SENZA SOFFERENZA


Ogni anno, milioni di animali vengono tragicamente uccisi per la loro carne. Ma cosa accade davvero all’interno dei macelli e perché è necessario introdurre maggiori controlli per fermare le crudeltà che gli animali subiscono in questi luoghi? 

Di quello che accade dietro le porte chiuse dei macelli si sa ben poco e le aziende del Made in Italy non ci tengono a raccontarlo. Maltrattati, picchiati brutalmente, uccisi senza pietà: gli animali subiscono violenze di ogni tipo prima e durante la macellazione. Per capire meglio a quale tragico destino vanno incontro gli animali in questi luoghi e perché è necessario proteggerli di più, abbiamo parlato con Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality International, e Enrico Moriconi, medico veterinario ed ex Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte. 

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COSA SUCCEDE DAVVERO NEI MACELLI

I macelli sono luoghi impenetrabili, volutamente celati al pubblico. Matteo Cupi, impegnato da oltre 10 anni a denunciare gli orrori dello sfruttamento degli animali a scopo alimentare, nel corso delle investigazioni a cui ha preso parte ha però potuto osservare direttamente ciò che accade al loro interno. Nel raccontare la propria esperienza diretta di investigatore, Matteo ha descritto così la tragedia che si consuma ogni giorno in questi stabilimenti:

Rassegnazione, grida di animali, violenza psicologica e fisica è ciò a cui ho assistito ogni volta che sono entrato in un macello. In questi luoghi c’è fretta di macellare: più rapidamente gli animali vengono uccisi, meglio è per l’azienda, ma spesso gli operatori non sono davvero preparati a quello che stanno facendo provocando estrema sofferenza agli animali.

Fin dal loro ingresso all’interno del macello, gli animali avvertono ciò che sta avvenendo ai propri simili vittime della macellazione, ma la sofferenza aumenta man mano che il tempo passa. Mentre sono in attesa di essere macellati, infatti, gli animali assistono all’omicidio del compagno che sarà ucciso prima di loro vivendo una condizione di stress e paura insopportabili.

Nei macelli gli animali soffrono a partire dall’olfatto non appena entrano nello stabilimento: quando percepiscono gli ormoni liberati nell’aria dagli animali che stanno subendo la macellazione insieme all’odore del sangue, sono immediatamente terrorizzati. 

Enrico Moriconi, medico veterinario ed ex Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte

Le sofferenze che continueranno a subire una volta avviati verso la macellazione possono poi solo peggiorare. Come abbiamo raccontato attraverso le nostre inchieste, maiali, mucche, polli e pesci, dopo essere stati sfruttati e maltrattati negli allevamenti sono destinati spesso a subire abusi anche prima di essere uccisi. Questo avviene anche in quelle aziende che vantano di essere “Eccellenze del Made in Italy”, come nel caso dell’azienda Zema Srl in Lombardia, dove ogni settimana vengono uccisi fino a 3 mila animali, per un totale di oltre 150 mila maiali all’anno. 

GUARDA LA NOSTRA INCHIESTA NEL MACELLO DI CREMONA: 

PERCHÉ NON ESISTONO MACELLI “BUONI” 

Al contrario di come molti possono pensare, non esistono macelli virtuosi e macelli che non lo sono. Ciò che accade agli animali in questi luoghi non cambia. Come ricorda anche Matteo Cupi:

Nessun macello è meglio di un altro: quando un individuo è imprigionato e macellato per diventare un bene di consumo non possiamo pensare che non soffra. Anche le piccole aziende agricole prevedono lo stesso iter dei macelli industriali e le peggiori infrazioni a cui ho assistito le ho viste lì. 

Purtroppo però i controlli nei macelli sono scarsi e le multe previste per chi maltratta gli animali sono ancora troppo blande. Le sanzioni per chi viola le prescrizioni sulle misure di macellazione, infatti, sono solo amministrative e le multe arrivano a un massimo di 6 mila euro.

In Italia, inoltre, esistono delle pratiche ancora legali o comunque tollerate che provocano estrema sofferenza agli animali all’interno dei macelli, come la macellazione senza stordimento. Infatti, anche se nell’Unione Europea la legge richiede che gli animali siano storditi prima della macellazione, sono tuttavia previste delle deroghe che permettono di macellarli mentre sono ancora pienamente coscienti, come nel caso della macellazione rituale.

Come ha spiegato il dottor Moriconi, che ha più volte collaborato con Animal Equality per denunciare le sofferenze degli animali in allevamenti e macelli, questa pratica ha la terribile conseguenza di amplificare il dolore provato dall’animale e di prolungarne l’agonia anche per molto tempo durante la macellazione. D’altra parte, ha dichiarato il veterinario, anche lo stordimento non è privo di conseguenze drammatiche: “Se per la fretta lo stordimento non viene svolto in modo corretto, l’animale arriva nella fase del taglio in una situazione in cui sente ancora dolore”.

BASTA CRUDELTÀ NEI MACELLI

Come Animal Equality dal 2017 abbiamo lanciato in Italia una campagna che ha raccolto oltre 400 mila firme chiedendo cambiamenti radicali ma attuabili e necessari per porre fine alle violenze che avvengono nei macelli. 

La buona volontà dei singoli veterinari, infatti, non basta a tutelare gli animali all’interno di questi luoghi. Secondo il dottor Moriconi, il fatto che i veterinari siano dipendenti dei macelli in cui lavorano purtroppo fa sì che la loro autonomia spesso venga ostacolata. “Anche per questo – ha detto Moriconi – mettere delle telecamere nei macelli per vedere cosa succede agli animali sarebbe molto importante”.

Dal 2013, il team investigativo di Animal Equality svolge inchieste sotto copertura nei macelli italiani per mostrare cosa accade davvero dietro alle porte di questi luoghi. Ma è ora che anche il Governo faccia la propria parte per gli animali usati a scopo alimentare con l’obbligo di stordimento degli animali con la cancellazione di tutte le deroghe. Noi non ci fermeremo finché tutti gli animali non saranno liberi dalle sofferenze, aiutaci supportando la nostra campagna.


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