Ecco perché non esiste una macellazione “etica”
Mucche felici che pascolano in campi verdi, maiali che giocano nel fango e polli che razzolano liberamente sotto il sole. L’industria della carne proietta un’immagine della sua attività che è ben lontana dalla realtà degli allevamenti e dei macelli.
La verità infatti è che gli animali sfruttati dall’industria alimentare soffrono moltissimo per tutta la loro vita, mentre vengono allevati, trasportati nei macelli e infine uccisi per la loro carne.
Proprio a causa delle pubblicità fuorvianti ci sono molte persone che non conoscono l’aspetto crudele che si nasconde dietro carne ed altri derivati e non solo per quanto riguarda l’allevamento, ma anche la macellazione. La volontà di nascondere gli aspetti più crudeli da parte dell’industria infatti ha portato i consumatori a non conoscere e spesso non voler vedere le sofferenze strazianti a cui sono sottoposti gli animali anche negli ultimi atti di vita.
Guarda la nostra prima inchiesta in un macello di agnelli in Italia
In Italia esiste una legge a tutela degli animali che sancisce l’obbligo di stordimento degli animali nei macelli, ovvero l’obbligo di indurre con strumenti preposti la perdita di coscienza e di sensibilità degli animali.
Lo stordimento dovrebbe quindi prevenire la sofferenza degli animali nel momento dell’uccisione: l’inserimento dell’obbligo è stato un traguardo poiché si tratta di una misura che – se applicata correttamente – potrebbe evitare agli animali inutili ulteriori sofferenze, ma ci sono diversi aspetti da considerare prima di poter affermare che per questo gli animali non soffrano e che viene davvero rispettato il benessere animale previsto dalle norme.
Violazioni delle leggi e maltrattamenti: la verità dentro i macelli
All’interno del macello, gli animali sono costretti in recinti, dopo aver affrontato un lungo viaggio a bordo di camion spesso sovraffollati, senza cibo né acqua. Mentre aspettano nei recinti sentono le urla dei loro compagni che vengono macellati. Tremano mentre aspettano il loro turno e cercano una via di fuga. E quando è il momento, si ribellano, si oppongono, cercano una via di fuga e di scappare. La loro sofferenza è già iniziata, ma questo è solo l’inizio.
Nelle numerose inchieste che abbiamo condotto nel corso degli ultimi 10 anni nei macelli italiani abbiamo purtroppo sempre riscontrato come la negligenza degli operatori, la velocità che impone la catena di montaggio, il pressapochismo e le violenze deliberate portino a frequenti violazioni delle norme relative allo stordimento: questo significa che gli animali arrivano alla fase successiva, ovvero lo sgozzamento, ancora completamente coscienti e vengono uccisi mentre sono ancora in grado di provare una terribile agonia.
Queste violazioni dell’obbligo di stordimento non sono un’eccezione, ma la regola nei macelli, e provocano agli animali ulteriori inutili sofferenze, oltre alla condanna a morte.
E se questa sofferenza dovuta alla mancanza di stordimento non fosse sufficiente spesso, nelle nostre inchieste, abbiamo documentato operatori maltrattare intenzionalmente gli animali negli ultimi momenti della loro vita.
Guarda i maltrattamenti che abbiamo documentato in questo macello in Italia
Proprio in questa inchiesta abbiamo documentato una scena agghiacciante: un giovane maialino è stato ripetutamente colpito da un operatore e ha iniziato ad avere spasmi a terra. L’operaio lo ha poi preso per una gamba e lo ha scaraventato contro un muro di cemento. Il corpo del maialino è stato gettato via. Tutto questo è avvenuto davanti a uno dei proprietari del macello.
Ovviamente come Animal Equality abbiamo subito denunciato queste violazioni, ma purtroppo le autorità pubbliche e i veterinari privati che dovrebbero monitorare ciò che avviene dietro le porte di questi luoghi spesso non intervengono.
“Il sacrificio degli animali è una necessità che affronta il tema del bene dell’uomo in primo luogo”.
Giuseppe Pulina, professore ordinario di zootecnia dell’Università di Sassari e presidente di Carni sostenibili
Abbiamo scelto questa dichiarazione di un professore che collabora con uno dei siti più famosi di “humane washing” portato avanti dall’industria della carne, per cui la macellazione è considerata “essenziale” per garantire il bene dell’uomo, un’affermazione non solo opinabile ma che di certo si dimentica completamente del bene degli animali.
Quello che abbiamo documentato nel corso degli anni dimostra chiaramente che non possono esistere macelli “giusti” o che “rispettano” gli animali, la cosa più “etica” che possiamo fare per questi animali è tenerli lontani dai nostri piatti. Quando scegliamo opzioni a base vegetale, scegliamo di tenere questa sofferenza fuori dai nostri piatti.
Ma non basta: quello che accade nei macelli è stato fin troppo tempo celato agli occhi dei consumatori, che ancora sono convinti che sia possibile togliere la vita a questi animali in modo indolore.
Per questo a partire da dicembre 2017 abbiamo lanciato una petizione rivolta al Ministero della Salute e al Ministero dell’Agricoltura per chiedere che vengano introdotte norme più severe volte a regolare questi luoghi spesso poco controllati.
L’atteggiamento criminoso all’interno dei macelli, infatti, è incentivato sia dall’assenza di controlli severi, sia dalla mancanza di conseguenze penali concrete per chi infrange la legge. Al momento esistono solo sanzioni amministrative per chi viola le prescrizioni sulle procedure di macellazione, che nei casi più gravi prevedono la pena pecuniaria del tutto irrisoria di 6.000 euro.
Sono quasi 400.000 le persone che si sono unite ad Animal Equality per chiedere alle istituzioni un impegno concreto che dia una svolta alla situazione e che finalmente prevenga e punisca gli abusi che vengono quotidianamente compiuti sugli animali all’interno dei macelli italiani.
Attraverso questa petizione chiediamo al Ministro dell’Agricoltura e al Ministro della Salute che vengano introdotte norme che puniscano espressamente il maltrattamento degli animali durante le fasi di stordimento e abbattimento. Nello specifico chiediamo che:
- Venga annullata gradualmente, ma in via definitiva, qualunque deroga riguardante la procedura di stordimento, comprese quelle ad oggi concesse per le macellazioni religiose. La macellazione senza stordimento è infatti in alcuni casi specifici ancora oggi permessa, ma risulta evidente come i macelli a cui è concessa tale deroga tendano ad abusarne in modo sconsiderato, causando agli animali inutili e protratte sofferenze.
- Venga rinforzato il sistema di controlli atti ad identificare e denunciare alle autorità competenti qualunque forma di maltrattamento sugli animali; anche in questo caso, infatti è probabile che gli atteggiamenti criminali e i maltrattamenti siano incentivati dalla mancanza di conseguenze penali concrete per chi viola le prescrizioni.
Questi cambiamenti non renderanno la macellazione più “etica”, ma sono dei primi passi necessari da compiere per prevenire gli sconcertanti abusi che accadono ogni giorno all’interno dei macelli in Italia. Si tratta di misure urgenti e necessarie che ridurranno le sofferenze di milioni di animali ogni anno, firma ora la petizione.