Il macello Zerbini e Ragazzi dichiara: “Il nostro lavoro è in regola”. Ecco perché non è vero
Dopo il rilascio della nostra inchiesta sul macello equino di Correggio, Andrea Zerbini, co-titolare dell’azienda investigata, è intervenuto in un articolo pubblicato su Il Resto del Carlino negando le accuse.
Nonostante centinaia di ore di filmati mostrino il contrario, Zerbini ha dichiarato: «Nel video diffuso non c’è nulla nel nostro comportamento che ecceda il regolamento comunitario in materia di macellazione di solipedi domestici».
Per chiarire alcuni aspetti cruciali della vicenda, abbiamo quindi deciso di rispondere punto per punto alle affermazioni del proprietario del macello.

I maltrattamenti iniziano nelle stalle
Nell’articolo, Zerbini afferma che le stalle in cui i cavalli sono trattenuti prima della macellazione vengono pulite regolarmente e rassettate ogni mattina. Per Zerbini l’abbondanza di escrementi in cui i cavalli sono abbandonati per giorni è dovuta all’accumulo notturno.
Tuttavia, la quantità di feci che abbiamo documentato con alcune immagini eccede quello che sarebbe legittimo aspettarsi. È il caso, per esempio, delle condizioni osservate in data 27 gennaio 2025: nei filmati raccolti si possono osservare grandi quantità di feci, urina, e sciami di insetti. Il medico veterinario Enrico Moriconi, da noi consultato, ha definito le condizioni filmate di «estrema carenza igienica» e di fatto incompatibili con il benessere degli animali.

Questo non sorprende se consideriamo l’incuria nelle pulizie giornaliere: le nostre immagini in data 23 gennaio 2025 mostrano un operatore coprire delle feci con paglia fresca, anziché rimuovere le feci preesistenti.
Il macello afferma anche che i cavalli hanno a disposizione cibo e acqua 24 ore su 24. Se così fosse, fieno e acqua per buona prassi dovrebbero essere sempre presenti. Ma di notte sono stati documentati gli abbeveratoi lineari asciutti: una condizione non ottimale per gli animali, specie se prolungata nel tempo. Inoltre molti cavalli sono tenuti legati all’interno delle stalle, una condizione che impedisce un “sonno fisiologicamente corretto”.

Gli animali vengono picchiati, non aiutati a muoversi
I maltrattamenti che i cavalli subiscono vengono derubricati da Zerbini dicendo che il macello si avvale di «strumentazione regolare e idonea, salvaguardando in primis l’incolumità dei dipendenti» nella gestione di «cavalli difficili».
Eppure il nostro team investigativo ha documentato percosse ripetute anche a danno di cavalli che non mostravano alcun segno di reticenza o aggressività, anzi: il caos spesso era conseguenza dei maltrattamenti e non viceversa.

In alcuni casi i colpi erano del tutto gratuiti o per motivi futili, come un nitrito. Gli animali venivano anche colpiti nella parte frontale del corpo, un’azione incompatibile con la funzione attribuita agli strumenti utilizzati per lo spostamento dei cavalli.
Abbiamo notato anche che non venivano sempre usati i bastoni flessibili preposti: il 27 gennaio 2025 abbiamo documentato uno stallone colpito ripetutamente con un bastone di legno rigido. In quel caso si può parlare di una situazione di tensione, ma la stessa era causata dalla gestione degli operatori, che hanno permesso a due stalloni di venire a contatto.

Nel caso dei bovini, macellati in coda ai cavalli, ad aprile 2025 abbiamo persino documentato un operatore percuoterli con il terminale metallico di un raschiatore per il letame. Questa crudeltà era accompagnata da urla che spaventavano ulteriormente gli animali.
A dispetto di quanto affermato da Zerbini, colpire i gli animali con bastoni è considerato un “handling improprio” (ovvero una “gestione impropria”), anche secondo un paper scientifico a cui lo stesso macello Zerbini & Ragazzi ha contribuito.

Le lacune durante la macellazione violano le normative UE
Lo sappiamo: purtroppo nei macelli gli animali vengono uccisi, ma provocare loro ulteriore, intensa ed evitabile sofferenza durante la macellazione è inaccettabile. Nel macello di Correggio, abbiamo documentato dozzine di stordimenti inefficaci prima della macellazione che hanno reso necessario un secondo stordimento, con gravi ripercussioni sui cavalli.
A volte, infatti, gli operatori hanno impiegato decine di secondi prima di effettuare un nuovo stordimento. Altre volte invece gli stessi operatori non hanno notato i potenziali segni di coscienza degli animali e hanno avviato comunque le operazioni di dissanguamento.

A questa grave carenza, si aggiunge il fatto che spesso l’addetto allo stordimento ordinava all’operatore di tagliare un cavallo prima di averne controllato i segni di coscienza. Il 24 febbraio 2025 un cavallo è stato prima sgozzato e poi stordito di nuovo. In altri casi, i cavalli sono stati storditi una seconda volta quando erano già stati issati. Sgozzare o issare animali coscienti viola però l’Articolo 4 del Regolamento EC 1099/2009.
Questi molteplici errori nello stordimento non erano indipendenti dal modo di operare del macello: spesso due cavalli venivano storditi in coppia nel box dedicato a un solo animale, aumentando il rischio di errori a causa dell’agitazione provocata dallo stordimento del primo cavallo. In un caso un cavallo si è addirittura girato su se stesso, calpestando il compagno già a terra, ed è stato stordito in posizione opposta alla piattaforma.

Questi eventi terribili non sarebbero possibili attenendosi alle linee guida dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, secondo cui le dimensioni del box di stordimento devono essere adeguate a contenere i movimenti del cavallo e a impedire che si volti.
Le nostre immagini sono l’unica forma di denuncia possibile
Nell’articolo, Andrea Zerbini afferma:
Le persone che ci accusano si sono introdotte illegalmente di notte nel nostro stabilimento, violando domicilio e privacy, installando sempre illegalmente telecamere nei luoghi di lavoro.
Quello che abbiamo documentato è inaccettabile e ci porta a controbattere all’accusa di documentare queste violazioni in incognito. La nostra inchiesta dimostra che in questo macello molte norme non vengono fatte rispettare.
Il veterinario è presente durante le prime uccisioni, ma poi spesso si assenta e in generale assiste a meno della metà delle macellazioni.

Fintanto che le violazioni avvengono a dispetto dei presunti controlli, non esiste alternativa al lavoro delle organizzazioni per i diritti degli animali come la nostra che portano alla luce ciò che succede, e su cui le autorità preposte non agiscono.
E a proposito di legalità e rispetto delle leggi: sabato 13 dicembre, sono state proprio alcune persone uscite dal macello Zerbini & Ragazzi ad aggredire con violenza Paolo Bernini, ex parlamentare e attivista di Animal Equality, la deputata Stefania Ascari e il consigliere regionale Lorenzo Casadei mentre registravano dei video di denuncia a seguito della nostra inchiesta su suolo pubblico vicino al macello.

Bernini e gli altri sono stati minacciati, inseguiti, aggrediti e hanno subito tentativi di investimento. Una violenza che sembra sottolineare la volontà di mettere a tacere chi prova a dare voce agli animali e a cui rispondiamo chiedendo ancora una volta chiarezza e giustizia perché siano condannate tanto la violenza sugli animali quanto quelle sulle persone.

PARTECIPA ALLA PROSSIMA AZIONE
Non rimarremo in silenzio di fronte a chi prova a mettere a tacere la voce degli animali e di chi vuole difenderli.
Venerdì 19 dicembre dalle ore 11.30 alle ore 13.30 saremo in azione di fronte alla sede della Regione Emilia Romagna a Bologna.
Le collaborazioni internazionali di Zerbini & Ragazzi
Zerbini ritiene la propria realtà un’eccellenza e vanta esperienza nel settore, tra cui una collaborazione con la Commissione Europea per il benessere animale durante il trasporto. Tuttavia la Commissione europea non pubblica dal 2009 una revisione della normativa sul benessere animale, un documento fondamentale per aggiornare le tutele degli animali allevati.
Come Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni per i diritti degli animali, sollecitiamo da tempo la Commissione Europea affinché la voce dei cittadini venga finalmente ascoltata. Quello dei trasporti, nello specifico, è un tema sul quale le organizzazioni si battono da anni, perché le attuali condizioni di trasporto permesse in Europa sono tutt’altro che compatibili con il benessere animale.

Il proprietario del macello cita anche una collaborazione con la World Horse Charity, un’organizzazione britannica che si occupa di recupero dei cavalli, ma anche di conciliare lo sfruttamento dei cavalli nello sport e nel lavoro collaborando a sua volta con la British Horseracing Authority, un ente che regola la corsa di 90.000 cavalli con quasi 200 animali morti all’anno.
Dagli ambienti equestri arrivano molti dei cavalli macellati per il consumo umano: si tratta di individui considerati di basso rendimento, infortunati o a fine carriera, che finiscono per essere macellati a scopo alimentari. Gli stessi cavalli macellati a Zerbini & Ragazzi spesso provengono da usi precedenti, come indicato da segni di sella, schiene imbarcate e zoccoli ferrati.

L’intero sistema dei macelli non funziona
Come indicato dall’assessore regionale alle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna, Massimo Fabi:
Nell’azienda i controlli effettuati negli anni hanno evidenziato effettivamente delle non conformità per le quali il servizio veterinario dell’azienda USL di Reggio Emilia ha adottato provvedimenti sanzionatori previsti dalla normativa. In particolare, nel triennio 2023-2025, sono stati rilevati sette provvedimenti sanzionatori a seguito di irregolarità accertate durante le verifiche eseguite sulle procedure relative a trasporto, abbattimento e dissanguamento degli animali.
Se persino in un grande macello del Nord Italia dotato di supervisione veterinaria si verificano le innegabili carenze e violazioni che le nostre immagini testimoniano e le irregolarità accertate dall’autorità veterinaria come ricordato dall’assessore, allora è l’intero sistema dei macelli a dover essere ripensato.
Le irregolarità nel frattempo devono essere accertate e adeguatamente sanzionate. Per questo motivo è necessario che la Procura di Reggio Emilia accerti le responsabilità attraverso le prove che le abbiamo consegnato.

Come ha spiegato l’avvocato Glauco Gasperini, che rappresenta Animal Equality Italia:
A seguito del deposito della denuncia, la Procura della Repubblica ha assegnato il fascicolo ad un Sostituto Procuratore che può immediatamente iniziare le indagini per riscontrare la fondatezza del contenuto della denuncia. Siamo soddisfatti della celerità operativa che supponiamo significhi che la Procura ha compreso la gravità delle condotte e si adopererà per far cessare le illegalità che hanno provocato enormi sofferenze agli animali nella gestione di quel macello.
Mentre attendiamo risposte dalla Giustizia, sappiamo che un modo per invertire la rotta e contrastare un sistema crudele come quello dei macelli e degli allevamenti esiste.
Scegliere ogni giorno un’alimentazione vegetale è la chiave per porre fine alla sofferenza degli animali allevati a scopo alimentare.

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