8 anni di investigazioni in Asia
Il mercato della pelle e della carne di cane e gatto, Cina, 2012 – 2015
Ogni anno, oltre 10 milioni di cani vengono macellati per la loro carne e la loro pelle in Cina, mentre per i gatti non esiste ancora una stima “ufficiale”.
A partire dal 2012, gli investigatori di Animal Equality hanno indagato la crudele industria della carne e della pelle di cani e gatti direttamente sul posto, rilasciando una serie di toccanti investigazioni che hanno sconvolto il mondo.
Le testimonianze raccolte sono da brividi.
Questo video è una prima intensa investigazione sui macelli e i mercati della carne di cane nella penisola di Leizhou e nella provincia di Pengijang (attenzione: immagini forti).
I nostri investigatori hanno viaggiato in tutta la Cina e, con l’aiuto di alcuni coraggiosi attivisti locali, si sono infiltrati sotto copertura tra i gruppi criminali che gestiscono il traffico di cani in diverse regioni del paese.
Il nostro team ha ripreso le immagini in alcuni macelli illegali. Luoghi sporchi, dove non esiste pietà. I cani vengono percossi, trascinati, trattati come oggetti e confinati in stanze buie dove sono costretti a vivere tra gli escrementi, mentre devono assistere impotenti al massacro dei propri compagni.
In due strutture a Jiaxing, nella provincia di Shandong, i nostri investigatori hanno documentato l’uccisione dei cani. Gli animali vengono prima storditi con dei colpi ripetuti sulla testa, poi viene loro tagliata la gola, il tutto mentre sono pienamente coscienti.
Scene terribili, impossibili da dimenticare.
I corpi dei cani vengono venduti per la loro carne sulle bancarelle dei mercati, mentre le loro pelli vengono utilizzate per fare cappotti, giocattoli e borse.
Al mercato di Guangzhou, nella provincia del Guangdong, nel sud della Cina, gli investigatori di Animal Equality hanno scoperto che i commercianti vendono tappeti fatti di pelliccia di gatto e cane, alcuni dei quali realizzati con i resti di nove o più animali.
Le immagini ottenute dagli investigatori hanno fatto il giro del mondo e hanno portato a un grande risultato: grazie alle immagini diffuse da Animal Equality, 33 mercati e un macello di cani e gatti illegale sono stati chiusi dalle autorità cinesi.
Alcune immagini dell’investigazione, unitamente alla notizia della chiusura dei 33 mercati e del macello, è andata in onda nell’edizione del TG1 delle ore 13.30.
Grazie all stretta collaborazione di Animal Equality con gli attivisti cinesi e con le forze dell’ordine, sono stati sequestri circa 600 tra cani e gatti.
Per un cane in particolare, il nostro arrivo è stato provvidenziale: grazie a un espediente, infatti, gli investigatori sono riusciti a portare in salvo un cane da un macello.
Guarda la storia di Vita, salvata da un macello illegale dai nostri investigatori:
Il Festival del Sacrificio di Gadhimai, Nepal, 2014 – 2019
Ogni cinque anni, in Nepal, si svolge il festival di Gadhimai, una celebrazione rituale che prevede l’uccisione di migliaia di animali.
Si tratta del più grande sacrificio di animali al mondo: un numero enorme di bufali, capre, pecore e uccelli viene massacrato nel modo più brutale per offrirli in dono alla dea Gadhimai. Dal 2014, Animal Equality è in prima fila per fermare questo inutile e crudele massacro con degli investigatori sul campo.
Nel 2014 abbiamo lanciato la nostra campagna per vietare il sacrificio, chiedendo al tempio di promuovere modalità rituali alternative, che non prevedano uccisioni o maltrattamenti di animali.
A seguito di un’incessante attività di mediazione con i nostri attivisti, il governo indiano ha deciso di adottare una nuova direttiva per vietare il trasporto di animali in Nepal durante il festival di Gadhimai. Questa decisione è stata vitale nel ridurre il numero di animali sacrificati di circa il 70% nel novembre 2014. Infine, a luglio 2015, il Comitato del Tempio ha annunciato che avrebbe fermato i sacrifici di animali.
Purtroppo, nonostante le proteste, il festival si è svolto anche nel 2019.
Per questo motivo, gli investigatori hanno ancora una volta documentato la strage e abbiamo deciso di continuare la campagna rivolta al governo nepalese.
Nel tentativo di porre fine ai sacrifici di animali e nel pieno rispetto della tradizione originale, Animal Equality ha proposto una forma alternativa di sacrificio per la dea.
In collaborazione con la Croce Rossa in Nepal infatti, il nostro team locale ha organizzato delle postazioni ove i fedeli potevano donare il proprio sangue per rendere omaggio alla dea.
Nei mercati di carne di pollo, India, 2017-2018
Nel 2017 abbiamo ampiamente documentato la crudeltà dell’industria della carne di pollo in India. Per 6 mesi i nostri investigatori hanno indagato gli allevamenti e i mercati nelle città di Pune, Raigad e Delhi.
Abbiamo documentato le terribili condizioni di allevamento, trasporto e macellazione a cui sono sottoposti questi fragili animali. Nei wet market indiani i polli rimangono in gabbie minuscole per giorni senza cibo né acqua. Gli animali vengono uccisi sul posto, con il taglio della gola, agonizzare per interi minuti, il tutto in condizioni igieniche terribili.
Secondo gli standard di sicurezza alimentare del paese, i polli dovrebbero essere macellati in macelli autorizzati e precedentemente storditi . Tuttavia, queste norme vengono violate sistematicamente nella maggior parte dei casi. Le pessime condizioni igieniche dei wet market in India sono infatti spesso al centro di focolai di malattie come malaria, tifo e ittero.
Il consumo di carne di pollo in India è in costante aumento, infatti, nonostante l’India sia un Paese storicamente a prevalenza vegetariana, negli ultimi anni il consumo di carne di pollo sta aumentando, a causa di una pressione politica e di lobbying costante da parte di grandi multinazionali europee che lavorano per espandere il proprio mercato in nuovi territori.
La minaccia dei wet market, Cina – India – Vietnam, 2020
Ad aprile 2020, in piena emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, abbiamo rilasciato una nuova investigazione con immagini raccolte nei wet market in Cina, India e Vietnam nel corso delle nostre ricerche. I wet market sono l’inferno in terra per gli animali, poiché in questi luoghi nessuna legge li tutela da torture e abusi.
Ma non solo. I wet market sono anche una minaccia per la salute pubblica globale, perché questi mercati, dove animali selvatici e allevati convivono ammassati in gabbie strettissime, rappresentano il luogo ideale per il passaggio dei virus zoonotici ad altre specie o direttamente all’uomo.
È il caso della SARS, che si diffuse proprio in uno un mercato in Cina, e numerosi autorevoli ricercatori ritengono che anche l’attuale pandemia di COVID-19 possa avere avuto origine nei wet market.
Per questo, abbiamo lanciato una petizione per vietare i wet market, in tutto il mondo.
La petizione ha già raccolto mezzo milione di firme.
In risposta all’epidemia, la Cina ha annunciato il divieto del commercio e consumo di animali selvatici e ha ordinato hiusura di alcuni mercati illegali.
A maggio, i nostri investigatori sotto copertura, insieme ad attivisti locali, sono tornati lì dove tutto è iniziato, in Cina, per vedere con i loro occhi se effettivamente qualcosa fosse cambiato.
I filmati ottenuti parlano chiaro: la crudeltà verso gli animali, e la minaccia alla salute pubblica che i wet market rappresentano, stanno continuando.