8 maggio: giornata mondiale dell’asino. Ma cosa c’è davvero da festeggiare?


Oggi si celebra il “World Donkey Day”, ovvero la giornata mondiale dell’asino che per scelta viene festeggiata una settimana dopo la ricorrenza del primo maggio, la tradizionale festa dei lavoratori. Perché è questo che si vuole celebrare, l’asino come tradizionale strumento di lavoro che per secoli ha affiancato l’uomo. Questo splendido mammifero per anni è stato utilizzato come animale da traino e da carico per le sue note caratteristiche di robustezza e resistenza. Oggi il lavoro dell’asino è stato in buona sostanza sostituito, almeno per quanto riguarda le attività agricole, dalle moderne tecnologie che lo starebbero mettendo a rischio di estinzione a patto che non si trovi il modo di perpetrarne l’uso nel tempo.  E allora ecco la soluzione che viene proposta: rivalorizzare l’asino all’interno dell’agricoltura sociale impiegandolo nelle attività didattiche e ricreative (come il trekking someggiato), come co-terapeuti all’interno di gruppi di lavoro o, come è stato definito, come tosaerba ecologico. Se da un lato in questo modo verrà data la garanzia alla sua specie di essere perpetrata nel tempo e di avere un nuovo ruolo all’interno delle attività umane con un approccio non più agricolo ma sociale (non dimentichiamoci che l’asino, ancora oggi, viene largamente utilizzato in fiere e palii di paese) dall’altro non si farà altro che considerare questi animali come oggetti, il cui unico scopo, ancora una volta, non è altro che esistere per le necessità e i bisogni degli esseri umani.


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