Allevamenti di conigli e macelli: tutto ciò che abbiamo scoperto con le nostre inchieste
Un batuffolo soffice di pelo, zampe corte, lunghe orecchie capaci di captare anche il più debole dei suoni e un nasino sempre in movimento.
Un animale sociale, pacifico, che passa la maggior parte della sua vita a cercare e rosicchiare dei buoni vegetali con i suoi grandi denti.
Sembrerebbe quasi impossibile non provare tenerezza di fronte a un coniglio, ma purtroppo quel quasi fa tutta la differenza del mondo.
Sì perché da tanti anni noi di Animal Equality indaghiamo sulle orrende verità che si nascondono dietro la carne di coniglio.
In questo articolo ti sveleremo cosa abbiamo scoperto con la nostra ultima indagine realizzata in Messico e ti spiegheremo le condizioni disumane che abbiamo portato alla luce.
Se pensi che ciò che riguarda il Messico non riguardi anche il nostro paese, ti consigliamo di leggere l’articolo fino in fondo, perché ti parleremo anche della condizione dei conigli in Europa e in Italia e ti mostreremo poi tutto il lavoro che da anni portiamo avanti per cercare di ridurre le sofferenze di questi morbidi e pacifici animali.
Come abbiamo già detto in questo articolo, il coniglio è l’unico animale insieme al cavallo che consideriamo da compagnia, ma facciamo comunque finire nei nostri piatti.
Un controsenso aggravato dalla terribile vita che centinaia di milioni di conigli sono costretti a vivere negli allevamenti intensivi.
Cerchiamo di capirne di più.
Come si ottiene la carne di coniglio?
Se su Google cerchi “carne di coniglio”, i primi risultati che vedrai ti diranno che è una carne molto magra, poco calorica e con proteine di qualità.
Facendo finta che la specifica sulle proteine nobili sia corretta, questo è ancora il mondo in cui viviamo.
Restiamo in superficie, preoccupandoci delle caratteristiche nutrizionali (anzi, solo di quelle dichiarate) senza chiederci cosa si nasconde dietro ciò che consideriamo cibo.
Nelle prossime righe ti spiegheremo meglio come si ottiene la carne di coniglio e quali violenze assurde e sofferenze nascondono gli allevamenti di conigli.
Innanzitutto, sai come è fatto un allevamento di conigli?
Una serie di capannoni con ammassate centinaia di gabbie in fila.
La quasi totalità dei conigli allevati in Europa infatti passa la vita in gabbia, una fredda e spoglia struttura fatta da reti metalliche che feriscono le loro zampette.
Lì ogni comportamento naturale, come correre, saltellare o alzarsi sulle zampe posteriori, viene impedito.
In ognuna di quelle prigioni metalliche vengono stipati fino a 7 conigli giovani o 3 conigli adulti.
Ogni coniglio ha a disposizione meno dello spazio di un normale foglio A4. Il sovraffollamento impedisce quasi del tutto il movimento e causa enorme stress agli animali, il che li porta a essere apatici o a diventare aggressivi, ferendo sé stessi e i propri compagni di gabbia.
Sommiamo lo stress e il poco movimento e otteniamo anche deformazioni scheletriche, ossa deboli e un sistema immunitario che non funziona come dovrebbe, portando malattie respiratorie e dermatiti.
A questi poveri conigli vengono date grandi quantità di farmaci che però non bastano a contrastare un alto tasso di mortalità, che può raggiungere anche il 30%
E cosa succede ai conigli che muoiono?
Spesso restano nelle gabbie con quelli vivi. Negli allevamenti intensivi ci sono troppi animali da far ingrassare e uccidere, non c’è tempo da perdere.
Le madri pagano un prezzo ancora più alto: le loro gabbie confinano con quelle dei propri cuccioli, ma nel mezzo c’è una specie di porta che viene aperta dagli operatori a loro discrezione.
Uno dei tanti esempi di quanto venga limitata la maternità negli allevamenti intensivi.
In questi luoghi del male i conigli vivono fino a 12 settimane (anziché 12 anni come succederebbe in natura) per poi uscire ed essere messi in una gabbia ancora più piccola e affollata su un camion per affrontare l’unico viaggio della loro vita.
Viaggio fatto di sole e pioggia, estremo caldo o estremo freddo, mancanza di acqua e cibo, escrementi che cadono dalle gabbie superiori, ferite ed esaurimento (quando riescono a sopravvivere).
La direzione del viaggio? Il macello.
Lì con un taglio alla gola e dopo lo stordimento (che però non sempre avviene e non sempre funziona) finisce lentamente la loro sofferta vita.
L’Italia è uno dei maggiori produttori di carne di coniglio in Europa, insieme a Spagna e Francia, anche se non siamo tra i principali consumatori.
Li alleviamo e li facciamo soffrire per poi esportare la loro carne.
Sappiamo ormai con certezza che quello che ti abbiamo raccontato finora non è l’ eccezione, ma la regola.
Abbiamo appena pubblicato una nuova indagine svolta in Messico, ecco il risultato.
La crudeltà della carne di coniglio in Messico: la nuova indagine di Animal Equality
Ancora una volta, il team di investigazione di Animal Equality si è infiltrato con successo per mostrare al mondo la triste e dolorosa storia degli animali allevati a scopo alimentare.
Questa volta, abbiamo ottenuto prove delle sofferenze subite dai conigli allevati per la carne in Messico.
L’indagine si chiama “Carne di coniglio: che sapore ha la crudeltà” e qui sotto trovi il risultato.
Vedere immagini come queste o altre che mostrano cosa avviene in allevamenti e macelli molto spesso ti cambia, ti fa scattare qualcosa dentro. È successo a ogni persona in Animal Equality e ad altri milioni di persone nel mondo.
Capiamo però che non siano immagini facili da guardare, quindi se in questo momento ancora non te la senti, questo non significa che tu non possa scoprire la verità.
Qui sotto abbiamo pensato di riportare le principali scoperte che sono emerse da questa indagine.
1 – Sovraffollamento nelle gabbie
Ti abbiamo già parlato di come sono fatte le gabbie per conigli e dei problemi che ne derivano, qui la musica non cambia.
Aggiungiamo però che la situazione è resa ancora peggiore dal fatto che gli ambienti non siano ventilati e che in alcune di queste gabbie si trovano fino a 10 conigli.
2 – Trattamenti inadeguati e severi
I conigli mostrano paura e sfiducia in ogni interazione con le persone a causa dei maltrattamenti subiti quando vengono presi e portati violentemente nell’area di macellazione o quando vengono pesati e spostati tra le gabbie.
3 – Macellazione senza stordimento preventivo
I conigli sono completamente coscienti al momento della loro morte per dissanguamento quando le loro gole vengono tagliate.
L’uccisione non viene fatta in modo ordinato, quindi alcuni conigli restano appesi per molto tempo. Provano quindi ancora più dolore e diventano testimoni di ciò che accade ai loro compagni (e che presto accadrà anche a loro stessi).
Tutti gli allevamenti investigati hanno una caratteristica comune: il trattamento crudele verso gli animali e l’evidente non conformità con la normativa che richiede che gli animali siano resi incoscienti prima della macellazione.
Le prove mostrano ancora una volta ciò che tutte e tutti sappiamo: lo sfruttamento per il consumo umano è incompatibile con il benessere dei conigli.
La loro vita si riassume in una serie di azioni che causano loro paura, stress e abusi fisici ed emotivi.
Abbiamo documentato come i conigli, animali naturalmente silenziosi, abbiano gridato e pianto di disperazione prima della loro morte.
In Messico, la mancanza di regolamentazione sul benessere animale negli allevamenti limita le denunce agli aspetti del trasporto e della macellazione.
Tutto ciò che succede in quei capannoni quindi, è consentito.
Anche in paesi come l’Italia però, la situazione non è meno assurda. Da tanti anni indaghiamo sugli allevamenti di conigli e sulla loro macellazione anche nel nostro paese.
Se ti andrà di seguirci nel prossimo paragrafo, ti faremo una panoramica del nostro lavoro e di quante situazioni scomode abbiamo portato a galla già prima di quest’ultima in Messico.
Il lavoro di Animal Equality per i conigli
2014 – 70 allevamenti e 4 macelli di conigli in Spagna
Nel 2014 siamo entrati per la prima volta negli allevamenti di conigli e abbiamo pubblicato un’indagine sui maltrattamenti e le violenze all’interno di oltre 70 strutture tra allevamenti e macelli.
Le prove raccolte evidenziano gravi irregolarità: i lavoratori sono stati filmati mentre sbattevano violentemente gli animali a terra, una prassi comune nel settore.
Sono stati trovati conigli nei contenitori dei rifiuti e altri agonizzanti dentro le loro piccole gabbie, senza alcuna cura veterinaria.
2015 – Inchiesta con LAV
La nostra avventura in Italia inizia nel 2015, quando insieme a LAV (Lega Anti Vivisezione) abbiamo svolto un’investigazione raccogliendo immagini sotto copertura negli allevamenti e nei macelli nelle zone d’Italia che producono più carne di coniglio.
Già allora avevamo documentato l’ampia diffusione di malattie tra i conigli in gabbia, le scarse condizioni igieniche, le cure inadeguate e tanta violenza.
2017 – Eurodeputati di fronte alle immagini di allevamenti di conigli
Nel 2017 abbiamo mostrato le immagini ai membri della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo di nostre investigazioni durate 3 anni che hanno portato alla luce ciò che succedeva (e ancora succede) in oltre 75 allevamenti e 6 macelli tra Italia e Spagna.
La maggioranza della Commissione aveva votato a favore di leggi per migliorare le condizioni di vita di questi piccoli e sensibili animali, ma purtroppo la situazione da allora è tutt’altro che migliorata e l’Europa non ha ancora rispettato gli impegni presi nei confronti degli animali.
2018 – La sofferenza dei conigli a Brescia
Nel 2018 abbiamo rilasciato un’investigazione fatta in un allevamento di conigli a Brescia che mostrava chiaramente le violenze gratuite che venivano ripetute regolarmente, come operatori che non stordiscono adeguatamente gli animali o che gli spezzano il collo a mani nude. Quando vengono presi dalle piccole gabbie in cui sono ammassati, i conigli urlano di terrore.
Lo stordimento è una pratica obbligatoria per tutti gli animali prima dell’abbattimento, ma la legge non prevede alcuna sanzione penale per chi non rispetta la norma, solo una sanzione amministrativa che nei casi più gravi arriva al massimo a 6.000€.
2019 – CIWF
Ad aprile del 2019 sono state diffuse le immagini raccolte da noi e da CIWF (Compassion in World Farming) sulla condizione dei conigli in diversi stati dell’Unione Europea e di 3 allevamenti italiani.
Risultato? Una conferma del sistematico tormento subito dai conigli.
2022 – End the Cage Age
Il 30 giugno 2021 la Commissione europea si è impegnata a eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti europei con una normativa dedicata.
Un primo risultato storico ottenuto grazie a 1,4 milioni di persone che hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age.
Nel 2022, proprio con la coalizione End the Cage Age, abbiamo rilasciato le immagini raccolte da Essere Animali in 7 allevamenti di conigli in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Inchiesta dopo inchiesta abbiamo svelato e confermato una brutalità che nessuno dovrebbe tollerare, i conigli però sono ancora in quelle gabbie.
Come mettere fine alla sofferenza dei conigli
Come hai visto è stato fatto tanto lavoro per documentare le condizioni dei conigli e per fare in modo che le cose cambino per sempre.
Nonostante i progressi, non possiamo fermarci finché non avremo ottenuto ciò che vogliamo.
Milioni di conigli passano ancora la loro vita in gabbia e a volte nulla sembra cambiato rispetto a quella prima indagine del 2014.
Continueremo il nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione, continueremo a fare pressione politica affinché cambi la legislazione, continueremo a indagare su chiunque si ostini a torturare gli animali.
Se vuoi supportarci in questa battaglia, il modo migliore per farlo è attivare una donazione regolare, che ancora per poche ore verrà raddoppiata da un generoso donatore.
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È un’opportunità limitata: se doni oggi, con 15 euro al mese aiuti 690 animali, ogni mese, per un anno! (media su 3 anni)
Puoi contribuire alla fine della sofferenza animale anche scegliendo cosa metti nel tuo piatto.
Mangiare vegetale significa non sostenere tutto ciò che di sbagliato viene fatto agli animali e che in minuscola parte ti abbiamo raccontato in questo articolo.
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