Basta carne da allevamenti illegali e deforestazione: per fermare il cambiamento climatico bisogna interrompere gli accordi tra Europa e Brasile
Animal Equality mostra le connessioni tra carne, crisi climatica e malattie e la necessità di fermare gli accordi commerciali tra Unione europea e Brasile insieme all’importanza di una transizione verso una dieta sempre più a base vegetale.
Animal Equality chiede di rendere sempre più vincolanti e stringenti gli accordi commerciali tra Unione europea e Mercosur – attualmente in stallo e che ovviamente riguardano anche l’Italia, principale importatore europeo di carne dal Brasile – alla luce di un nuovo report che evidenzia le gravi conseguenze dell’industria della carne in Brasile tra sfruttamento animale estremo, deforestazione, cambiamento climatico e distruzione dell’ecosistema.
Guarda la nostra inchiesta che mostra la relazione tra industria della carne e deforestazione:
Numerosi studi scientifici hanno messo da tempo in stretta connessione il sistema alimentare attuale e la crisi climatica, evidenziando come proprio la produzione alimentare sia responsabile di oltre un quarto di tutte le emissioni di gas serra nel pianeta. Di queste emissioni, l’80% è associato alla produzione animale.
Secondo il nuovo report rilasciato da Animal Equality in Brasile The impact of the meat industry in Brazil: animal welfare, human health, environment, and economics, la deforestazione è uno dei principali fattori legati al cambiamento climatico. Nel 2019, le emissioni di gas serra, che sono in gran parte responsabili del riscaldamento globale, hanno registrato in Brasile il più grande aumento annuale dal 2003: il Paese ha immesso nell’atmosfera una quantità di gas equivalente alle emissioni annuali di tutte le 1,4 miliardi di automobili in circolazione sul pianeta.
Al contempo, si stima che negli ultimi decenni siano già stati deforestati il 50% del Cerrado, il 20% dell’Amazzonia e il 17% del Pantanal (vale a dire i principali biomi del Brasile, dati WWF). A guidare tale processo, come riporta anche Greenpeace, è la produzione di carne in Amazzonia e quella di soia nel Cerrado, causa del 90% della deforestazione totale di queste preziose aree.
Secondo MapBiomas e come messo in luce dal video-reportage pubblicato da Animal Equality nel 2021 sulla deforestazione del Pantanal e del Cerrado, in Brasile il 98% della deforestazione è provocata da incendi appiccati illegalmente da allevatori di bestiame per disboscare le foreste. Inoltre, secondo lo studio The rotten apples of Brazil’s agribusiness, il 20% della soia e il 17% della carne bovina consumate in Europa potrebbero provenire da deforestazione illegale.
Una recente inchiesta realizzata sotto copertura dal team investigativo di Animal Equality all’interno di macelli brasiliani certificati a livello municipale e statale mostra inoltre la violazione sistematica delle norme sanitarie e di benessere animale che avviene nel Paese, che esporta poi questi prodotti in tutto il mondo, Italia compresa.
Guarda le crudeltà e i maltrattamenti che subiscono gli animali nei macelli del Brasile:
Attraverso un appello internazionale indirizzato al governo brasiliano, ai governi nazionali e ai suoi partner commerciali, Animal Equality chiede di:
- Interrompere tutti i sussidi ai produttori che non dimostrano di approvvigionarsi da allevamenti in cui non si verificano abusi sugli animali e legati alla distruzione ambientale;
- Di stabilire dei sistemi di monitoraggio trasparenti, che consentano alle autorità e a qualsiasi cittadino di verificare l’origine degli animali allevati a scopo alimentare e le condizioni in cui tali animali sono stati allevati;
- Di smettere di importare prodotti provenienti da allevamenti e macelli in cui avvengono queste pratiche crudeli per gli animali e distruttive per l’ambiente;
- Di adottare politiche, sia interne sia esterne, che aiutino a porre fine all’allevamento intensivo, per una transizione sempre più rapida a diete a base vegetale
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e Eurogroup for Animals (gruppo di pressione con sede a Bruxelles di cui Animal Equality fa parte), l’accordo di libero scambio UE-Mercosur provoca infatti un impatto negativo sugli animali e sull’ambiente, ma tali effetti possono essere mitigati migliorando il benessere degli animali. In particolare, la preoccupazione espressa da esperti nei settori dell’ambiente e della protezione degli animali, da rappresentanti delle organizzazioni della società civile e del Parlamento europeo è che la riduzione tariffaria incondizionata per i prodotti animali che l’accordo di libero scambio UE-Mercosur applicherebbe possa causare l’aumento dell’agricoltura intensiva animale, aumentando ulteriormente la fame nei paesi del Mercosur.
L’eurodeputata Saskia Bricmont ha osservato che il consumo dell’UE è attualmente responsabile di circa il 10% o della deforestazione globale e ha sottolineato che la valutazione dell’impatto sulla sostenibilità (AIS) dell’UE ha riscontrato conseguenze dannose significative e ad ampio raggio legate a una maggiore intensificazione delle pratiche agricole e alla mancanza di efficaci disposizioni a tutela del benessere degli animali. “Non solo il pianeta e la natura soffriranno, ma anche gli esseri umani. Questo è un altro motivo per cui non possiamo lasciare che l’accordo commerciale vada oltre”, ha detto Bricmont.
Stephanie Ghislain, responsabile di Eurogroup for Animals per il commercio di animali e il benessere degli animali, ha evidenziato che poiché molti standard sul benessere degli animali non si applicano alle importazioni, gli accordi commerciali UE-Mercosur possono avere un grande impatto sugli animali.
Le tariffe ridotte negli accordi commerciali possono alimentare pratiche di allevamento intensivo, il che significa che più animali in Brasile e negli altri Paesi del Mercosur potrebbero finire per essere allevati con standard di benessere inferiori. Se le importazioni a basso welfare aumentano drasticamente, può anche diventare più difficile per il Paese europeo importatore migliorare i propri standard. Questo è il motivo per cui è importante affrontare l’impatto della politica commerciale sugli animali.
Stephanie Ghislain, responsabile di Eurogroup for Animals per il commercio di animali e il benessere degli animali.
Il Brasile è inoltre riconosciuto a livello mondiale per la sua ricca biodiversità, ma la crescente deforestazione la sta mettendo a serio rischio. L’articolo scientifico Threats to the biodiversity of the Brazilian Pantanal due to land use and occupation, pubblicato nel novembre 2019 dai ricercatori dell’Università brasiliana Anhanguera-Uniderp, mostra che uno dei fattori determinanti che minaccia la biodiversità nel Pantanal è proprio la conversione della vegetazione naturale in pascoli e campi agricoli. Se l’agricoltura globale è riconosciuta come la causa principale della perdita di biodiversità, a ciò si lega anche un altro problema: l’aumento del rischio di pandemie. La perdita di biodiversità può infatti aumentare il rischio di diffusione di virus e altri agenti patogeni sconosciuti all’uomo, quindi aumentare il rischio di malattie verso le quali l’uomo non ha una risposta immunitaria.
L’industria della carne sta causando la distruzione sfrenata dell’ecosistema del Brasile e dell’intero pianeta, ed è colpevole dell’incredibile sofferenza di miliardi di animali allevati per la loro carne. Abbiamo lanciato una petizione ai leader di tutto il mondo perché questi soprusi non siano più tollerati e vengano intraprese azioni volte a chiedere al settore dell’allevamento brasiliano – e non solo – di rispondere dei propri crimini. Anche tu puoi fare la tua parte per gli animali e per il pianeta.