

Carne coltivata: le critiche di Coldiretti non sono credibili
Di recente gli agricoltori di Coldiretti hanno manifestato di fronte alla sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), a Parma, sostenendo che la carne coltivata non possa essere considerata come un nuovo alimento, ma che piuttosto nel suo iter di approvazione e controlli debba essere trattata come un farmaco. L’obiettivo, dice Coldiretti in un comunicato, è quella di “difendere la salute degli italiani”.
La tesi sostenuta dall’organizzazione degli imprenditori agricoli fa riferimento alle conclusioni di un gruppo di esperti nominato dai ministeri della Salute e dell’Agricoltura.
Questi esperti dovrebbero essere indipendenti rispetto agli interessi della categoria, eppure buona parte di loro è parte di un gruppo di ricerca direttamente affiliato a Coldiretti.
Il conflitto di interessi sullo studio citato da Coldiretti
Il giornalista Luciano Capone, su Il Foglio, scrive che metà degli scienziati “indipendenti” autori dello studio citato da Coldiretti nella contestazione rivolta all’Efsa sono in realtà membri di un centro studi che ha sede nel palazzo romano di Coldiretti stessa. Per Capone si tratta di “un conflitto di interessi grande come una stalla”.
Dello stesso avviso è Michele Antonio Fino, professore di Diritto romano e fondamenti del diritto europeo all’Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo, primo firmatario di uno studio pubblicato dalla rivista scientifica One Earth a dicembre 2024 in cui vengono affrontati i motivi per cui la carne coltivata non deve essere valutata come un farmaco, a differenza di quanto sostenuto da Coldiretti.

Come ha riferito il professor Fino ad Altreconomia, la fondazione che ha realizzato lo studio a cui fa riferimento Coldiretti:
Ha sede a Roma allo stesso civico della sede nazionale di Coldiretti ed è diretta da Riccardo Fargione, che è anche il direttore del centro studi Divulga, affiliato a Coldiretti. Questo significa che l’associazione ha influenzato direttamente il documento sulla base del quale poi la stessa Coldiretti ha organizzato la manifestazione.
Lo scandalo dietro alle polemiche sulla carne coltivata
In base alle notizie emerse dai giornali, siamo di fronte a uno scandalo che mette in luce ancora una volta il forte e inaccettabile conflitto di interessi tra industria zootecnica e politica.
A differenza di quanto dichiarato dall’organizzazione degli agricoltori, infatti, appare evidente come il loro intento sia prima di tutto quello di difendere il profitto delle aziende, anche servendosi di una retorica anti-scientifica.

Per Michele Antonio Fino la protesta di Coldiretti davanti all’Efsa è stato infatti “un tentativo preoccupante di delegittimare il lavoro della comunità scientifica indipendente e il quadro normativo europeo sui nuovi alimenti”.
Cosa sostiene Coldiretti sulla carne coltivata
Ciclicamente la carne coltivata viene additata da Coldiretti come una minaccia, sebbene questo prodotto non sia di fatto ancora in commercio in Europa e possa invece contribuire a ridurre lo sfruttamento degli animali allevati a scopo alimentare.

Per molti agricoltori italiani la carne coltivata rappresenta un’anomalia rispetto alla tradizione e c’è chi la giudica inaccettabile solo perché viene sviluppata in laboratorio. Si tratta tuttavia di un prodotto che potrebbe ridurre l’impatto devastante dell’industria zootecnica su animali e ambiente.
Il sistema alimentare basato su allevamenti intensivi e industria zootecnica è insostenibile per animali, ambiente e persone.
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