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Pollo Broiler

2 milioni di polli alla carica di un piccolo comune nelle Marche!


Un comune nelle Marche di 3.300 abitanti da una parte, dall’altra un allevamento Fileni di 2.200.000 polli: 6 capannoni ‘convenzionali’, con 18 polli per metro quadro, e 6 capannoni destinati all’allevamento biologico, con 5 polli al metro quadro. Questi sono i numeri incredibili di una storia che sta scuotendo un piccolo comune marchigiano, che mai avrebbe pensato di trovarsi a combattere contro chi di queste zone vuole fare aree dominate da colossi della carne. I polli che dovrebbero finire rinchiusi in questo allevamento sono quelli che oggi l’industria chiama “Broiler”, la “razza” più usata nell’allevamento intensivo, selezionata geneticamente per garantire costantemente animali “pronti” per il macello dopo solo 35 giorni di vita. 

Questo il contesto in cui è nata la protesta dei cittadini di San Lorenzo in Campo, che da un giorno all’altro hanno scoperto che dietro le loro case sarebbe sorto un maxi allevamento di polli. Per la precisione, 12 capannoni per un totale di 2.200.000 polli l’anno, 666 animali per ognuno dei 3.300 abitanti

In meno di un mese, i cittadini hanno costituito un comitato, convogliato avvocati ed esperti, e fatto partire le prime diffide per dire un forte e sonoro NO alla costruzione di questa “fabbrica di polli”

A raccontare la vicende su il Fatto Quotidiano la giornalista d’inchiesta Giulia Innocenzi: link all’articolo originale.

Allevamenti intensivi, Broiler
Un allevamento di polli Broiler

Inquinamento, reputazione e polli: le ragioni del no.

Le ragioni principali che hanno spinto i cittadini del comune di San Lorenzo in Campo a dire no alla costruzione del maxi-allevamento di polli targato Fileni sono di tipo ambientale. 

L’allevamento – ricordiamo 12 capannoni per 2.200.000 polli l’anno – produrrà quantitativi enormi  di ammoniaca, metano e polveri sottili. Il sito ipotizzato per la costruzione poi, stando agli abitanti, è in una posizione depressa rispetto alle colline circostanti, dove non passano i venti, con un rischio di ristagno degli odori e delle polveri che renderebbero impossibile la vita di tutti coloro che abitano nei paraggi.  Non solo, sarebbero a rischio anche le falde acquifere del territorio: secondo la Fao, infatti, a causa delle deiezioni degli animali, gli allevamenti sono la più importante fonte di inquinamento delle falde acquifere.

Non solo inquinamento e odori, i cittadini di San Lorenzo in Campo non vogliono trasformarsi in un “maxi-pollaio”. Per il comune, la Fileni potrebbe mettere sul piatto come “compensazione” circa 250.000 euro, ma i cittadini pensano alle conseguenze di oltre due milioni di polli, che segnerebbero il paesaggio e il territorio per sempre.  

Nelle Marche, Fileni è presente con altri due mega allevamenti intensivi da 2.500.000 polli broiler ciascuno, ma l’azienda vuole continuare a investire.

Le preoccupazioni dei cittadini di San Lorenzo in Campo nelle Marche sono più che legittime, e da sole basterebbero ad opporsi alla costruzione del mega allevamento Fileni. Ma oltre a queste preoccupazioni di tipo ambientale è importante fermarsi a pensare all’incredibile sofferenza che genererebbe la costruzione di questo maxi-allevamento

Polli Broiler, una breve vita di agonia!

Ogni anno, solo in Italia, vengono macellati più di 500 milioni di polli, in un mercato che sta crescendo a dismisura, fino ad essere saturo: la produzione di carne di pollo supera il 105% del nostro fabbisogno.

Il 95% circa dei polli venduti nel nostro Paese sono di razza Broiler, una razza selezionata geneticamente nel tempo per crescere il più possibile, il più in fretta possibile, tanto da essere pronti per il macello in appena 35 giorni di vita. 

Ma com’è possibile? La risposta è che non dovrebbe essere possibile.  A pagarne le conseguenze sono i polli, costretti a vivere la loro breve vita in allevamento prigionieri del loro stesso corpo.  

Allevamenti intensivi, Broiler
Pollo Broiler con ustioni e ferite

I corpi di questi animali crescono talmente velocemente che lo scheletro non riesce a sostenerne il peso, per questo molti polli negli allevamenti intensivi sono costretti ad uno stato di quasi totale immobilità. I polli in queste condizioni presentano spesso deformazioni alle zampe, problemi di deambulazione, qualcuno addirittura ha difficoltà ad alzarsi e a muoversi. Spesso questi animali, in preda alla sofferenza, si stendono sulla lettiera dell’allevamento: un austero pavimento che non viene mai pulito e che, pertanto, dopo pochi giorni di vita dei polli è completamente ricoperto di escrementi e liquami, che esalano ammoniaca. I polli costretti a passare la loro vita sdraiati o appoggiati a questa lettiera, per via dei problemi di mobilità, presentano quindi anche ferite, bruciature, pustole e lacerazioni dovute all’ammoniaca.

La massa enorme di muscoli è troppo perfino per il cuore dei polli, che spesso non riescono a sopportare la crescita e muoiono di arresto cardiaco… i loro corpi rimangono così sulla lettiera insieme agli escrementi degli altri animali fino a quando un operatore non li rimuoverà, o fino al giorno in cui l’intero capannone sarà svuotato per condurre tutti gli animali al macello.

Guarda la vita di un pollo in un allevamento italiano:

L’industria ha selezionato la razza Broiler, che cresce molto velocemente, in modo da aumentare “il prodotto”, senza tenere però in considerazione quanto questa selezione abbia aumentato le sofferenze di questi poveri animali.

I polli sono gli animali terrestri più maltrattati del pianeta. Per la produzione di cibo, vengono allevati e uccisi più polli che tutta la somma complessiva di maiali, mucche e agnelli. Nonostante siano animali intelligenti e socievoli, nel sistema degli allevamenti intensivi i polli sono considerati solo numeri. 

Questo sistema che intende gli animali come numeri compie ogni anno una vera e propria strage: 4.756 è una stima degli animali che, ogni secondo, nel mondo, sono vittime dell’industria alimentare. Un totale di 150.000.000.000 animali all’anno. 

Questo numero è diventato la nostra dichiarazione di intenti e speriamo che diventi anche la tua: abbiamo promesso di non fermarci mai, di continuare a combattere con ogni mezzo disponibile affinché questo numero si azzeri per sempre.

AMICI, NON CIBO!

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