La voce degli animali invade Twitter


Oltre 200mila messaggi, 8 paesi, 5 lingue, un’unica richiesta: chiudere i wet market

Chiunque sia capitato su Twitter lo scorso lunedì 27 di aprile fra le 18.00 e le 21.00 se ne è accorto, perché non accorgersene sarebbe stato impossibile. 

Decine di migliaia di persone hanno agito da otto diversi paesi ed in cinque lingue diverse, unite in quella che è stata la più grande azione di mobilitazione digitale mai realizzata nella storia di Animal Equality: un tweetstorm internazionale rivolto alle Nazioni Unite, nel contesto della nostra campagna per chiedere la chiusura dei Wet Market, quei “mercati umidi” dove, secondo numerosi scienziati, il virus COVID-19 potrebbe aver fatto il salto di specie dall’animale all’uomo. 

La determinazione dei nostri supporter unita alla potenza della tecnologia si è rivelata, ancora una volta , una forza inarrestabile, in grado di creare una vera e propria tempesta di tweet che ha letteralmente invaso il web per quasi tre ore, al grido di “#letsbanwetmarkets”, che tradotto in italiano significa “chiudiamo i mercati umidi”.

L’hashtag designato per questo evento infatti era proprio questo: una richiesta chiara e semplice, rivolta direttamente alle Nazioni Unite e a molte delle persone chiave che lavorano alle Nazioni Unite e che hanno il potere di fare qualcosa affinché i mercati umidi vengano per sempre consegnati al passato. 

In Italia la persona di riferimento è stata Maria Angela Zappia, rappresentante permanente per l’Italia presso le Nazioni Unite, a cui sono stati inviati decine di migliaia di tweet con la richiesta di sollevare la questione direttamente agli uffici generali e di richiedere un dialogo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ovvero l’organo incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali in conformità con i principi e le finalità delle Nazioni Unite.

La stessa cosa è avvenuta negli altri paesi, dove i maggiori rappresentanti delle Nazioni Unite sono stati direttamente interpellati al fine di attirarne l’attenzione e richiedere una dichiarazione di intenti circa l’impellente necessità di incoraggiare tutti i paesi a mettere un bando sui mercati umidi, luoghi in cui gli animali muoiono fra atroci crudeltà e che oltretutto costituiscono un gravissimo rischio per la salute pubblica. 

Lo sforzo congiunto di otto uffici di Animal Equality dislocati in Italia, Spagna, Regno Unito, Germania, Messico, Brasile, India e Stati Uniti, hanno reso possibile l’invio di più di 200 mila tweet in meno di tre ore.

Un risultato assolutamente incredibile: a  nemmeno quaranta minuti dall’inizio del tweetstorm l’hashtag “#letsbanwetmarkets” aveva già scalato le classifiche delle tendenze dei paesi, aggiudicandosi la prima posizione in Messico ed entrando nelle prime cinque anche in Italia, rendendo così visibile il nostro messaggio a decine di milioni di utenti attivi su Twitter.  

Stando alle classifiche riportate su alcune delle maggiori pagine di monitoraggio delle tendenze a livello globale, l’hashtag ha ottenuto così tanta mobilitazione da posizionarsi al secondo posto in Italia, al terzo negli Stati Uniti, e al quinto in Spagna

A livello mondiale, #letsbanwetmarkets è arrivato a posizionarsi al quarantaseiesimo posto.

Questo memorabile evento è stato il frutto di una preparazione lunga e molto complessa che ha coinvolto per varie settimane di lavoro di quindici persone negli otto paesi in cui Animal Equality opera. Sotto la direzione del team italiano, ogni ufficio ha preso parte alla realizzazione di questo progetto coordinandosi in modo efficace e strategico con il fine di massimizzare l’impatto dell’evento, ed il risultato è stato evidente a tutti: un successo globale.

Ho avuto l’onore di lavorare a questo progetto con tutti i miei colleghi a livello internazionale e descrivere l’esperienza è quasi impossibile: tantissime ore di preparazione, riunioni, aggiornamenti, scambi di informazioni ed e-mail, telefonate… abbiamo avuto chiarissimo fin dall’inizio che sarebbe stata una grande opportunità per Animal Equality di mostrare una volta di più il potenziale di una grande organizzazione internazionale, e, assieme a tutti i miei colleghi in ogni parte del mondo, abbiamo dato il 100% perché questo evento risultasse in un grande successo per gli animali. 

Sono state tre settimane intense di duro lavoro e coordinamento, ma ne è valsa la pena. Lunedì sera eravamo tutti stanchi, anzi distrutti, ma felici; sapevamo di aver consegnato nelle mani delle Nazioni Unite 228 mila richieste, che non potranno essere ignorate.

Soprattutto, sapevamo di avere fatto al meglio delle nostre possibilità il nostro lavoro: fare sentire la voce degli animali!

Il nostro ringraziamento più sentito va a tutti i supporter di Animal Equality Italia a tutte le persone che lunedì sera hanno dedicato il loro tempo per accompagnarci in questa avventura ed in particolar modo a tutti i Difensori degli Animali, che come sempre hanno dimostrato di essere insieme ad Animal Equality dalla parte dei più deboli. È infatti con grandissimo orgoglio ed altrettanta gratitudine che vogliamo  fare sapere a tutti coloro  che hanno partecipato che – oltre ad avere portato il nostro hashtag in cima alle classifiche delle tendenze nazionali in Italia –  hanno contribuito al successo di questo tweetstorm globale più di ogni altro paese. 

Più del 35% dei tweet con l’hashtag #letsbanwetmarkets, infatti, venivano proprio dall’Italia, e questo, per tutti noi ad Animal Equality, ha un valore inestimabile.

Per assicurarti di ricevere tutti gli aggiornamenti e di partecipare alle prossime azioni digitali di Animal Equality Italia iscriviti alla squadra dei Difensori degli Animali, la squadra di attivismo digitale più numerosa ed attiva d’Italia!


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