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Le ultime (ed uniche) 24h di libertà di una mucca fuggita a nuoto.


Siamo stati abituati a pensare che determinate sensazioni, sentimenti e valori siano una prerogativa esclusiva dell’essere umano. Pensiamo che gli animali siano inferiori a noi sotto qualsiasi aspetto. Li trattiamo come merce di nostra proprietà e ci arroghiamo il diritto di decidere che vita devono condurre o quando e come devono morire.

Ci riesce da sempre molto difficile ammettere come l’uomo non si trovi al centro dell’universo e che, per questo, ogni altra forma di vita meriti uguale rispetto … finché arriva quel momento in cui realizziamo come gli animali siano su questo pianeta CON noi, non PER noi.

Se siete su questa pagina, c’è un’alta probabilità che facciate parte di questo gruppo di persone.

Riconosciamo agli animali la possibilità di soffrire sia fisicamente che emotivamente, di gioire, di provare piacere o tristezza, insomma gli riconosciamo tutto quell’insieme di sensazioni e stati d’animo che ci aiutano a vederli come esseri senzienti e non come delle merci di nostra proprietà.

Poi, però, c’è un tratto distintivo dell’uomo, un valore a cui abbiamo sempre ambito nel corso dei secoli, che è forse la condizione che più difficilmente riconosciamo al mondo animale. Quella che sentiamo più “nostra”, e che in qualche modo non ci va di condividere con altri.

Stiamo parlando della ricerca della libertà.

Già, perché gli animali potranno anche soffrire o gioire, ma la maggior parte degli uomini nega o ignora, consciamente o meno, il loro desiderio di libertà.

Forse perché si pensa che il concetto di libertà sia troppo complesso per non essere che una nostra prerogativa.

O forse perché, nel nostro intimo, siamo ancora profondamente agganciati a quei concetti che ci hanno fatto credere di essere il fulcro dell’universo per così tanto tempo.

Ed arriviamo ora al motivo per cui questo articolo ha il titolo che avete letto.

Qualche giorno fa, a Perth, in Australia, degli allevatori stavano caricando delle mucche su una nave diretta ad un macello. Due di queste mucche però, hanno deciso di fuggire. Una, via terra, è stata quasi subito catturata.

L’altra si è gettata in mare.

Immaginatevi quante volte una mucca nata e cresciuta all’interno dell’industria della carne possa aver mai visto il mare o aver nuotato. Esatto: mai.

Questa mucca ha nuotato per un bel pezzo, diventando protagonista di un video che è diventato virale nel giro di qualche manciata di minuti. È uscita dall’acqua a circa 8 km di distanza dal molo da cui si è lanciata e, per ben 24h, è riuscita a sfuggire a chiunque cercasse di riportarla in cattività.

Si è guadagnata in meno di un giorno delle petizioni online con migliaia di firmatari, articoli di ogni genere e perfino delle interrogazioni formali al primo ministro australiano. Ci sono voluti cinque uomini ed una dose imponente di sedativo per riuscire a vincerla e purtroppo, a causa dello stress e probabilmente anche del sedativo, è morta poche ore dopo essere essere stata catturata.

Speriamo che questa storia e questo video aiutino chi è ancora scettico a riconoscere a tutti gli animali i diritti che meritano.

Questa mucca, pur di non finire al macello, si è lanciata in acqua per la prima volta nella sua vita ed è riuscita a correre libera, benché braccata, per un giorno intero. L’ultimo della sua vita.

Per favore, fai in modo che questa storia non debba più ripetersi. Lascia la carne fuori dal tuo piatto.



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