Più proteine vegetali e tutele per gli animali: in Europa le cose possono cambiare


In Europa bisogna fare di più per gli animali. A dirlo non sono solo le organizzazioni per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare, ma anche le associazioni di agricoltori, le organizzazioni che rappresentano gli interessi dei consumatori e accademici. 

Sono questi i partecipanti dell’ultima edizione del Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura dell’UE, un’iniziativa lanciata dalla Commissione europea a gennaio 2024 per dare voce agli addetti ai lavori e agli esperti in tema di agricoltura e alimentazione. 

Un maiale in allevamento intensivo

Le richieste per la Commissione europea: piu tutele per gli animali e stop gabbie

Prima di tutto è stato chiesto di presentare la tanto agognata revisione della legislazione sul benessere degli animali entro il 2026 e di eliminare in modo graduale i sistemi di allevamento in gabbia. In risposta, la Commissione ha promesso di presentare la propria posizione sul futuro dell’alimentazione europea nei primi 100 giorni del suo nuovo mandato.

Le richieste avanzate dai partecipanti al Dialogo strategico sono linea con quanto evidenziato ormai chiaramente dalla scienza: l’allevamento intensivo ha gravi ripercussioni sulle condizioni fisiche e psicologiche degli animali allevati, sullo spreco di risorse del pianeta e sull’insostenibilità dei sistemi agroalimentari.

Come documentiamo da anni attraverso le nostre investigazioni, gli allevamenti sono luoghi di sfruttamento e sofferenza estrema per gli animali. Sovraffollamento, mutilazioni e uso delle gabbie sono solo alcune delle condizioni che milioni di esseri senzienti sono condannati a subire ogni giorno.

Guarda come funzionano gli allevamenti intensivi:

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Il report redatto dai partecipanti riconosce inoltre che una transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili deve dare priorità a elevati standard di tutela degli animali allevati. Essenziale è intervenire anche per la riconversione da produzioni animali a vegetali per il consumo umano, dicono gli esperti. Il report chiede infatti un cambiamento “urgente, ambizioso e fattibile” nei sistemi agricoli e alimentari e riconosce che gli europei mangiano più proteine ​​animali di quanto raccomandato dagli scienziati. 

Misure come le riduzioni dell’IVA, un piano d’azione per sostenere lo sviluppo del settore alimentare a base vegetale e politiche ad hoc per le mense pubbliche sono considerate come gli strumenti in grado di favorire un cambiamento nei modelli alimentari. L’obiettivo è anche quello di ridurre l’eccessiva dipendenza dai prodotti animali che continua a minacciare la stabilità stessa del sistema alimentare.

Il report tocca anche il tema del commercio e dell’innovazione tecnologica. Sul primo punto chiede di adottare nella legislazione europea requisiti di importazione da paesi extra-UE che riconoscano determinati standard di tutela degli animali allevati. Sul secondo punto, raccomanda di accelerare i processi normativi che permettono di realizzare prodotti e processi innovativi incentrati sulla sostenibilità: questo dovrebbe consentire un’approvazione senza ostacoli di proteine ​​alternative innovative.

L’Europa deve agire

Come Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni per la protezione degli animali allevati, riconosciamo alla presidente Von der Leyen l’importanza di questa iniziativa. Ma le parole non bastano e, dopo molti ritardi già accumulati, queste raccomandazioni devono essere tradotte in azioni con tempistiche concrete e urgenti. 

Credit: AWF

Questo è anche un dovere democratico nei confronti dei milioni di cittadini che hanno costantemente chiesto migliori leggi UE sulla tutela degli animali allevati e stanno ancora aspettando di vedere azioni in questo senso.

La politica è chiamata a fare la sua parte, ma anche noi ogni giorno possiamo decidere di ridurre la sofferenza degli animali sfruttati a scopo alimentare attraverso un’alimentazione 100% vegetale. Scegliere cosa mettere nel carrello della spesa, infatti, è un atto politico.

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