Trasporti di animali vivi: 3 milioni di animali all’anno compiono questi viaggi terribili


Abbiamo chiesto a Manuela Giacomini, avvocato che si occupa di diritti degli animali di raccontarci quali sono le leggi e le problematiche relative al trasporto di animali vivi, via terra. Ecco il suo editoriale scritto per noi!

Ogni giorno migliaia di animali vivi destinati all’allevamento o alla macellazione vengono trasportati sulle strade europee. In particolare, l’Europa esporta circa tre milioni di animali l’anno.

I dati dell’Eurostat mostrano che dal 2010 al 2014 più di 850.000 pecore, 4.500 capre e 650.000 bovini sono stati esportati dall’Europa alla Turchia, obbligando di fatto questi animali ad affrontare lunghissimi viaggi che causano forte stress e sofferenza.

Al fine di tutelare il benessere di questi animali, a pieno titolo riconosciuti come esseri senzienti, è stato emanato dal Consiglio dell’Unione europea il Regolamento CE 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate, il quale è entrato in applicazione dal 5 gennaio 2007.

Foto di Andrew Skowron

Di cosa si tratta? La normativa di riferimento

Il principio fondamentale posto alla base di tale Regolamento è quello secondo cui nessuno è autorizzato a trasportare gli animali in condizioni tali da esporli a lesioni o sofferenze inutili e, per questo  motivo, esso stabilisce disposizioni relative: 

  • ai requisiti per ottenere l’autorizzazione per il trasporto;
  • alla progettazione e omologazione dei mezzi di trasporto utilizzati; 
  • all’organizzazione del viaggio, che deve prevedere, soprattutto se di lunga durata, delle pause nelle quali gli animali devono essere fatti scendere per potersi riposare e, se necessario, per  essere abbeverati ed alimentati;
  • ai controlli che devono essere effettuati dalle Autorità competenti degli Stati membri di partenza e di destinazione.

In particolare, i punti chiave del Regolamento sono i seguenti:

  • gli organizzatori del viaggio devono prendere anticipatamente tutte le disposizioni necessarie per ridurre al minimo la durata del viaggio e assicurare i bisogni degli animali; 
  • non possono essere trasportati: gli animali che presentano lesioni o malattie (salvo il caso di malattia/lesione lieve), quelli che non riescono a camminare/spostarsi, i mammiferi neonati con ombelico non ancora cicatrizzato, i suini di meno di 3 settimane, ovini di meno di 1 settimana o vitelli di meno di 10 giorni (a meno che il viaggio sia di meno di 100km), cani e gatti di meno di 8 settimane (a meno che non ci sia anche la mamma), i cervidi nel periodo di rinnovo delle corna. In caso di lesioni o malattie avvenute durante il trasporto l’animale deve essere separato dagli altri e ricevere cure o essere abbattuto o macellato d’urgenza e non devono essere somministrati sedativi agli animali (salvo diverso parere veterinario).
Foto di Andrew Skowron
  • I mezzi di trasporto e le strutture di carico e scarico devono essere progettati, costruiti, mantenuti e usati in modo da evitare lesioni e sofferenze e assicurare l’incolumità degli animali
  • il personale che accudisce gli animali deve essere adeguatamente formato e non deve usare nessuna forma di violenza
  • il trasporto alla destinazione deve avvenire senza soste inutili e prevedere controlli regolari sul benessere degli animali da parte dei trasportatori;
  • agli animali deve essere garantito uno spazio sufficiente all’interno del mezzo di trasporto (calcolato tramite delle tabelle allegate al Regolamento stesso) e un’altezza sufficiente; 
  • acqua, alimenti e riposo devono essere previsti in caso di necessità; 
  • le autorità nazionali devono esaminare e approvare i veicoli e le navi utilizzati per il trasporto di animali su strada e via mare per lunghi viaggi, prima che questi possano essere utilizzati; 
  • i detentori di animali e gli operatori dei centri di raccolta (aziende, centri di raccolta e mercati), devono garantire che gli animali siano trattati conformemente alle regole e alle norme di benessere nel luogo di partenza, di trasferimento o di destinazione.
Foto di Andrew Skowron
  • Le autorità nazionali devono, tra le altre cose, richiedere ai trasportatori di
    • non avere trascorsi di gravi infrazioni della normativa comunitaria o nazionale in materia di protezione degli animali negli ultimi tre anni; 
  • per i lunghi viaggi tra i paesi dell’UE e verso destinazioni al di fuori dell’UE:
    • i trasportatori devono avere l’autorizzazione, la documentazione, il sistema di navigazione satellitare e piani di emergenza necessari per le emergenze;
    • le autorità nazionali devono effettuare controlli presso il punto di partenza e su base casuale da tale punto in poi; 

La durata del viaggio non deve essere superiore a 8 ore. Tuttavia, è possibile compiere i cosiddetti “lunghi viaggi” se vengono soddisfatte le disposizioni aggiuntive previste dall’Allegato I Capo VI del Regolamento.

In questo caso, i tempi di viaggio sono regolamentati in modo differenziato a seconda della specie e della loro età. Vi sono casi come quello dei suini per i quali è prevista la possibilità di viaggiare per un massimo di 24 ore, mentre bovini, ovini, caprini, equidi domestici devono riposare 1 ora dopo 14 ore di viaggio, e poi possono viaggiare altre 14 ore; diverso ancora il caso per esempio di vitelli, agnelli, capretti, maialini e puledri non svezzati, che dopo 9 ore di viaggio devono avere 1 ora di riposo, poi possono viaggiare altre 9 ore. Ogni animale ha delle specificità esplicitamente regolamentate e per le quali è prevista una verifica in caso di controllo da parte delle Autorità. 

Dopo il viaggio, gli animali devono essere scaricati, alimentati e abbeverati e riposare almeno 24 ore.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, come detto, esso si applica al trasporto di animali vertebrati vivi mentre non si applica al trasporto che non sia in relazione ad attività economica (ad esempio al trasporto di animali da compagnia a seguito del proprietario, di cavalli per finalità non economiche, ecc.) ed al trasporto diretto verso cliniche o gabinetti veterinari, o in provenienza dagli stessi, in base al parere di un veterinario (con certificazione veterinaria di accompagnamento).

Le previsioni del Regolamento devono essere attuate dal punto di partenza alla destinazione finale ovvero il luogo in cui un animale è scaricato da un mezzo di trasporto e sistemato per almeno 48 ore prima dell’ora di partenza o macellato.

A tale proposito, la Corte di Giustizia dell’Unione europea con due sentenze del 2015 e del 2017 europea ha stabilito che il Regolamento si applica anche nel caso in cui la destinazione del trasporto sia un Paese terzo poiché il benessere degli animali deve essere garantito per l’intero viaggio. Di conseguenza, l’autorità competente del luogo di partenza è chiamata a verificare se il trasporto in questione possa essere considerato conforme al Regolamento fino al luogo di destinazione (ovvero il posto dove l’animale viene macellato o fatto riposare almeno per 48 ore) e ha il diritto di esigere una modificazione del piano di viaggio nel caso in cui ritenga che le disposizioni sopra menzionate non siano rispettate.

Cosa accade in realtà? 

Tuttavia, come più volte dimostrato dalle indagini di varie associazioni di protezione animale, in genere, nei paesi presenti soprattutto nel Medio Oriente non vi sono leggi sul trasporto degli animali o per proteggerli da trattamenti brutali. Ed infatti, i mezzi di trasporto sui quali vengono trasportati gli animali europei sono generalmente dei veicoli cargo, senza divisori, senza lettiera e senza protezione da condizioni meteorologiche avverse. Inoltre, gli animali vengono spesso picchiati e tenuti per giorni in luoghi sovraffollati e ricoperti di feci e urina. Infine, in questi paesi si applica la macellazione rituale (cioè senza stordimento preventivo) e in genere ciò avviene in luoghi che presentano condizioni igieniche allarmanti e senza alcuna cautela per il benessere dell’animale. Pertanto, si ritiene che i viaggi verso tali paesi non dovrebbero essere approvati dalle autorità dello Stato europeo di partenza.

Inoltre, malgrado esista il Regolamento di cui sopra, alcune associazione di protezione animale – come l’ONG svizzero-tedesca Animal Welfare Foundationdal 2010 ad oggi hanno ispezionato presso la frontiera Turca circa 400 tir ed è stato riscontrato che il 70% di questi, provenienti da 13 Paesi membri, violano in maniera grave e continua il Regolamento causando atroci sofferenze agli animali.

Guarda come viaggiano gli animali in realtà:

In particolare, le violazioni più frequenti riguardano:

  • Violazione dei tempi di guida;
  • Piani di viaggio irrealistici;
  • Animali feriti, esausti o morti;
  • Mancanza di acqua e di cibo;
  • Sovraffollamento degli animali;
  • Temperature estreme;
  • Sistema di ventilazione inadeguata;
  • False dichiarazioni sulle pause previste per far riposare gli animali.

A ciò si aggiunge  che la situazione alla frontiera bulgaro/turca durante il periodo estivo è realmente drammatica poiché le temperature al confine raggiungono spesso i 35-40°C (il Regolamento prevede che le temperature massime per consentire il viaggio siano 30°C). Malgrado questo, le ONG hanno osservato più volte che gli animali vengono comunque fatti partire dalle autorità competenti di alcuni Stati membri ponendo quindi in serio pericolo la loro salute e causandone anche la morte.

Per tutti questi motivi nel 2016 ho ricevuto mandato da Animal Welfare Foundation per presentare una denuncia dinanzi alla Commissione europea e una petizione al Parlamento europeo contro i 13 Stati membri di cui sopra, tra i quali vi è anche l’Italia, al fine di chiedere l’apertura di una procedura di infrazione contro di questi per la violazione del Regolamento CE 1/2005.

Attualmente la Commissione sta svolgendo delle indagini tramite audit sul territorio degli Stati denunciati (che al momento confermano – almeno in parte – quanto riscontrato da Animal Welfare Foundation) e non appena saranno terminate prenderà una decisione in merito.

Ovviamente vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi e incrociamo le dita!

Nel frattempo, è fondamentale che associazioni di protezione animale come Animal Equality e i suoi sostenitori continuino a portare alla luce queste terribili atrocità che, purtroppo, riguardano anche il nostro Paese.


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