Aprile 8, 2025

Pulcini maschi, il ministero dell’Agricoltura interviene in Parlamento. Animal Equality: “Troppe lacune e poca trasparenza, mancano informazioni precise sui finanziamenti in campo”

Milano, 08/04/2025 – Dopo le ripetute proteste rivolte da Animal Equality al governo per chiedere l’applicazione del divieto di uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova, oggi il Ministero dell’Agricoltura ha informato il Parlamento che il processo di attuazione della legge è in corso. Ancora una volta però non ha chiarito con quali risorse economiche sosterrà la transizione tecnologica delle aziende necessaria a fermare la strage dei pulcini, né è stato in grado di fornire indicazioni sulle tempistiche per l’emanazione dei decreti attuativi. 

A marzo, l’Onorevole Eleonora Evi ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per chiedere chiarezza sulle modalità con cui il governo intende sostenere gli incubatoi nella fase di transizione e sui tempi previsti per l’adozione dei provvedimenti ancora mancanti. In risposta, il sottosegretario Luigi D’Eramo è intervenuto in Aula, ma le sue dichiarazioni si sono rivelate ancora una volta vaghe e prive di indicazioni concrete, non fornendo le necessarie rassicurazioni richieste.

Il sottosegretario D’Eramo ha ribadito che “Il governo è pienamente consapevole dell’importanza di questo provvedimento che rappresenta un passo fondamentale per la protezione degli animali”, ma non ha chiarito come intenda mettere in pratica il divieto di uccisione dei pulcini maschi.

La normativa prevede che a partire dal 31 dicembre 2026 il divieto entri in vigore e che gli incubatoi debbano essere dotati di strumenti in grado di determinare il sesso dell’embrione prima della schiusa dell’uovo. D’Eramo ha spiegato che in tale direzione il Ministero della Salute ha istituito un tavolo tecnico con “la partecipazione delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative del Masaf”. Il sottosegretario ha riportato che durante le consultazioni è emerso che l’installazione di queste tecnologie richiederebbe adeguamenti strutturali degli incubatoi che al momento rappresentano “un ostacolo importante” per via degli spazi limitati al loro interno. 

Queste tecnologie, preme ricordare, sono già impiegate su larga scala in Germania, dove gli stabilimenti hanno strutture paragonabili a quelle italiane. D’Eramo ha fatto sapere che sono in corso delle analisi strutturali con le autorità locali per valutare la compatibilità delle strutture con le tecnologie da introdurre. Per quanto riguarda il sostegno finanziario, con il Ministero del Made In Italy e quello della Salute, il Ministero dell’Agricoltura ha detto di aver avviato un’interlocuzione per individuare i finanziamenti necessari alla transizione.

Secondo D’Eramo, “Il governo è impegnato nel percorso di attuazione entro la scadenza prevista”, ma come ribadisce Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia: “Nella risposta fornita dal Ministero dell’Agricoltura ci sono ancora troppe lacune e poca trasparenza. Ancora una volta mancano informazioni precise sui finanziamenti messi in campo per garantire l’applicazione del divieto e non sono state rese note neppure le tappe con cui il governo intende implementare concretamente il divieto. Queste risposte vaghe e le criticità presentate non possono in alcun modo giustificare la sofferenza dei 30 milioni di pulcini maschi uccisi ogni anno in Italia, che in assenza della pubblicazione dei provvedimenti rischiano di continuare a essere uccisi anche dopo il 2026. Chiediamo al governo di non girarsi dall’altra parte e ascoltare il nostro appello”.

Anche la deputata Eleonora Evi non si ritiene soddisfatta della risposta presentata dal Ministero: “Sul fronte finanziario si parla di un’interlocuzione con il ministro Urso, ma su questo emergono nuove domande: per adottare le tecnologie negli incubatoi vi è l’intenzione di utilizzare dei fondi della Pac oppure del Pnrr? Se sì, quali bandi si intende attivare? C’è la volontà di mettere delle risorse a bilancio sul prossimo anno? La scadenza è vicina e non ci si può nascondere dietro alle criticità raccolte dal Ministero: se è difficile adeguare le strutture degli incubatoi per introdurre nuove tecnologie, non lo è mai dare le autorizzazioni per ampliare allevamenti intensivi già esistenti, aumentando l’impatto sull’ambiente, sulla salute e ovviamente sulla sofferenza degli animali. Le soluzioni vanno trovate entro i tempi previsti. Questo divieto rischia a colpi di proroghe di rimanere inapplicato”.