Raddoppia il tuo impatto, dona ora! Ogni donazione vale x2
Notizia
Rimani aggiornato sulle ultime attività di Animal Equality

Nuova inchiesta di Animal Equality: la verità dietro le uova certificate da galline “sane e felici”

Novembre 3, 2020 Aggiornato: Novembre 4, 2020

Nuove immagini raccolte dagli investigatori di Animal Equality in un allevamento di galline ovaiole nel Regno Unito mostrano pulcini di pochi giorni confinati in gabbie metalliche, cadaveri in decomposizione abbandonati tra animali vivi e infestazioni di topi tra le uova

Animal Equality ha da poco rilasciato una nuova inchiesta, che mostra scene angoscianti di sofferenza animale girate sotto copertura all’interno di un allevamento di galline ovaiole nel Regno Unito. 

L’inchiesta si è svolta presso Kinswood Eggs, allevamento che è stato addirittura premiato con il marchio di qualità “Laid in Britain, una sorta di certificazione costituito da un consorzio di produttori indipendenti di uova riuniti proprio per certificare la qualità dei prodotti. Come si legge sul loro sito: 

“Laid in Britain offre i più alti standard di sicurezza alimentare e benessere dei volatili […] Acquista le tue uova con fiducia dai nostri produttori certificati”

Ma anche questa volta abbiamo potuto dimostrare che la realtà è molto diversa da quella dichiarata dalle aziende.

Nell’allevamento di Kinswood Eggs Ltd vengono allevate circa 320.000 galline e prodotte 72 milioni di uova all’anno, una cifra enorme rivolta soprattutto al mercato dei grossisti e del catering britannico. 

Gli investigatori di Animal Equality hanno visitato tre volte tra giugno e settembre 2020 l’allevamento di Kinswood Eggs Ltd e hanno trovato:

  • Nove giganteschi capannoni con gabbie su quattro livelli e contenenti oltre 30.000 uccelli in un unico capannone; 
  • Galline ammassate in gabbie estremamente sovraffollate, in alcuni casi con 100 animali in un’unica gabbia, in completa violazione delle norme vigenti; 
  • Pulcini di appena un giorno, abbandonati in gabbie vuote e con il pavimento fatto di filo metallico; 
  • Galline che soffrivano di una grave perdita di piume, alcune quasi calve, altre che mostravano segni di ernie e pelle arrossata o addirittura con ferite aperte; 
  • Carcasse di galline in decomposizione lasciate in mezzo alle compagne ancora vive; 
  • Infestazioni di topi in tutti i capannoni e veleno tossico per roditori sparso sul pavimento; 
  • Cadaveri di galline in decomposizione smaltiti in bidoni, attirando così vermi e mosche; 

Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality in Italia, ha dichiarato: 

“Appena pochi giorni dopo la nascita, questi fragili pulcini vengono ammassati in gabbie di filo metallico e rinchiusi a vita dietro le sbarre. Alle aziende piace dipingere un quadro di galline felici che depongono amorevolmente le uova per noi, ma non dicono mai pubblicamente che circa il 49% delle galline anche in Italia sono tenute in gabbia. Le gabbie sono incredibilmente crudeli – è ora che siano vietate”.

Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality in Italia

Un altro degli aspetti problematici evidenziati dalle immagini è che, ammassando un gran numero di animali in un’unica gabbia, l’azienda non può garantire che tutte le galline possano accedere ad acqua e cibo, una gravissima violazione delle norme. 

Kinswood Eggs ha costruito la propria azienda sulle gabbie: la loro decisione infatti è sempre stata quella di confinare le galline in gabbia fin dalla più tenera età, per poter controllare da vicino tutti gli aspetti della vita dei pulcini e gli stadi di produzione, al fine di ridurre al minimo i costi e produrre uova di dimensioni sempre maggiori. 

In un’intervista del 2016, il produttore ha ammesso questo processo, sostenendo che, controllando rigorosamente la vita degli animali “dalla stabulazione al riscaldamento, dall’idratazione alla ventilazione“, essi possono “produrre uova più grandi possibili“. Queste condizioni estremamente anomale sono ben lontane dall’habitat naturale di una gallina e possono avere terribili effetti sulla salute fisica e mentale degli animali.

La verità che si cela dietro all’industria delle uova è decisamente diversa da quella che viene “certificata” dalle etichette come quella “Laid in Britain” che era posta sulle uova prodotte da Kinswood Eggs per garantire la qualità del prodotto e la tutela del benessere degli animali.

Il nostro scopo è mostrare la realtà di questi allevamenti: tutto questo non sarebbe possibile senza le immagini raccolte dagli investigatori che si impegnano ogni giorno per portare alla luce la verità che l’industria vuole nascondere.

Le investigazioni sono la prima arma che abbiamo a disposizione per contrastare questo sistema terribile ed ingiusto: solo raccogliendo nuove immagini che mostrano la realtà possiamo continuare a portare alla luce cosa si nasconde dietro alle porte chiuse di allevamenti e macelli, perché senza il lavoro degli investigatori l’unica voce in campo sarebbe quella dell’industria e delle sue discutibili pubblicità. 

Noi siamo la voce fuori dal coro e vogliamo continuare ad esserlo: supporta chi combatte ogni giorno in prima linea per gli animali.


Ultime notizie
Dicembre 4, 2025

Dietro alla macellazione di migliaia di cavalli ci sono soltanto sofferenza e violenza. Lo documenta la nostra ultima investigazione, realizzata all’interno di un macello equino nella città di Correggio, in Emilia Romagna, una delle regioni con i più alti consumi di carne di cavallo a livello nazionale secondo i dati…
Dicembre 3, 2025

Il nostro team investigativo ha documentato per la prima volta la crudele macellazione dei cavalli in Italia, tra maltrattamenti e violazioni delle norme europee sul benessere animale.  Le immagini raccolte sono state trasmesse al TGR Emilia Romagna in un servizio in esclusiva mostrando a migliaia di telespettatori cosa si cela…
Dicembre 3, 2025

Eravamo ancora una volta davanti alla sede centrale della multinazionale del settore alimentare Ahold Delhaize, in Olanda, incatenati all’ingresso, quando la polizia è intervenuta arrestando i nostri attivisti. Cosa è successo durante la protesta  Gli attivisti stavano protestando pacificamente ricorrendo alla disobbedienza civile per chiedere all’azienda di porre fine all’uso…