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Violenza shock su mucche e vitelli: l’attrice di Harry Potter, Miriam Margolyes, lancia un appello contro la produzione di latte

Giugno 30, 2022 Aggiornato: Gennaio 16, 2023
mucche vitelli latte

Animal Equality rilascia un nuovo video narrato dall’attrice Miriam Margoyles e lancia contestualmente una petizione che chiede al Governo di Boris Johnson di favorire la transizione dal latte vaccino alle proteine a base vegetale.

Animal Equality rilascia un nuovo video che racconta il dramma che si consuma all’interno dell’industria del latte per mucche e vitelli costretti alla separazione e a subire gravi sofferenze per favorire la produzione di proteine animali. L’attrice di Harry Potter, Miriam Margolyes, ha prestato la propria voce e il proprio volto in supporto della campagna di Animal Equality per chiedere al governo britannico di sostenere gli agricoltori affinché abbandonino il settore lattiero-caseario e per un passaggio alle proteine a base vegetale.

Guarda il video con Miriam Margoyles, Prof. Sprout in Harry Potter:

Come mostrato attraverso numerose inchieste da Animal Equality, la sofferenza di mucche e vitelli separati alla nascita dalle proprie madri è sconcertante, negli allevamenti inoltre le mucche sono sottoposte a pratiche violente, tra cui l’inseminazione artificiale e le continue gravidanze forzate per garantire una costante produzione di latte.

Guarda la nostra ultima inchiesta in un allevamento di mucche sfruttate per la produzione di latte in Galles:

Miriam Margolyes, attrice pluripremiata, ha scelto di parlare per questi animali e di chiedere pubblicamente al governo britannico di sostenere finanziariamente gli agricoltori affinché abbandonino il settore lattiero-caseario per passare alla produzione di proteine a base vegetale. Conosciuta soprattutto per i ruoli della professoressa Sprout in Harry Potter e di Suor Mildred in Call The Midwife, l’attrice sostiene la petizione di Animal Equality – rivolta al Governo di Boris Johnson – che chiede di cambiare l’attuale sistema alimentare nel Regno Unito.

Nel video narrato da Miriam Margolyes, l’attrice esprime il suo sconcerto dopo aver appreso che queste crudeli pratiche industriali totalmente legali accadono in tutte le 8000 aziende lattiero-casearie del Regno Unito, comprese quelle accreditate e certificate come biologiche. Le immagini inedite raccontate dall’attrice sono state raccolte da Animal Equality all’interno della Madox Farm in Galles e mostrano scene crudeli di separazione di mucche e vitelli appena nati, una pratica standard in tutte le aziende lattiero-casearie del mondo.

In particolare, il video è associato alla petizione lanciata da Animal Equality che chiede che il denaro dei contribuenti inglese venga ridistribuito per sovvenzionare alternative alimentari a base vegetale, finanziare la riforestazione dei terreni e incentivare l’agricoltura, una mossa che, secondo l’attrice, “garantirà il futuro dei posti di lavoro degli agricoltori e creerà un mondo più compassionevole e sostenibile”.

In Italia, più di 2,6 milioni di mucche sono allevate per il loro latte ogni anno e la produzione di latte ha superato i 12,65 milioni di tonnellate, un aumento rispetto agli ultimi anni dovuto alla ripresa di alcuni settori che sono stati penalizzati durante il Covid. Ma il cambiamento con il passaggio ad altre forme alternative è molto forte anche nel nostro paese: secondo Coldiretti, sono circa 12 milioni gli italiani che consumano bevande vegetali per un totale annuo intorno agli 85 milioni di litri. Alcuni dati stimano che il mercato italiano ha raggiunto un valore di 280 milioni di euro ed è in continuo aumento.

Proprio come noi, le mucche devono partorire per produrre latte, un elemento intuitivo ma spesso sconosciuto al grande pubblico. Affinché gli esseri umani possano bere il latte di una mucca, i giovani vitelli maschi che nascono devono essere subito allontanati dalle mamme e strappati a un legame che in natura sarebbe molto stretto. Questa triste storia vale per tutti i milioni di mucche confinate da questa industria in tutto il mondo, anche in Italia. Dobbiamo porre fine a questo crudele ciclo di sofferenza passando rapidamente ad alternative a base vegetale.

Animal Equality

Ho fatto un viaggio di scoperta…. Sono di poche parole, quindi vi dirò la verità: mi ha spezzato il cuore. Ma sono anche grata che questo tema sia stato portato alla mia attenzione. Tutti meritano di conoscere la verità. Se avremo successo, più persone sceglieranno opzioni a base vegetale e berranno meno latte vaccino, il che significa che meno mucche e vitelli saranno separati e uccisi. Possiamo incoraggiare gli agricoltori ad abbandonare l’industria lattiero-casearia aiutandoli nella transizione verso colture sostenibili che possono essere trasformate in alternative al latte a base vegetale. Credo davvero che possiamo fare la differenza. Il mondo è duro. Rendiamolo più gentile.

Miriam Margolyes, attrice.

La petizione lanciata da Animal Equality nel Regno Unito fa seguito alla pubblicazione di filmati sotto copertura girati presso l’allevamento Madox, in Galles, dal team investigativo di Animal Equality e diffusi a febbraio su BBC One. Le investigazioni hanno rivelato abusi e negligenze estreme nei confronti degli animali, come calci nelle mammelle e colpi di pala in faccia alle mucche. Il programma Panorama su BBC One ha anche fatto luce sull’impatto della separazione tra mucche e vitelli con il professor Andrew Knight, direttore e fondatore del Centro per il benessere degli animali dell’Università di Winchester, che ha affermato come tale separazione sia “molto stressante sia per il vitello che per la madre” a causa del loro “legame molto forte”.

Animal Equality si batte ogni giorno per mostrare la sconcertante verità che l’industria del latte non racconta, anche in Italia. A differenza di quanto raccontato da molte pubblicità, negli allevamenti intensivi le mucche non sono infatti libere di correre nei prati con i propri vitelli, ma anzi, la loro vita è drammatica fin dalla nascita. 

Abbiamo documentato cosa accade nell’industria di una di quei prodotti considerati di eccellenza nel territorio italiano, la mozzarella di bufala. Ma ciò che abbiamo scoperto, non ha nulla a che fare con il concetto di eccellenza.


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