End The Cage Age: Animal Equality si unisce alla storica azione legale per gli animali
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha accolto la nostra richiesta, insieme a quella di Eurogroup for Animals e LAV, di aderire al ricorso avviato dal Comitato dei Cittadini End the Cage Age per chiedere conto alla Commissione europea della mancata realizzazione delle proposte per vietare l’allevamento in gabbia entro il 2026.
Insieme alle principali organizzazioni per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare, facciamo parte della coalizione italiana End the Cage Age e da anni ci battiamo affinché la sofferenza degli animali allevati in gabbia finisca. Nonostante l’impegno ufficiale che la Commissione UE si era assunta, le proposte per rendere le gabbie solo un brutto ricordo non sono ancora state presentate. In questo modo milioni di animali in tutta Europa rischiano di continuare a vivere rinchiusi tra terribili sofferenze.
Perché la decisione della Corte è importante
La Commissione europea avrebbe dovuto pubblicare le sue proposte per l’eliminazione delle gabbie negli allevamenti entro la fine del 2023. Questa pubblicazione tuttavia è in ritardo e sta compromettendo la vita di milioni di animali sfruttati a scopo alimentare.
La decisione della Corte di giustizia dell’UE riconosce che le nostre attività a sostegno degli animali allevati sono state influenzate negativamente da questo ritardo. Come Animal Equality, insieme alle altre organizzazioni accettate come ricorrenti nella causa legale rivolta alla Commissione UE, abbiamo ora l’opportunità di presentare alla Corte argomentazioni più dettagliate per spiegare le conseguenze negative di questo ritardo nei confronti del benessere degli animali.
Un successo a metà
Nonostante questo storico riconoscimento, non tutte le richieste per aderire alla causa sono state accolte. È il caso delle richieste di intervento presentate da ECI Campaign e dall’organizzazione non profit Foodwatch. I due gruppi sostengono che la democrazia, la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare abbiano subito un impatto negativo per il ritardo della Commissione, ma le loro motivazioni sono state respinte dalla Corte.
Questa decisione è stata definita “miope” dal Comitato dei cittadini, secondo cui la Corte non considera il benessere animale come un bene pubblico e una tematica che sta a cuore alla maggioranza dei cittadini europei.
Come nasce la causa contro la Commissione UE
Il Comitato dei cittadini per la campagna End The Cage Age ha lanciato la causa legale a marzo del 2024. Si tratta della prima causa con cui si chiede conto alla Commissione europea della sua incapacità di agire su un’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) regolarmente accolta e sostenuta da oltre 1,4 milioni di persone.
L’ICE è uno strumento democratico fondamentale che permette ad almeno un milione di cittadini residenti in un quarto degli Stati membri di invitare la Commissione a presentare una proposta legislativa che venga inserita nei trattati dell’Unione europea.
L’ICE End The Cage Age, in particolare, è la più firmata in assoluto tra le iniziative di questo tipo e l’unica al momento ad avere ricevuto una risposta positiva e giuridicamente vincolante dalla Commissione UE, che tuttavia non sta rispettando le scadenze promesse per attuarla.
I prossimi passi
Se la nostra azione legale avrà successo, la Commissione sarà obbligata dalla Corte a stabilire un calendario chiaro e ragionevole per presentare le proposte legislative e a concedere l’accesso al suo fascicolo sull’ICE.
L’azione legale che porteremo avanti come coalizione End the Cage Age è un passo storico: interverremo insieme ad altre organizzazioni in Europa affinché la voce di milioni di persone venga ascoltata e la sofferenza di ancora più animali non venga ignorata. Le gabbie devono essere eliminate una volta per tutte, in accordo con la comunità scientifica, e l’impegno ufficiale della Commissione Europea non può essere vanificato a causa degli interessi dell’industria alimentare.
Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia
Uno schiacciante 89% dei cittadini dell’Unione europea (circa 400 milioni di persone) ritiene che gli animali non debbano essere allevati in gabbie individuali. Eppure, in tutta Europa, ogni anno circa 300 milioni di maiali, galline, conigli, anatre, quaglie e oche trascorrono ancora la maggior parte della loro vita in gabbia.
Gli animali tenuti in gabbia sono spesso confinati in ambienti sterili, sovraffollati o completamente privi di contatti sociali, incapaci di girarsi o di esprimere anche i comportamenti più naturali.
Fermare tutto questo è possibile, a partire da cosa scegliamo di mettere nel piatto ogni giorno.
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