Sulle etichette svizzere si potranno trovare informazioni sulle pratiche crudeli subite dagli animali


Dal 1° luglio 2025, la Svizzera introdurrà l’obbligo di dichiarare in etichetta se carne, uova e latte provengono da animali sottoposti a mutilazioni o sofferenze
Più trasparenza per i consumatori, maggiore tutela per gli animali. Con una modifica all’Ordinanza sulle derrate alimentari, la Svizzera diventerà uno dei primi Paesi a rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta delle pratiche dolorose subite dagli animali nella produzione di carne, latte e uova.
Dal 1 luglio più trasparenza in etichetta
I consumatori svizzeri troveranno in etichetta informazioni chiare su come è stato prodotto un alimento di origine animale, in particolare se:
- Gli animali sono stati castrati, decornati o mutilati senza anestesia (es. taglio della coda nei suini o del becco nei polli);
- Sono state utilizzate tecniche vietate in Svizzera, come l’alimentazione forzata per produrre foie gras;
- Le rane sono state uccise senza stordimento prima della vendita delle cosce.

Le nuove norme si applicheranno a tutti i punti vendita, inclusi ristoranti, negozi e supermercati, che dovranno garantire la conformità tramite sistemi di autocontrollo. È previsto un periodo di transizione di due anni.
Dall‘alimentazione forzata alle mutilazioni: vietato non informare
Anche se alcune pratiche sono vietate da tempo in Svizzera, molti prodotti che ne derivano continuano a essere importati da altri Paesi.
Grazie a questo nuovo obbligo, chi acquista potrà finalmente sapere se sta finanziando sofferenze evitabili, come nel caso dell’alimentazione forzata di oche e anatre per la produzione di foie gras.

Il cambiamento normativo dà seguito alla mozione parlamentare 20.4267, che chiede una chiara distinzione tra prodotti ottenuti con metodi ammessi e quelli frutto di pratiche incompatibili con il benessere animale.
Oltre all’obbligo di etichettatura, il Consiglio federale ha annunciato anche un divieto d’importazione per pellicce ottenute con metodi crudeli. Il divieto sarà introdotto nell’ordinanza sulle importazioni di prodotti animali, con due anni di tempo per l’adeguamento.

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