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Volevano toglierci il megafono, ma non sono riusciti a fermarci!

Ottobre 15, 2025

Siamo stati minacciati fisicamente nei Paesi Bassi durante una protesta pacifica rivolta alla banca nazionale d’Olanda DNB (De Nederlandsche Bank).

L’aggressione è avvenuta davanti alla sede principale della banca, ad Amsterdam, dove stavamo manifestando rivolgendoci a Frans Muller, Vice Chair del CDA della banca e CEO e Presidente di Ahold Delhaize.

Dopo pochi minuti dall’inizio della protesta, un partecipante a una conferenza che si stava tenendo presso la banca – “Ewpn Annual ‘All together’ conference & awards” – si è avvicinato a un nostro attivista e lo ha minacciato fisicamente, cercando di portargli via il megafono con cui stava parlando. L’attivista, rimasto calmo, ha indicato che avrebbe potuto rivolgersi alle forze dell’ordine presenti. Nonostante la polizia fosse accanto a loro, l’uomo ha continuato a trattenerlo.

Pochi istanti dopo, gli agenti hanno accompagnato l’uomo all’interno e parlato con lui per alcuni minuti. La protesta non si è fermata un solo istante, perché manifestare pacificamente è un diritto e chiunque sia legato ad Ahold Delhaize deve sapere che le nostre proteste non cederanno di fronte a intimidazioni.

Questo episodio arriva a pochi mesi di distanza dalle minacce di morte rivolte agli attivisti di Animal Equality durante le precedenti proteste davanti alla sede centrale di Ahold Delhaize a Zaandam.

Le minacce di morte

Mentre eravamo in Olanda a protestare pacificamente, abbiamo ricevuto insulti e minacce di morte.

È successo davanti alla sede di Ahold Delhaize, nella città olandese di Zaandam, dove da inizio giugno chiediamo a questa multinazionale di rispettare l’impegno preso negli Stati Uniti dieci anni fa: quello di eliminare l’allevamento in gabbia di scrofe e galline dalla propria catena di approvvigionamento.

Per tutto il mese di giugno, abbiamo organizzato proteste ad Amsterdam e a Zaandam rivolte all’amministratore delegato di Ahold Delhaize, Frans Muller. Ma finora nessuno ci aveva mai aggrediti.

Cosa è successo durante le proteste

Il 1° luglio eravamo davanti agli uffici dell’azienda a Zaandam per condurre una veglia notturna a sostegno di tutti gli animali sfruttati che soffrono dietro le sbarre negli allevamenti. Abbiamo acceso delle candele, ci siamo seduti a terra e abbiamo vegliato mostrando le immagini che denunciano il legame di Ahold Delhaize con la crudeltà sugli animali costretti a vivere in gabbia.

Il mattino seguente ci siamo riuniti ancora una volta davanti alla sede di Ahold Delhaize srotolando un grande striscione con cui abbiamo dichiarato simbolicamente che quel luogo è una “zona contaminata”. Questo non a causa di sostanze chimiche, ma per ciò che l’azienda consente ancora oggi negli Stati Uniti: la vendita di prodotti provenienti da galline e scrofe sfruttate in gabbia.

Durante questa azione condotta in modo del tutto pacifico abbiamo ricevuto minacce di morte da due individui che si sono avvicinati intimandoci di lasciare l’area. Uno di loro ha rivolto minacce di morte a Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, e ha detto che avrebbe chiamato altre persone per tornare a “uccidere” gli attivisti.

Hanno tentato di aggredirci

Dopo queste minacce e gli insulti ricevuti, abbiamo subito anche un tentativo di aggressione. Durante la protesta, infatti, un altro individuo ci ha lanciato addosso delle uova imbrattando i muri e le vetrine del palazzo vicino. 

Nonostante questi tentativi di metterci a tacere, anche con l’uso della violenza verbale e fisica, abbiamo continuato a manifestare. Lo abbiamo fatto, e non smetteremo di farlo, perché gli animali hanno bisogno di noi.

Le nostre proteste sono sempre pacifiche e nessuna minaccia ci impedirà di continuare a chiedere che Frans Muller e l’azienda Ahold Delhaize mantengano le loro promesse e mettano fine alle gabbie negli Stati Uniti una volta per tutte.

Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia

Le proteste di questi giorni si aggiungono alla crescente pressione internazionale che stiamo portando avanti nei confronti di Ahold Delhaize da mesi. 

Nelle scorse settimane, infatti, abbiamo condotto varie manifestazioni davanti alla sua sede centrale a Zaandam, abbiamo reso visibile il nostro appello a tutta Amsterdam facendo trainare il nostro messaggio da un aereo sulla capitale olandese e abbiamo contestato l’operato dell’azienda intervenendo durante l’assemblea generale dei suoi azionisti. 

Cosa chiediamo ad Ahold Delhaize

Non ci fermeremo finché Ahold Delhaize e tutti i suoi marchi non adotteranno un impegno pubblico, verificabile e vincolato nel tempo per eliminare le gabbie dalla loro catena di approvvigionamento globale.

Nel 2014 Ahold Delhaize si è impegnata pubblicamente a eliminare le gabbie nella propria catena di approvvigionamento di uova e carne di maiale negli Stati Uniti. A distanza di oltre dieci anni, però, le immagini delle scrofe in gabbia che abbiamo raccolto mostrano che l’azienda non ha mantenuto la promessa. 

Mentre in Olanda l’uso di queste gabbie è stato vietato dal 2008, Ahold Delhaize continua a tollerarle negli Stati Uniti vendendo i propri prodotti attraverso marchi come Food Lion, Stop & Shop e Giant. Ma come ha detto Matteo Cupi:

Frans Muller non può più nascondersi dietro discorsi vuoti mentre milioni di animali continuano a soffrire. Il momento di agire è adesso.

Fermare la crudeltà delle gabbie è un atto possibile e necessario, che va realizzato immediatamente.

Ognuno di noi può contribuire a questo passo vitale per tutti gli esseri senzienti sfruttati a scopo alimentare attraverso scelte responsabili e compassionevoli, a partire da cosa decidiamo di mettere nel piatto ogni giorno.

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