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La siccità è causata dagli allevamenti


Sicuramente gli hamburger sono in cima alla lista degli alimenti ad alto consumo di acqua, ma anche altri prodotti di origine animale, come uova e formaggi, utilizzano una quantità incredibile di acqua e di altre risorse che potrebbero essere meglio utilizzate.

La siccità in California sta facendo notizia da mesi e l’opinione pubblica è molto attenta alle decisioni che le istituzioni hanno intenzione di prendere per limitare l’uso dell’acqua. Come previsto, si sono aperti ampi dibattiti sull’impatto che le nostre scelte – e soprattutto la nostra dieta – hanno sul consumo di acqua.

Un nuovo studio pubblicato sul New York Times ha confrontato la quantità di acqua utilizzata per la produzione di vari alimenti e gli hamburger sono in cima alla lista.

L’autore dello studio, Nicholas Kristof, spiega: “La crisi in California è soltanto un’anticipazione della carenza idrica che si avrà in gran parte del mondo. E mentre noi associamo lo sperpero di acqua al suo uso per riempire piscine o annaffiare prati verdeggianti, i più grandi consumi di acqua sono dovuti invece all’allevamento e all’agricoltura. Infatti, in California, l’80 per cento dell’acqua utilizzata dagli esseri umani è destinata all’agricoltura e all’allevamento”.

Sicuramente gli hamburger sono in cima alla lista degli alimenti ad alto consumo di acqua, ma anche altri prodotti di origine animale, come uova e formaggi, utilizzano una quantità incredibile di acqua e di altre risorse che potrebbero essere meglio utilizzate.

“I vegetali si trasformano in maniera piuttosto inefficiente in proteine animali. Infatti la produzione di un solo uovo necessita di circa 200 litri d’acqua; un chilo di pollo, 4000 litri; un litro di latte, 1000 litri. E un chilo di carne di manzo, 15.000 litri di acqua” spiega Kristof.

Dal consumo diretto di acqua degli animali, all’acqua utilizzata per annaffiare le colture destinate a diventare mangime, l’allevamento è il settore che richiede la più grande quantità di acqua.

Mentre i sostenitori degli allevamenti intensivi si vantano dei cambiamenti che hanno permesso di diminuire il prezzo della carne, Kristof afferma che a fronte di ciò le grandi aziende di allevamento impongono elevatissimi costi sociali, dati dall’uso inefficiente delle nostre risorse naturali.

Nell’allevamento oltretutto si utilizzano troppi antibiotici e le malattie umane sono sempre più resistenti ad essi, con grave pericolo per la salute pubblica. Circa quattro quinti degli antibiotici venduti negli Stati Uniti  vengono utilizzati per il bestiame e il pollame e ogni anno in America, secondo il Centro di controllo e prevenzione delle Malattie, 23.000 persone muoiono per infezioni resistenti agli antibiotici.

L’agricoltura utilizza troppi pesticidi, alcuni dei quali potenti distruttori endocrini che sono stati collegati a cancro, obesità e disordini riproduttivi.

L’allevamento industriale è spesso basato sul maltrattamento degli animali, in particolare il pollame, che viene condotto con spietata crudeltà.

Ma noi consumatori possiamo fare una scelta importante. Con l’adozione di una dieta a base vegetale, sana e sostenibile, abbiamo il potere di preservare preziose risorse naturali e proteggere gli animali, che purtroppo pagano il prezzo più basso delle loro carni o derivati con una vita di sofferenze e torture.

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