Calano ancora i consumi di carne di agnello in Italia: -10% solo nel 2017!


Arriva una buona notizia per gli agnelli. Secondo l’ultimo report pubblicato da Codacons, calano infatti i consumi di questa tipologia di carne su tutto il territorio italiano, dove si registra un meno 10% rispetto all’anno precedente.

E si tratta di un trend che, per fortuna, prosegue da anni: nel 2013 si macellavano circa 4 milioni di agnelli, per passare nel 2016 a poco più di 2 milioni di capi, risultato dei cambiamenti di abitudini di 7 famiglie su 10 che hanno scelto di non includere la carne di agnello nella loro tavola in occasione della Pasqua. 

Questa è la dimostrazione più tangibile che sensibilizzando le persone e diffondendo informazioni sulle reali condizioni degli agnelli e di tutti gli altri animali è possibile cambiare le cose. 

Nel corso di questi anni ci siamo impegnati in prima fila, con la nostra campagna #Salvaunagnello e con tutte le campagne precedenti, per far conoscere la realtà, che spesso è molto più dolorosa e cruenta di quello che tante persone riescono a immaginare

La nostra prima campagna su questo tema è partita nel 2013 con lo slogan “Questa Pasqua Salva un Agnello“, accompagnato sui social dall’hashtag #Salvaunagnello, una campagna che va avanti ormai da cinque anni per contrastare la terribile uccisione di agnelli e capretti che caratterizza purtroppo la festività religiosa della Pasqua e che nel 2017 è stata sostenuta dall’attore Tullio Solenghi, da sempre sensibile alla questione animale. 

 

Negli ultimi anni, per rafforzare questa campagna e rendere più efficace la risposta dell’opinione pubblica, Animal Equality Italia ha reso noti i risultati sconvolgenti di diverse investigazioni svolte all’interno del mercato della carne di agnello, negli allevamenti e nei mattatoi, compreso il trasporto di milioni di cuccioli che si svolge in un lasso di tempo produttivo molto concentrato. 

 

Nel 2017 abbiamo mostrato immagini che sono rimaste impresse nelle menti di migliaia di persone, quelle raccolte all’interno di un macello in provincia di Viterbo.

 

Qui, grazie all’installazione di telecamere nascoste, abbiamo scoperto che agnelli, pecore e capre venivano sottoposti a torture e violenze di una crudeltà insensata. Le immagini, riprese da tantissimi media italiani come Il Corriere della Sera, sono scioccanti: operatori che sgozzano animali senza stordimento, che li gonfiano con un compressore – mentre sono ancora vivi – per separare la pelle dai muscoli e che li lasciano ad agonizzare per minuti interi. 

 

E non è stata l’unica investigazione e campagna che abbiamo dedicato agli agnelli. 

 

 

Le immagini e i video arrivati attraverso i media nazionali – e internazionali – nelle case degli italiani, hanno mostrato agnelli strappati alle loro madri al momento della nascita, il loro trasporto che spesso dura migliaia di chilometri, i maltrattamenti subiti durante il tragitto e all’arrivo al mattatoio, la loro macellazione che troppo spesso avviene con gli animali ancora coscienti. 

 

A fronte di tutto questo, abbiamo continuato a lavorare perché sempre più persone smettano di consumare carne di agnelli e cuccioli in occasione della Pasqua e a riflettere sulle proprie abitudini alimentari, riducendo o eliminando il consumo di carne per tutto il resto dell’anno. 

 

Ma oltre ai consumi – la parte più importante e fondamentale per portare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo – ci sono anche altre azioni concrete che si possono intraprendere per cambiare la situazione. 

 Firma la nostra petizione per fermare le crudeltà nei macelli e per chiedere anche tu ai Parlamentari italiani di introdurre riforme più severe per monitorare e sanzionare i reati che avvengono in questi luoghi terribili. 


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