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Cos’è la spremitura del pesce? Una pratica crudele dell’industria ittica ancora poco conosciuta


La spremitura dei pesci può provocare enorme stress e sofferenze e serve a prelevare uova e sperma per poi incubare nuovi cuccioli di pesce che popoleranno gli allevamenti. 

Pesci spremuti come veri e propri oggetti: questa pratica è di comune utilizzo nell’allevamento ittico e serve per consentire la riproduzione degli individui.

Una riproduzione che però, come vedremo, non ha nulla di naturale. Proprio come nel caso di altri animali costretti negli allevamenti a terra, infatti, anche i pesci allevati sono costretti forzatamente a riprodursi e questa pratica stressante e dolorosa porta a gravi danni per la loro salute.

Guarda come vengono “spremuti” i pesci per ottenere le uova nella nostra ultima inchiesta negli allevamenti di pesce in India:

Questa pratica – comunemente utilizzata – non tiene però conto del fatto che i pesci non sono oggetti, ma individui. La spremitura viene effettuata senza badare al dolore o allo stress che questa causa ai pesci. Oltretutto, questa pratica può comportare lesioni o addirittura gravi deformazioni negli animali, in alcuni casi addirittura la raccolta delle uova può avvenire solo con un’operazione chirurgica, come nel caso dello storione.

La spremitura serve a prelevare dalle femmine di pesce le uova e dai maschi lo sperma, che vengono poi mischiati insieme per poi permettere alle uova così fecondate di schiudersi e dare vita ad una nuova generazione di pesci.

Nascere e morire nell’allevamento ittico

Si stima che entro il 2030 il 60% del pesce consumato proverrà dagli allevamenti ittici, strutture che utilizzano la stessa logica degli allevamenti intensivi per gli animali a terra: ricavare il maggior profitto possibile senza badare a ciò che comporta  per gli animali.

A differenza degli animali negli allevamenti a terra, però, i pesci non godono neppure delle più basilari tutele legali nonostante sia riconosciuto ormai da tempo che anche loro sono esseri senzienti in grado di provare gioia e dolore. 

I pesci destinati all’allevamento vengono quasi tutti fatti nascere in cattività, ad esclusione di pochi esemplari che vengono pescati e utilizzati come riproduttori, per garantire una certa diversità genetica. 

La vita dei piccoli pesci inizia così perlopiù in incubatoi specializzati: questi animali saranno poi condannati a vivere in gabbie sovraffollate, con miliardi di altri individui, in ambienti insalubri dove spesso si sviluppano infestazioni di pidocchi e dove gli animali – diventando aggressivi a causa dello stress –  si mordono e si feriscono spesso tra di loro. 

Una condanna ad una vita di sofferenze che terminerà con una morte altrettanto crudele: i pesci infatti non vengono tutelati neanche durante la fase di macellazione,  che avviene con metodi brutali. I pesci vengono percossi o sbattuti contro pareti o oggetti, vengono abbandonati a soffocare fuori dall’acqua, una morte lenta e dolorosa, o ancora peggio lasciati al freddo, sul ghiaccio,  ancora completamente coscienti, dove moriranno congelati vivi. 

L’intero ciclo di vita dei pesci allevati per la loro carne è una serie infinita di crudeltà: dalla spremitura, alla loro vita in gabbia, fino alla morte. La sofferenza di questi miliardi di animali non può lasciarci indifferenti, scopri di più su questi animali e sul lavoro che stiamo conducendo per fermare queste crudeltà.


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