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Covid-19: i trasporti di animali vivi non si fermano


Gli animali continuano ad essere trasportati attraverso le frontiere, con gravi sofferenze per loro e rischi per le persone

Nel corso di tutta la cosiddetta “Fase 1” del blocco che ha coinvolto l’Italia per prevenire la diffusione del Coronavirus c’è un comparto dell’industria che non ha conosciuto stop o chiusure, quello del settore agroalimentare.

Il Direttore Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, infatti, ha inserito tra le attività che non possono essere differite, ovvero le attività necessarie, la raccolta del latte e la raccolta delle uova; la raccolta e lavorazione dei sottoprodotti di origine animale; il ricevimento e la lavorazione delle carcasse, lo spostamento di animali da vita e da macello e la macellazioni di animali.

Tutto si è fermato dunque, tranne l’industria che ogni anno condanna a morte nel mondo oltre centocinquanta miliardi di animali e, con lei, non si sono mai fermati neppure i mezzi che trasportano gli animali all’interno di confini nazionali, europei ed extraeuropei per condurli dagli allevamenti ai macelli.

Maiali durante un trasporto

Il trasporto degli animali ai tempi del COVID-19

Per prevenire la diffusione del virus, la Commissione Europea ha pubblicato alcuni “Orientamenti per le misure di gestione delle frontiere”, un documento per gestire in modo efficace i confini e tutelare la salute delle persone, ma preservando nel contempo l’integrità del mercato. 

Di fatto questo documento dà diritto ai Paesi Europei di effettuare controlli sanitari – in entrata ed in uscita – sui veicoli che varcano i confini per garantire la prevenzione della diffusione del virus e fornire assistenza medica a chi dovesse risultare malato. Si deve però garantire anche la libera circolazione delle merci, e ciò è particolarmente importante per beni essenziali quali gli alimenti, compreso il bestiame.

Seppur nel medesimo documento di orientamento si legga che “tali controlli devono essere organizzati in modo da evitare gli assembramenti (ad es. le code)” Eurogroup for Animall’eurogruppo del Parlamento europeo che si occupa dei temi legati al benessere animale – ha sin da subito riportato dati allarmanti

Questi dati dimostrano che, a causa dei controlli alle frontiere, in molti casi non possono essere garantiti agli animali trasportati vivi neppure i diritti, già minimi, che la legislazione europea prevede per loro, come ad esempio:

  • La durata del viaggio deve essere ridotta al minimo
  • I bisogni degli animali devono essere soddisfatti durante il viaggio
  • Le condizioni degli animali devono essere regolarmente controllate durante il viaggio 
  • Agli animali devono essere forniti acqua, cibo e riposo ad intervalli opportuni

Come possono essere garantite agli animali le condizioni minime per rendere questo viaggio infernale quantomeno sopportabile se ai confini si registrano code chilometriche che bloccano anche i camion con a bordo animali vivi e senzienti? 

All’inizio di Aprile, ad esempio, in Croazia ai veicoli che trasportavano animali provenienti da “zone ad alto rischio” (come il Nord Italia) non era concesso di entrare nel Paese, e i camion con a bordo animali vivi, senzienti, già in condizioni di stress e paura, venivano bloccati.

Per tutta la durata della Fase 1 si sono registrate code di macchine lunghe km ai confini, ad esempio a quello tra Germania e Polonia o tra Lituania e Polonia. La situazione non migliora se guardiamo al di fuori dell’Europa dove all’inizio del mese di Aprile sono state registrate lunghissime code al confine bulgaro-turco, con i conducenti di veicoli che trasportano animali vivi che hanno riferito che ci volevano tre ore per percorrere 300 metri.

Cosa significa tutto questo per gli animali? 

Ogni giorno circa cinque milioni di animali viaggiano in tutto il mondo, per mare e per terra, diretti dagli allevamenti verso i macelli. Durante questi trasporti, che possono durare alcune ore o intere settimane, la salute psicofisica degli animali viene del tutto compromessa: stipati in spazi angusti, soffocati dal caldo o esposti al freddo e costretti a convivere con i corpi dei compagni che non sopravvivono al viaggio.

Questi viaggi rappresentano sempre un incredibile stress fisico e psicologico per gli animali, e sebbene la destinazione di questi viaggi rappresenti sempre morte certa, a volte può anche accadere di peggio, come è successo a decine di maiali la scorsa settimana, quando ben due camion che trasportavano questi animali al macello si sono ribaltati causando la morte di diversi animali. Incidenti di questo tipo non sono rari, e sono migliaia purtroppo gli animali che rimangono vittime di incidenti di questo tipo.

Guarda come viaggiano gli animali dagli allevamenti ai macelli:

Questi viaggi sono un vero inferno per gli animali anche in condizioni normali, e ora, con le code, il caos e le preoccupazioni derivate dalla diffusione del Coronavirus la situazione non fa che peggiorare per tutti gli animali costretti ancora a viaggiare tra i confini europei ed extraeuropei.

Sono davvero necessari questi viaggi infernali?

Per quanto riguarda la situazione italiana, è il Governo che ha il potere di decidere quali settori fermare in questo difficile momento per prevenire la diffusione del Coronavirus, e al momento la decisione è appunto quella di mantenere il comparto agroalimentare attivo e operante per garantire i rifornimenti alimentari alla popolazione. 

Si tratta di una problematica molto complessa, non solo politica ma anche culturale, dal momento che per buona fascia della popolazione mondiale gli animali allevati a scopo alimentare continuano ad essere considerati solo “cibo” e come tali ancora allevati a consumati anche in tempi di crisi.

Il dibattito circa la necessità o meno di mangiare carne è sempre attivo e recenti studi realizzati da Harvard e pubblicati su Nature non fanno che confermare un aspetto molto importante, e cioè che  in questo momento storico – fatto di cambiamenti climatici, virus e incertezze profonde circa la sicurezza sanitaria e la salute globale -l’uomo non ha bisogno di mangiare carne o altri derivati per ricevere tutti i nutrienti di cui ha bisogno.

Anche alcuni recenti articoli di stampa italiani hanno evidenziato come proprio in questo periodo di crisi siano aumentati molto gli acquisti di frutta e verdura, fondamentali per un’alimentazione sana, equilibrata e ricca di sostanze fondamentali per l’organismo umano. 

Il  potere infatti di porre fine a questi trasporti terribili e alle sofferenze degli animali confinati anche in questo istante in macelli e allevamenti è sempre nelle tue mani

Scegliere di adottare un’alimentazione a base vegetale significa scegliere di risparmiare agli animali questi viaggi, ma anche porre fine alla sofferenza di una vita trascorsa in allevamenti e la condanna al macello. 

Scegliere una dieta 100% a base vegetale, oltretutto, può aiutare nel lungo termine a prevenire problemi di salute pubblica che potrebbero derivare dalla nostra abitudine a consumare prodotti animali, come la minaccia dell’antibiotico-resistenza, leggi il nostro prossimo articolo per saperne di più.


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