Crudele ma legale
Alcune pratiche standard dell’industria alimentare sono intrinsecamente crudeli.
Ogni anno, miliardi di animali vengono sfruttati e uccisi per la produzione di cibo in allevamenti e macelli, e sottoposti a continue sofferenze.
Oltre a dover nascere per poi morire nel giro di poco tempo per soddisfare il profitto di un’industria crudele, la breve vita di questi animali è segnata da paura, dolore, solitudine e sofferenza.
Purtroppo, alcune pratiche e strumenti che vengono impiegati in questi luoghi sono legali, ma legale – a volte – non significa giusto, significa crudele.
Vogliamo far sentire la voce degli animali e fare luce su ciò che accade loro negli allevamenti e nei macelli, vogliamo che tutti loro possano vivere un in mondo in cui sono rispettati e protetti.
Per questo motivo, sensibilizziamo le persone mostrando la verità che si cela dietro questi luoghi, denunciando tutta la sofferenza che esiste, purtroppo, nella “legalità”.
Il crudele trattamento di mucche e vitelli
Maternità negata
Attraverso l’uso dell’anello antisucchio o anti-allattamento, che viene applicato al setto nasale del vitello con le punte rivolte verso l’esterno, si proibisce il naturale processo di allattamento della madre nei confronti del cucciolo.
Le punte dell’anello provocano fastidio e dolore alla mucca, che per questo è indotta ad allontanare il vitello e preservare il latte destinato alla vendita. Gli anelli possono ferire il setto nasale o altre parti del muso del vitello, causano dolore e ostacolano l’animale quando mangia, beve o si lecca.
La separazione forzata tra mucca e vitello all’interno degli allevamenti è la prassi: un duro colpo sulla salute psico-fisica che provoca sofferenza emotiva e stress sia alla madre che al cucciolo: una mucca separata dal vitello cade nella depressione più profonda, piangendo per giorni.
Munte fino allo sfinimento e alla morte
Lo strumento di mungitura meccanica è collegato a una macchina con sistema sottovuoto che aspira il latte dalle mammelle della mucca. Quando la macchina non è sterile può causare uno dei problemi che più affliggono le mucche sfruttate per il loro latte: la mastite, una infezione che provoca dolore, fastidio, disagio e stress. Nei casi più gravi può causare la perdita totale o parziale della mammella e persino la morte.
Le mucche sono sottoposte a cicli di mungiture sfinenti che possono portare al cosiddetto fenomeno delle “mucche a terra”: esauste dal continuo sfruttamento crollano a terra, a volte fratturandosi le ossa – rese fragili dalla mancanza di movimento – così che vengono spostate con delle ruspe o agganciate per una zampa, montate su camion per essere poi trasportate al macello.
Il fenomeno delle “mucche a terra” è frequente dopo 4/5 anni di sfruttamento all’interno dell’industria del latte, mentre in natura questi animali vivrebbero dai 20 ai 40 anni.
La crudeltà dell’industria del latte
Sfruttamento, sfinimento, morte e sofferenza: questo è quello che accade nell’industria del latte.
Come tutti i mammiferi, le mucche producono latte solo dopo aver partorito e per questo per produrre latte le mucche sono costrette a un ciclo infinito di inseminazioni artificiali e di parti.
Un ciclo che porterà il loro fisico a consumarsi, molto prima di quanto accadrebbe in natura.
La mucca e il suo cucciolo vengono separati nel giro di qualche ora dalla nascita, e questa separazione innaturale provoca dolore a entrambi. I cuccioli femmina, inoltre, verranno a loro volta sfruttati per la produzione di latte, mentre i maschi vengono saranno imprigionati in allevamenti, e il loro destino sarà quello di essere portati al macello dopo pochi mesi di vita, diventando carne.
Alimentate con forza per produrre foie gras
Stop all’alimentazione forzata
L’alimentazione forzata per la produzione di foie gras è vietata in Italia, ma purtroppo è ancora legale in diversi paesi europei. Inoltre, il foie gras continua a essere venduto e consumato nel nostro Paese.
Lo strumento che viene impiegato in questa pratica crudele consiste in un imbuto e un lungo tubo metallico di circa 30 cm.
Anatre e oche vengono alimentate a forza due volte al giorno al fine di costringerle a ingerire grandi quantità di cibo. Il tubo iniettore sfrega contro le pareti interne del collo, le dilata forzatamente e provoca forti dolori agli animali.
Non è raro che a causa di questa pratica anatre ed oche si feriscano e sviluppino infezioni. In alcuni casi ci sono fenomeni di reflusso e di rigetto, che possono causare anche la morte per soffocamento.
Una campagna per vietarla in Europa
Dal momento che in Italia la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata è vietata, chiediamo al nostro governo di sostenere il divieto in tutta l’Europa dove ci sono Paesi, come la Francia, che ancora la praticano negli allevamenti di anatre e oche.
Chiedi anche tu di mettere fine a questa crudeltà in Europa!
L’ULTIMA CRUDELTÀ PRIMA DI MORIRE
Appesi con un gancio metallico
Il gancio metallico viene utilizzato nei macelli per lo stordimento elettrico di polli e galline ma anche anatre e conigli.
Il processo consiste nell’appendere l’animale per le zampe, che di solito sono già danneggiate dalle condizioni di vita negli allevamenti. Questa sospensione è spesso brusca e provoca gravi lesioni, come fratture e rottura dei tendini.
Nei macelli avicoli si utilizza principalmente il metodo di stordimento detto “del bagno d’acqua multiplo”.
Gli animali appesi a testa in giù ai ganci vengono immergersi fino alle ali nell’acqua, dove sono esposti alla corrente elettrica. Purtroppo, lo stordimento non è sempre efficace. Successivamente i polli vengono fatti passare attraverso un apparecchio che taglia loro la gola ponendo finalmente fine alle loro sofferenze.
Inchiesta in un macello di polli
I polli a rapido accrescimento allevati dall’industria della carne soffrono intrinsecamente per la selezione genetica a cui sono stati sottoposti.
Ad aggravare la situazione sono le condizioni precarie degli allevamenti, dove il sovraffollamento e il contatto continuo, 24 ore su 24 e per 7 settimane, con i propri escrementi e con le deiezioni dei compagni rendono la vita di questi animali insopportabile.
Gli individui che sopravvivono ai problemi causati dalla selezione genetica e dalle condizioni dell’allevamento vanno comunque incontro a un triste destino: il macello.
All’interno del macello, gli operatori prendono gli animali per le zampe e li appendono a testa in giù, una procedura che schiaccia loro gli organi interni provocando soffocamento. Le ossa di questi animali sono tremendamente fragili e capita spesso che vengano spezzate dalla scarsa attenzione degli operatori, causando così inutili sofferenze. I metodi di stordimento sono spesso inefficaci e la maggior parte degli animali viene sgozzata ancora cosciente e muore dissanguata in una lenta agonia.
Nell’allevamento di maiali
Taglio della coda
Il taglio sistematico della coda dei suini (effettuato senza anestesia e analgesia) è vietato a livello europeo, ma purtroppo è stato riscontrato uno scarso livello di conformità in Europa e in Italia.
Per questo motivo, facciamo luce su quanto questa pratica sia crudele e causi enormi sofferenze ai cuccioli.
Il tagliacoda elettrico è lo strumento che viene utilizzato per recidere la coda dei suinetti. La lama emette calore per tagliare e cauterizzare contemporaneamente la coda, provocando a questi cuccioli dolore per via dell’amputazione del tessuto, spesso senza anestesia.
A causa di questa pratica, infezioni e infiammazioni, complicazioni post-operatorie e neuromi possono verificarsi all’estremità della coda causando dolore, comportamenti di irrequietezza e violenza verso gli altri maiali, oltre a perdita di peso.
Castrazione senza anestesia
I maialini, purtroppo, sono sottoposti anche a un’altra pratica crudele: la castrazione senza anestesia. Gli strumenti che vengono utilizzati in questo caso sono una pinza e degli anelli.
La pinza viene utilizzata per posizionare un anello di gomma intorno allo scroto dei suinetti, interrompendo il flusso sanguigno e causando l’essiccazione e la caduta dei tessuti. Come altre procedure, l’uso di questi anelli può causare dolore acuto, che si manifesta con posture anomale, cambiamenti comportamentali e difficoltà motorie. Questo metodo di castrazione è ampiamente utilizzato nei cuccioli da 0 a 3 mesi.
Maialini mutilati negli allevamenti intensivi in Messico
Negli anni, abbiamo documentato attraverso le nostre inchieste le sofferenze patite dai maiali negli allevamenti intensivi. Una delle ultime indagini che abbiamo pubblicato, con immagini raccolte in Messico, mette in evidenza tutta la crudeltà a cui sono sottoposti questi animali.
AMICI, NON CIBO!
Passare ad un’alimentazione 100% vegetale è facile se sai come farlo!
Scopri tutti i consigli sul nostro sito dedicato.