Maiale in un allevamento di El Pozo Maiali in un allevamento di El Pozo

Caso El Pozo: annullata l’assoluzione degli allevatori


Il tribunale aveva riconosciuto il degrado all’interno dell’allevamento spagnolo, ma aveva assolto i suoi proprietari. Ora ha accolto il ricorso presentato da Animal Equality nei confronti della sentenza e ordinato lo svolgimento di un nuovo processo.

Nel 2018, in Spagna, il team investigativo di Animal Equality aveva denunciato un allevamento che riforniva la celebre azienda alimentare El Pozo: al suo interno i maiali vivevano in pessime condizioni, tra atti di cannibalismo e gravi malattie. 

Guarda l’inchiesta che mostra come vivevano i maiali allevati dai fratelli Carrasco:

Dopo aver raccolto queste immagini, abbiamo denunciato i fratelli Carrasco, proprietari dell’allevamento, per 14 reati di maltrattamento di animali. La Procura li ha accusati di reato continuato di maltrattamento di animali chiedendo 18 mesi di carcere per gli imputati e il divieto di tenere animali per 9 anni. 

Tuttavia i fratelli Carrasco erano stati assolti. Abbiamo quindi deciso di presentare ricorso. 

La risposta al ricorso è arrivata: il tribunale spagnolo della provincia di Murcia ha annullato la sentenza che ha assolto i fratelli Carrasco e stabilito che il processo dovrà essere ripetuto. 

La corte condivide infatti le argomentazioni presentate dall’organizzazione, ovvero che la conclusione del giudice fosse lontana dalla ragionevolezza e dalla conoscenza scientifica, e ha ordinato che il nuovo processo sia presieduto da un altro magistrato.


Cos’era successo durante il processo del caso El Pozo

Durante il processo conclusosi a maggio, è stata riconosciuta l’esistenza di chiari indicatori di maltrattamento sugli animali a fronte delle prove presentate. Tra questi: animali con lesioni irreversibili, fratture, tumori e fistole, tutti fattori che dimostrano che gli imputati hanno evitato oppure omesso le cure essenziali per la salute dei maiali all’interno dello stabilimento. Tuttavia i proprietari erano stati assolti.

Secondo Daniel Amelang, avvocato dell’accusa popolare esercitata da Animal Equality si tratta di “una sentenza agrodolce”:

Da un lato è positiva perché riconosce la validità delle prove documentali ottenute da Animal Equality e dal team Salvados, quando sono entrati nell’allevamento per effettuare le registrazioni. Inoltre, la sentenza ammette ciò che è evidente a prima vista: che gli animali che appaiono nelle registrazioni sono in cattive condizioni fisiche, presentando processi patologici infettivi e contagiosi, malformazioni congenite, artropatie, tumori o ascessi voluminosi, nonché grandi ernie inguinali e ombelicali.

Ma ha anche aggiunto:

La parte negativa della sentenza è che ipotizza che i suini si trovassero in un’infermeria, che venissero accuditi e che non ci fosse un abbandono generalizzato. E conclude che, così facendo, gli allevatori stessero adempiendo ai loro compiti e che la responsabilità delle cure fosse del veterinario. È stato quindi confermato che il veterinario dell’allevamento avrebbe dovuto essere incriminato, come richiesto da Animal Equality.

Di fronte a questi risultati, abbiamo deciso di presentare appello contro la sentenza del processo a carico dei fratelli Carrasco. La nostra decisione è motivata anche dal parere dei veterinari che hanno analizzato le immagini: gli esperti hanno concluso che gli animali erano irrecuperabili e che tenerli in vita in queste condizioni prolungava inutilmente la loro sofferenza.

Non fa quindi alcuna differenza che fossero in un’infermeria, separati dal resto dei loro compagni. Non si sarebbe mai dovuto permettere che la loro salute si aggravasse in quel modo, con quelle ernie e quelle artropatie. E questo è qualcosa che qualsiasi allevatore avrebbe dovuto sapere, senza bisogno di ricorrere a servizi veterinari.

Daniel Amelang, avvocato dell’accusa popolare esercitata da Animal Equality

Dopo la sentenza, Javier Moreno, co-fondatore di Animal Equality che ha partecipato alle indagini ed è stato testimone nel processo, ha detto:

Grazie alle nostre immagini trasmesse in tv, tutta la Spagna ha visto cosa stava accadendo in quell’allevamento che riforniva El Pozo: cannibalismo, animali con ernie giganti, animali deformi, con ferite così grandi da non potersi nemmeno muovere, ed era qualcosa che accadeva in tutto l’allevamento, come riconosciuto dallo stesso team del programma Salvados durante il processo.

Javier Moreno ha anche aggiunto:

È molto positivo che siano state ammesse le nostre prove documentali, poiché legittimano il lavoro di ricerca sull’industria zootecnica, una delle più chiuse al mondo. Faremo inoltre appello alla sentenza perché i responsabili di questo maltrattamento non possono rimanere impuniti, come la veterinaria di El Pozo, che non è stata incriminata quando lo abbiamo richiesto e che ora invece la sentenza indica come responsabile. 

La prima fase del processo a El Pozo

Nel corso della prima udienza svoltasi il 24 gennaio 2024, il perito del tribunale, comparso su richiesta dell’accusa, ha concluso che quello che abbiamo documentato nell’allevamento è un caso di maltrattamento animale per omissione, poiché le ernie e le ferite che i maiali presentavano avevano l’aspetto di essere rimaste non curate per settimane: 

Questo tipo di ernia non può manifestarsi in poche ore. Ci vogliono settimane. Molti degli animali non possono nemmeno riposare o sdraiarsi a causa delle dimensioni delle loro ernie e questa condizione stava prolungando in modo ingiustificato la loro sofferenza.

L’ispettore veterinario che ha visitato l’allevamento dopo la messa in onda del programma ha riconosciuto inoltre che il numero di animali morti nell’allevamento di proprietà dei fratelli Carrasco era più che doppio rispetto alla norma per gli allevamenti di questo tipo, pari a 27.000 chili di animali morti all’anno.

Il cameraman di Salvados che ha ripreso le immagini ha ammesso in tribunale che, pur avendo filmato molti altri allevamenti, non aveva mai visto o sentito un odore simile

C’erano maiali morti ovunque, altri in condizioni terribili e con malformazioni. Ciò che mi ha colpito di più quando me ne sono andato sono stati i contenitori pieni di animali morti e in decomposizione. Non ho mai sentito un odore simile in vita mia.

Sul banco degli imputati, i fratelli Carrasco hanno detto che non c’è alcuna certezza che l’allevamento filmato sia davvero di loro proprietà, nonostante le coordinate GPS indichino il contrario. Per giustificare l’alto tasso di mortalità, hanno sostenuto che in quei giorni l’allevamento era affetto da un’infezione virale e che la sporcizia era dovuta ai nebulizzatori che usano per il raffreddamento della struttura.

Non ho mai visto immagini come quelle del video nella mia azienda.

J.L.M.C, proprietario dell’allevamento

Le prove e le testimonianze degli ispettori veterinari

Dopo la messa in onda delle nostre immagini durante una puntata del programma tv Salvados, abbiamo presentato una prima denuncia ma, nonostante tutte le prove presentate, il Tribunale di primo grado ha archiviato il caso. Abbiamo quindi presentato ricorso e alla fine il tribunale provinciale di Murcia ha deciso che i responsabili dell’allevamento sarebbero stati processati per maltrattamenti sugli animali.

Le riprese che abbiamo documentato all’interno dell’allevamento sono state visionate nel corso del processo. Le immagini rivelano le atroci condizioni a cui sono stati sottoposti i maiali, nonché le testimonianze della troupe televisiva e di Javier Moreno, membro di Animal Equality, che era presente durante la registrazione.

Cannibalismo, maiali malati e cadaveri abbandonati

Come mostrano le nostre immagini, gran parte dei maiali destinati al consumo umano nell’allevamento soffrivano di ernie e tumori così grandi che molti non potevano nemmeno muoversi. Altri erano affetti da deformità e ascessi e abbandonati a loro stessi. Abbiamo documentato anche la presenza di numerosi cadaveri in putrefazione tra i maiali vivi e scene di cannibalismo tra gli animali.

Sono entrato in molti allevamenti e non ho mai visto niente di simile.

Jordi Évole, conduttore di Salvados

L’allevamento che abbiamo esplorato insieme a Jordi Évole e al suo team è stata uno dei peggiori che abbia mai visto in vita mia. L’industria della carne tratta gli animali come merce e, sebbene questo sia uno dei peggiori allevamenti da noi documentati, non possiamo dimenticare che il sovraffollamento e le condizioni in cui gli animali vengono tenuti negli allevamenti intensivi sono deplorevoli di per sé. Per questo l’intero sistema di allevamento degli animali va messo in discussione.

Javier Moreno, cofondatore di Animal Equality

El Pozo maiale

Quando abbiamo svolto l’investigazione, nel 2018, l’allevamento Hermanos Carrasco, che forniva i maiali a El Pozo, si rifiutò di partecipare al programma. Dopo la messa in onda delle immagini, quando lo scandalo venne alla luce, l’azienda non riconobbe alcuna responsabilità, accusando Salvados e Animal Equality di mentire.

Il rapporto tra El Pozo e l’azienda agricola Hermanos Carrasco 

La messa in onda delle immagini che mostravano animali malati e deformi ha avuto ripercussioni internazionali e diversi supermercati in Belgio hanno rimosso i prodotti El Pozo dai loro scaffali. Temendo che questa reazione si espandesse anche in altri Paesi, El Pozo rilasciò un comunicato in cui riferiva di aver interrotto i rapporti con l’azienda agricola sotto inchiesta: in questo modo El Pozo aveva riconosciuto il legame che era stato negato fin dall’inizio.

L’inchiesta, che ha scioccato la società spagnola e non solo, ha permesso di portare nell’agenda pubblica e all’attenzione dei media gli abusi che avvengono negli allevamenti intensivi. Un dibattito che da allora ha continuato a crescere.

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