

Oltre la protesta: ecco cosa succede davvero dietro le nostre azioni rivolte ad Ahold Delhaize

Sono passate settimane dall’inizio della nostra mobilitazione in Olanda rivolta ad Ahold Delhaize. Ci sono alcune cose che rimangono sotto pelle, emozioni e sensazioni come la voce che a tratti manca, le mani che insieme reggono striscioni per ore sotto la pioggia, i sorrisi stanchi ma sinceri, gli sguardi complici di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.

Siamo arrivati da tutta Europa con un solo obiettivo: chiedere ad Ahold Delhaize di mantenere la promessa fatta oltre 10 anni fa: eliminare le gabbie per scrofe e galline dalla sua filiera. Ma questa storia, come tutte quelle che valgono, è anche una storia di persone. Di relazioni che nascono, si rafforzano, si intrecciano in mezzo alla fatica e alla determinazione.
In Olanda abbiamo formato una vera e propria casa degli attivisti. Da tutta Europa, e in alcuni casi da tutto il mondo, nuove persone si sono unite di settimana in settimana, portando con sé energie fresche, idee nuove, coraggio. In un continuo rigenerarsi di risorse e voci che si uniscono al coro!

Mi porto nel cuore Stewart, dal Regno Unito, con la sua energia contagiosa. È diventato vegan da poco ma è già lì, in strada, a dare tutto se stesso per gli animali.
Poi c’è Angelica, italiana, alle sue primissime proteste: tenace, dolce, sempre pronta a ridere nel momento giusto per alleggerire il cuore.
Zule, dalla Spagna, una forza della natura al megafono, inarrestabile. E Andrea, all’apparenza timido, che si trasforma durante le proteste: grinta, voce e presenza, sempre.

Queste sono solo alcune delle anime straordinarie che ho incontrato fino ad ora. Persone con cui ancora oggi mi sento, mi confronto, costruisco. Perché una protesta può durare un giorno, ma un movimento si costruisce insieme, con pazienza e cura, ogni singolo giorno.
E poi ci sono ricordi che non si dimenticano, che si portano dentro e si raccontano con un sorriso stanco ma fiero: i materiali creati nei ritagli tra una protesta e l’altra, tra colla, nastri adesivi e idee dell’ultimo minuto. Le sagome giganti portate in metropolitana, i cartelli trasportati tra tram e autobus, mentre il vento sferzava o il sole ci cuoceva, questo quando la pioggia non ci bagnava.

Le proteste sotto la pioggia, o con 35 gradi, con le persone che ci insultavano davanti ai supermercati Albert Heijn, una delle catene di supermercati più diffuse in Olanda, e di proprietà di Ahold Delhaize.
Le voci perse per i cori, le tisane allo zenzero che non bastavano mai, i gesti per comunicare quando le parole non uscivano più e le risate che ne conseguivano.
Dietro le azioni più potenti, dietro ogni video che scuote le coscienze, ci sono sempre quei momenti lì: mani sporche di colla, scotch che non tiene, risate nervose in viaggio verso una protesta, corpi stanchi che trovano la forza nell’unità.
È lì che nasce tutto: nella realtà imperfetta e bellissima delle persone che resistono.

Ci sono stati anche momenti difficili. Minacce, tensioni, attacchi.. ma la certezza di avere sempre qualcuno accanto, pronto a spronarti, è impagabile. Ogni giorno, prima e dopo le proteste, ci prendevamo cura uno dell’altro.
C’erano momenti per lottare. E momenti per stare. Per guardarsi negli occhi, condividere un pasto, raccontare la propria storia.
Una sera, durante una pausa, un volontario mi ha raccontato che quando durante le proteste si sentiva un po’ stanco guardava la foto della scrofa rinchiusa in gabbia sul banner. E lì, in quello sguardo, ritrovava la forza di andare avanti.

E poi c’è stata la veglia notturna. Silenziosa, intensa. Al caldo e poi improvvisamente al freddo, con l’umidità che entrava nelle ossa. Circondati solo da candele e da occhi a tratti stanchi, ma colmi di cura.
Non sono mai mancati gesti semplici, ma potenti come chiedere regolarmente come ci sentissimo, scambiarci le coperte, darci un abbraccio a vicenda… Nessuno si è tirato indietro. Nessuno ha lasciato il posto vuoto.

La campagna continua. Le azioni rivolte ad Ahold Delhaize non si fermano. E io so, con certezza, che ogni gesto fatto – da chi è venuto fino ad ora in Olanda a chi ha firmato una petizione da casa – ha lasciato un segno.
Questo movimento è nostro. È fatto di lotta, sì. Ma anche di comunità, di cura, di connessioni vere. Ed è proprio questo che lo rende così potente.
Se anche tu vuoi essere parte di questa mobilitazione, il momento è adesso. Firma la petizione e aiutaci a dire basta una volta e per tutte alle gabbie. Ogni firma conta. Ogni voce fa la differenza.


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