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Polli broiler: la loro vita in allevamento


Di solito associamo la parola ‘pulcino’ alla parola ‘nido’, vero?

Ma i pulcini nati in allevamento non sanno nemmeno che cos’è un nido e non lo scopriranno mai: la loro ‘casa’ sarà per sempre un capannone inospitale.

Varcare la porta di uno di questi allevamenti è come atterrare su un pianeta alieno: l’odore acido accoglie con uno schiaffo e in un attimo si viene catapultati in una marea di piume bianche. Ci si trova immersi nel suono assordante di migliaia e migliaia di polli ammassati, così tanti che non si riesce a distinguerli l’uno dall’altro.

Durante le investigazioni i nostri investigatori hanno notato come i più piccoli cercano istintivamente calore materno e restando volentieri accovacciati tra le loro mani.

I loro compagni più cresciuti (sarebbe scorretto definirli ‘adulti’ perché hanno circa un mese di vita), sono invece spaventati dall’uomo.

Guardandoli più da vicino, in diverse occasioni, è chiaro che c’è qualcosa che non va: le loro zampe sono deformi, piegate in modo innaturale.

Cercano di allontanarsi ma il loro scheletro non è sufficientemente sviluppato per permettere loro di muoversi facilmente: le ossa non riescono a sostenere tutto quel peso acquisito in così poco tempo. Tecnicamente sono ancora dei pulcini in fase di sviluppo, condannati a sopportare il peso di un corpo di un adulto.

Ma c’è dell’altro, in questi posti gli animali non vengono nutriti da un allevatore che lancia il mangime agli uccelli, bensì gli abbeveratoi e le mangiatoie sono completamente automatizzate e vengono costantemente innalzate e poste a un’altezza tale che risulta irraggiungibile per i polli più deboli. Questo significa che chi non cresce a sufficienza è destinato a morire di fame e di sete.

Ed è così che molti di loro non sopravvivono abbastanza a lungo per essere macellati.

Questa è una pratica tra le più crudeli e meschine dell’industria della carne di pollo.

Nessuno di loro riceve cure veterinarie, e non è un caso: gli animali più deboli vengono eliminati ‘fisiologicamente’ da questo sistema crudele, le loro vite valgono talmente poco che la loro morte non rappresenta nemmeno una perdita economica per le aziende.

Non è finita qui: negli allevamenti è concesso ‘l’abbattimento di emergenza senza supervisione veterinaria’. Questo significa che gli operatori, negli allevamenti, possono fare il bello e il cattivo tempo con i polli più deboli: questo significa che vengono eliminati come scarti, senza pietà e senza alcuno stordimento che allevi il loro dolore.

Ecco perché i pulcini sono così spaventati dalla presenza umana.

Puoi leggere cosa succede durante la quarta settimana di vita di un pulcino a rapido accrescimento: quando il suo peso passa da 800 a 980 grammi.


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