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Stop alla carne “sintetica”: il Governo contro animali, ambiente e salute


Dopo pochi mesi dall’approvazione al Senato della legge che sancisce lo stop alla produzione e alla vendita della carne coltivata in Italia, arriva la prima retromarcia del governo. Lo stesso Ministero che aveva promosso la legge, infatti, ha da poco richiesto la revoca della notifica a Bruxelles.

Una comunicazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Francesco Lollobrigida ha chiesto a Bruxelles “il ritiro della richiesta di notifica della legge, per un approfondimento delle tematiche oggetto del ddl, alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire”.

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Il Governo italiano contro la carne “sintetica”

Il disegno di legge in questione mira a vietare l’importazione e la produzione della carne coltivata, un prodotto che non è stato ancora autorizzato nell’Unione europea e che quindi non è ancora in commercio né in Europa né in Italia. Se però l’Ue dovesse autorizzare la vendita della carne coltivata, le regole del mercato unico europeo impedirebbero ai singoli Paesi di adottare barriere alla libera circolazione delle merci, tranne in rare eccezioni, come la sicurezza nazionale. 

I governi degli Stati membri sono inoltre chiamati a informare la Commissione europea riguardo a qualsiasi progetto di regolamentazione tecnica che potrebbe ostacolare la libera circolazione delle merci prima della sua adozione. È il caso di questo ddl, che sarebbe dovuto passare al vaglio della Commissione. Se l’esame del testo avesse fatto emergere la presenza di ostacoli alla libera circolazione, la Commissione sarebbe potuta intervenire fermando il ddl del governo italiano.

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Cos’è la carne “sintetica”, o meglio la carne coltivata?

Cercando di semplificare molto: la carne coltivata viene prodotta estraendo le cellule staminali da animali vivi, queste vengono poi coltivate in un liquido in cui si nutrono e si moltiplicano, si differenziano e si specializzano creando grasso e tessuti muscolari, quindi carne. 

La tecnica usata per produrla è nata inizialmente per la rigenerazione dei tessuti umani, “la stessa che si utilizza per ricostruire la pelle dei grandi ustionati” come ha spiegato in una recente intervista Luigi De Nardo, fondatore del corso di laurea magistrale in Food Engineering del Politecnico di Milano.

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Carne sintetica pro e contro

In realtà il titolo è una provocazione, perché di contro non ce ne sono, almeno al momento nessuna delle ricerche o analisi effettuate nei paesi dove la produzione di carne coltivata è consentita ha riscontrato problematiche relative al suo consumo.

Di pro, invece, ce ne sono eccome: il primo tra tutti è quello che con lo sviluppo della carne coltivata si potrà evitare lo sfruttamento e l’uccisione di milioni di animali. Si stima che da una sola cellula prelevata da un animale si possano ottenere 10mila chili di carne in poche settimane. E senza uccidere e macellare animali.

Come Animal Equality denunciamo da tempo le crudeli condizioni a cui gli animali allevati sono condannati ogni giorno tra sovraffollamento, malattie, selezione genetica brutale, maltrattamenti e uccisioni dolorose. Sviluppando queste tecnologie potremo finalmente iniziare a costruire un mondo in cui queste crudeltà non esistono più o almeno iniziare a ridurle drasticamente. 

Guarda la verità dietro la produzione di carne: 

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E lo sviluppo della carne sintetica non avrebbe impatto positivo solo sugli animali, ma anche sull’ambiente: sembra che rispetto alla carne tradizionale quella sintetica consentirebbe di utilizzare il 7-45% in meno di energia, il 99% in meno di suolo, l’82-96% in meno di acqua, emettendo tra il 78-96% in meno di emissioni a seconda del prodotto animale considerato.

Ridurre o abbandonare il consumo di carne e di altri prodotti di origine animale è una via che anche le Nazioni Unite hanno da tempo indicato per contrastare gli effetti inquinanti e dannosi dell’industria alimentare. Anche a questo scopo, il programma Horizon Europe intende sostenere la ricerca relativa alla carne coltivata destinando al settore un finanziamento di 25 milioni di euro.

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Ultimo aspetto positivo, ma non da meno, la salute umana: secondo dati del 2022 circa il 50% degli antibiotici utilizzati in Italia è impiegato nel settore zootecnico, gli animali che vengono allevati vivono in condizioni terribili in ambienti sovraffollati, a contatto con le loro deiezioni e gli allevamenti spesso sono ambienti insalubri e vere e proprie polveriere dove rischiano di esplodere nuovi virus.

La carne coltivata, invece, verrebbe prodotta in ambienti altamente controllati, dove i rischi di contagio e malattie infettive sono molto bassi. 

Non c’è niente di “naturale” nella produzione di carne

Guardando agli aspetti positivi che lo sviluppo della carne sintetica porterebbe per animali, ambiente e persone è chiaro che la decisione del Governo non sia dettata da una vera volontà di tutelare gli italiani, ma di tutelare solo l’industria della carne che è l’unica a vedere i suoi affari minacciati dallo sviluppo della carne sintetica.

La decisione del Ministro Lollobrigida, infatti, arriva a seguito di una lunga campagna iniziata da Coldiretti mesi fa, con l’obiettivo specifico di demonizzare la carne coltivata – che ha in più occasioni definito “cibo Frankenstein”. 

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Verrebbe da chiedersi se Governo e Coldiretti avrebbero il coraggio di mostrare qual è il vero “cibo Frankenstein”: ricordando ai consumatori italiani che ogni giorno portano in tavola carne prodotta ad esempio da polli selezionati geneticamente per crescere così tanto da non riuscire a reggersi in piedi dopo poche settimane di vita e da maiali che vivono in capannoni sovraffollati a perenne contatto con le loro deiezioni. Uova prodotte da galline rinchiuse in gabbie, latte da mucche che vengono artificialmente ingravidate, separate dai loro cuccioli e poi uccise.

La verità è che Governo e industria hanno portato avanti una campagna per spaventare i consumatori, creando un’opposizione che non esiste tra “naturale” e “sintetico” , non c’è più nulla di naturale nel sistema di produzione intensivo, c’è solo la sofferenza degli animali, l’impatto ambientale e il rischio per la salute. Tutti aspetti che potremmo contrastare con lo sviluppo della carne sintetica. 

Guarda come vengono prodotte in realtà le eccellenze del Made in Italy: 

Quando sarà disponibile la carne sintetica

Stando alle stime FAO, nel 2050 la popolazione mondiale potrebbe arrivare a 9 miliardi di persone, con la crescita del numero di abitanti aumenterà anche la domanda di carne. L’attuale sistema di produzione di carne non è più sostenibile, non è pensabile pensare di rispondere alle richieste del mondo famelico continuando a sfruttare e ad uccidere miliardi di animali. 

In questo senso la carne coltivata rappresenterebbe una soluzione più etica e sostenibile, il processo è già iniziato: la carne sintetica è già commercializzata a Singapore, ed entrerà a breve anche nel mercato statunitense, dove la Food and Drug Administration ha recentemente dato l’ok alla vendita della prima carne di pollo coltivata prodotta dall’industria GOOD Meat.

In Europa al parere scientifico sta invece lavorando l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), con sede a Parma, a seguito di questo parere ci sarà una decisione in ambito UE.

In questo contesto c’è solo da scegliere da che parte stare: dalla parte di un futuro che può vedere gli animali più rispettati e un minor impatto su ambiente e persone, o dalla parte che porta avanti un sistema crudele, obsoleto e anacronistico. Negli scorsi giorni il Governo ha dato prova di stare dalla parte del passato, ma noi non lo accetteremo, e con noi molti cittadini, studiosi e aziende che vogliono investire in un futuro migliore. 

Tu, intanto, puoi fare la tua parte: la carne coltivata non è ancora disponibile in Italia e forse non lo sarà mai, ma abbiamo già a disposizione tanti sostituti vegetali della carne, provali a partire da oggi ed inizia a cambiare le cose per gli animali, e non solo!

AMICI, NON CIBO!

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