Una nuova tecnologia può salvare i pulcini maschi
La notizia è appena arrivata dalla Germania e potrebbe trattarsi davvero di una svolta epocale per il destino dei milioni di pulcini maschi che finiscono per essere uccisi brutalmente nel sistema attuale di produzione delle uova.
Quella di cui stiamo parlando è una nuova tecnica che permette di identificare il sesso dei pulcini prima ancora che le uova si schiudano, attraverso un test che analizza le componenti ormonali degli embrioni contenuti nelle uova e, in maniera piuttosto precisa, stabilisce se il pulcino che nascerà sarà una femmina o un maschio.
Il brevetto tedesco si chiama Seleggt ed è stato presentato come un sistema per evitare il dramma dello sterminio dei pulcini maschi.
E nei supermercati tedeschi della catena Rewe è già approdato un marchio di uova “RespEggt” prodotte proprio senza uccisione di pulcini maschi.
Per quanto questa novità non risolva la condizione comunque di sfruttamento delle galline nell’industria delle uova, sembra davvero in grado di affrontare uno degli aspetti più oscuri e terribili della produzione di uova, come testimoniato anche da numerose investigazioni.
LE NOSTRE INVESTIGAZIONI NEGLI INCUBATOI
Gli incubatoi sono luoghi in cui le uova vengono covate in massa, artificialmente. I pulcini passano lì il primo giorno della loro vita, prima di essere inviati agli allevamenti. La loro vita è orribile fin dall’inizio.
Nei video realizzati dai nostri investigatori si vedono chiaramente pulcini manipolati senza la minima cura, gettati vivi in contenitori e schiacciati con delle mazze, decapitati dagli operai a mani nude, perché considerati inutili e soffocati dentro sacchi di plastica.
Sono pratiche comuni di un’industria che non ha alcun rispetto per la vita di questi piccoli. I pulcini scartati vengono brutalmente uccisi il giorno stesso in cui nascono, lontano dal calore di una madre.
UN CAMBIAMENTO POSSIBILE
Le storie che abbiamo raccolto lavorando sotto copertura negli incubatoi dimostrano che si tratta davvero di un cambiamento necessario, e ora possibile.
Secondo quanto riporta Repubblica, anche le associazioni di categoria come Assoavi si dicono favorevoli e, anzi, pensano già di introdurle presto sul mercato italiano. Tutto questo ovviamente non è una soluzione definitiva allo sfruttamento, ma si tratta di un segnale che anche l’industria comincia a capire che una cambiamento è davvero fondamentale.
Risparmiare la vita di milioni di pulcini maschi infatti è una richiesta arrivata da un numero sempre crescente di consumatori, oltre che dalle associazioni di veterinari italiane ed europee.
A proposito di veterinari, sempre Repubblica ha raccolto anche la testimonianza di Enrico Moriconi, veterinario e garante per i diritti animali della regione Piemonte, oltre che consulente di Animal Equality: «Sicuramente è una soluzione positiva e migliore. È chiaro però che questo non va a escludere o migliorare i problemi generali degli allevamenti intensivi e delle pratiche che lì avvengono. Ma se proprio non riusciamo a ragionare in un ottica diversa e superare l’idea dello sfruttamento animale per il consumo alimentare allora direi che sì, questa soluzione è decisamente positiva».
Lo sfruttamento di tanti animali purtroppo infatti rimane una realtà concreta e contro la quale lavoriamo ogni giorno senza sosta, ma questo è un nuovo passo importante per risparmiare una vita di sofferenze a milioni di animali.