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Squallore e sofferenza per i maiali negli allevamenti modello della Gran Bretagna

Smascherata ancora una volta l'industria suinicola inglese.
Maggio 31, 2016 Aggiornato: Giugno 23, 2020

Negli ultimi quattro mesi, gli investigatori di Animal Equality hanno filmato ciò che accade all’interno di tre allevamenti inglesi di suini scelti a campione. Si sono trovati davanti ad una realtà di sofferenza estrema e di ordinaria negligenza dei regolamenti inglesi ed europei sul benessere animale. Ogni irregolarità verrà segnalata alle autorità competenti.

Uno di questi allevamenti è proprietà di Meryl Ward, imprenditrice del settore che ha ricevuto un riconoscimento per il “Miglioramento del benessere dei suini” nel 2013. Tuttavia, i maiali trovati dal nostro team investigativo erano costretti a vivere immersi nei liquami.

Gli investigatori hanno filmato in questo stesso allevamento anche: scrofe da riproduzione con grandi piaghe sui fianchi e sulle zampe, moltissimi maialini morti o in fin di vita, un suino con un grave prolasso all’ano che veniva morsicato dai suoi simili, animali confinati in recinti di cemento e l’ordinaria amputazione della coda dei maialini, con le code gettate e lasciate sul pavimento. Quest’allevamento rifornisce due noti supermercati inglesi.

Il secondo allevamento, di proprietà di un’altra azienda premiata che rifornisce supermercati altrettanto noti, conteneva scrofe incinte rinchiuse in piccole gabbie, una pratica vietata dal 1999 nel Regno Unito.

In questo allevamento sono stati trovati maiali illegalmente rinchiusi in recinti spogli, con ferite alle orecchie provocate dalla frustrazione dei compagni, il cadavere di un maiale che veniva mangiato dai suoi simili, scrofe da riproduzione con piaghe sui fianchi e sul muso, molti maialini morti e in fin di vita.

Nel terzo allevamento i suini erano ammassati in recinti i cui pavimenti erano ricoperti di feci e cibo liquido. Un maiale morto è stato inoltre lasciato tutta la notte nel corridoio di un reparto d’ingrasso, con il rischio di diffusione di malattie.

“Se questo è lo standard degli allevamenti premiati per l’attenzione al benessere animale, possiamo soltanto immaginare le condizioni di sofferenza e abbandono in cui vivono i milioni di altri maiali rinchiusi negli allevamenti intensivi”, ha affermato la dottoressa Toni Shephard, direttrice di Animal Equality nel Regno Unito. Dopo aver passato in rassegna i nostri filmati, Andrew Knight, veterinario e professore di etica e benessere animale alla University of Winchester, ha affermato: “Nessuna persona ragionevole rimarrebbe indifferente davanti alle condizioni di vita di questi animali altamente intelligenti e sensibili. I consumatori rimarrebbero esterrefatti se sapessero la verità sulle modalità di allevamento di questi maiali”.

I suini sono animali molto intelligenti e la legge chiede che gli vengano dati materiali e stimoli contro la noia e lo stress. Il regolamento inglese specifica che gli oggetti legati a catene non sono raccomandabili dato che i maiali perdono velocemente interesse nei loro confronti. Tuttavia, la maggior parte di quelli incontrati dal team investigativo non aveva alcun materiale a disposizione, mentre gli altri avevano soltanto oggetti sporchi legati a catene.

I maiali annoiati o stressati possono farsi del male a vicenda, spesso mordendo la coda dei compagni. Il materiale anti-stress è fondamentale per il loro benessere psico-fisico, ma spesso gli allevatori tendono semplicemente a tagliargli la coda: una pratica che ovviamente non prevede anestesia e a cui si dovrebbe ricorrere soltanto dopo aver dato agli animali più spazio e oggetti con cui sfogarsi. In tutti e tre gli allevamenti filmati, i maiali avevano scarsissimo materiale anti-stress e tutti avevano subito il taglio della coda.   La situazione in Italia non è migliore. L’anno scorso la nostra inchiesta sull’industria suinicola italiana ha dimostrato che la qualità di cui si vanta il nostro paese è spesso e volentieri frutto della pubblicità. Le immagini raccolte in Italia mostravano: • Scrofe costrette a vivere tutta la gravidanza e gran parte della loro vita all’interno di piccolissime gabbie di gestazione; • Cuccioli abbandonati e senza cure, schiacciati o gettati uno sull’altro come spazzatura, spesso all’aperto e per diverse ore; • Zone di ingrasso stracolme di maiali costretti a vivere tra sporcizia, feci e urine;   • Malattie e ferite gravi non curate (con prolassi all’ano di estrema gravità).

Puoi contribuire a porre fine a tutto questo, lascia gli animali fuori dal piatto.



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