E se trovassi le alternative vegetali sugli stessi scaffali della carne?
Sainsbury’s è la terza catena di supermercati del Regno Unito. Fondata nel 1869, è proprietaria di quasi un quinto di tutti i supermercati inglesi, grazie ai quali fattura circa 24 miliardi di sterline ogni anno.
Perché ve ne stiamo parlando? Perché c’è una buona notizia!
Questo colosso della grande distribuzione britannica ha infatti deciso di incentivare apertamente il consumo di prodotti vegetali e, allo stesso tempo, di scoraggiare l’acquisto di prodotti derivanti dallo sfruttamento degli animali.
Le strategie attraverso le quali Sainsbury’s intende attuare questo piano sono fondamentalmente tre:
• la distribuzione di vouchers ai propri clienti per incrementare le vendite di prodotti a base vegetali;
• la distribuzione di opuscoli con ricette che non prevedano l’utilizzo di prodotti derivanti dallo sfruttamento degli animali;
• la sistemazione delle alternative vegetali a fianco dei prodotti a base di carne.
Oggi, nella maggior parte dei supermercati del mondo, i prodotti a base vegetale sono relegati a scaffali ben precisi, spesso, come nel caso del nostro paese in angoli remoti dei punti vendita.
La disposizione dei prodotti su questi scaffali non avviene certo a caso: così come esistono corsie più trafficate di altre, esistono scaffali (o anche semplicemente ripiani!) più in vista di altri.
Ci sono team di esperti che studiano la disposizione dei prodotti sugli scaffali ed il rapporto di queste posizioni con le vendite. È il motivo per cui, spesso, non troviamo dei prodotti al solito posto.
Posizionare un prodotto alternativo di fianco al suo concorrente significa implicitamente ammettere che questi due prodotti siano, in un certo senso, sostituibili. Viceversa, posizionarli in parti diverse del punto vendita (anche solo in un ripiano più in basso) significa stabilire una vera e propria gerarchia fra i prodotti stessi.
In questo senso, affiancare alla carne i prodotti a base vegetale segna una svolta storica. Sainsbury’s sta implicitamente comunicando ai propri consumatori – ad esempio – che un burger vegetale sia una valida alternativa ad un hamburger di carne.
Se avete eliminato la carne dalla vostra dieta da un po’ di tempo, provate a ricordarvi quanta fatica facevate anche solo 3 anni fa a reperire quello di cui avevate bisogno: quanto vi avrebbe semplificato la vita trovare le alternative vegetali sugli scaffali esattamente di fianco ai loro concorrenti non-vegetali?
Se poi a tutto questo aggiungete la distribuzione di volantini che educano ad una cucina a base vegetale e soprattutto dei voucher e buoni sconto che ne favoriscano le vendite, capirete perché l’impegno di Sainsbury è degno di nota.
Chiaramente, l’incredibile aumento di vendite dei prodotti a base vegetale registrato in questi anni nel Regno Unito deve aver avuto un peso su questa decisione strategica, tuttavia rimane comunque una decisione importante per la diffusione di un consumo che nuoca meno alla salute dei consumatori, a quella del pianeta ma soprattutto a quella degli animali!
I prodotti a base vegetale spesso giocano la loro partita commerciale in contesti non favorevoli: i pregiudizi di un pubblico non adeguatamente informato, le difficoltà di accesso da parte dei consumatori, la concorrenza ‘sleale’ dovuta agli incentivi statali alle industrie zootecnico o la scarsa diffusione di punti vendita specifici sono solo alcuni aspetti.
Qualsiasi decisione che favorisca l’incremento di prodotti a base vegetale inevitabilmente va ad attaccare il consumo di carne e, in un ottica più a lungo termine, lo sfruttamento e la sofferenza degli animali all’interno dell’industria della carne. In questo contesto, la decisione del terzo colosso della grande distribuzione britannica di incentivare il consumo di prodotti a base vegetale è, senza dubbio, un passo positivo.
Ci auguriamo che serva da esemprio per tutta la concorrenza.