Spagna: una nuova investigazione svela la crudeltà delle gabbie nell’allevamento delle galline ovaiole
Quando parliamo di allevamenti intensivi ci concentriamo su pratiche particolari o conseguenze dolorose, dimenticandoci spesso del dolore e la frustrazione derivanti dalla semplice condizione di prigionia in una gabbia.
Prima di entrare nei dettagli di quello che le nostre investigazioni hanno rivelato in Spagna, tentiamo di rendere l’idea di cosa voglia dire una vita intera chiusi dentro ad una gabbia e tentiamo di rendere questo concetto in un modo semplice ed accessibile a tutti.
Ti è mai capitato di prendere la metro o un treno in un orario di punta? Magari in un momento per cui, per una strana serie di coincidenze e sfortune, ci fossero più passeggeri del previsto?
Oppure: ti è mai capitato di salire su un ascensore già pieno, chiedendo gentilmente un po’ di spazio nonostante fosse già al completo?
Sicuramente sì.
Ecco, vivere in gabbia deve significare qualcosa di simile. Solo che gli animali sono costretti a passarci tutta l’esistenza. Noi, così ammassati, resistiamo giusto il tempo per fare qualche piano (nel caso dell’ascensore) o qualche fermata (nel caso della metro o del treno).
Gli animali allevati in gabbia invece spendono così la loro intera esistenza e ne usciranno solo per andare al macello.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a questo problema, Animal Equality ha appena rilasciato una nuova investigazione che denuncia proprio le crudeltà del sistema di produzione di uova in Spagna.
Le sofferenze documentate sono tante, troppe:
• galline spiumate tutte le aziende agricole a causa di stress per le condizioni di affollamento
• cadaveri in decomposizione all’interno delle gabbie dove vivono altre compagne
• galline con il becco tagliato (pratica standard in molte aziende agricole)
• contenitori pieni di cadaveri di galline
• galline malate, abbandonate a terra, agonizzanti, lasciate morire di fame e di sete
Queste crudeltà sono lo standard degli allevamenti di galline ovaiole in Spagna, ma la situazione nel nostro paese è la stessa: quest’industria detiene decine di migliaia di galline all’interno di capannoni di cemento dalle dimensioni enormi, nei quali agli animali è negato lo sviluppo di qualsiasi comportamento naturale.
Al posto del terreno su cui le loro zampe dovrebbero muoversi, sono costrette a calpestare un reticolo di metallo per tutta la vita, infliggendosi di conseguenza dolore e ferite.
Spesso, inoltre, le galline rimangono intrappolate con le zampe tra il reticolo, condannandosi così ad una lenta morte per fame e sete.
Ma l’allevamento in gabbia ha altre conseguenze: a causa delle pesanti condizioni di stress le galline tendono a beccarsi fra di loro, provocandosi ferite che non ricevono cure veterinarie. Questo inoltre fornisce all’industria la scusante per una delle pratiche più dolorose per questi animali: il taglio della punta del becco, o debeccaggio. Il becco è un organo estremamente sensibile del volatile, ricco di terminazioni nervose e recettori sensoriali. Questa pratica viene effettuata con i metodi più differenti, da un alto voltaggio elettrico al raggio laser, ma la procedura più utilizzata è una lama arroventata tra i 650° ed i 750°
La dichiarazione di Javier Moreno, direttore internazionale e co-fondatore di Animal Equality:
“L’allevamento delle galline in gabbia è uno dei sistemi che causano più sofferenza fra gli animali negli allevamenti intensivi.
I consumatori hanno il diritto di conoscere queste informazioni ed Animal Equality lavorerà senza sosta per porre fine a questo sistema crudele”
Animal Equality è impegnata su più fronti per consegnare al passato la crudele pratica dell’allevamento in gabbia. Per fare questo agiamo in più modi:
• realizziamo investigazioni come questa o quella sull’industria avicola Messicana
• sollecitiamo le aziende all’abbandono dei fornitori delle uova prodotte in questo tipo di allevamenti attraverso campagne di pressione diretta
• informiamo i consumatori in merito alle condizioni di vita ll’interno di queste strutture, esortando l’opinione pubblica ad abbandonare qualsiasi tipo di prodotto derivante dallo sfruttamento animale
• esercitiamo pressioni sui decisori politici
L’ultima iniziativa lanciata da Animal Equality in Italia è la campagna #RUN4ANIMALS, il cui scopo è appunto la raccolta di fondi per attuare le strategie elencate qui sopra ed iniziare fin da subito a costruire un mondo in cui le gabbie siano solo un triste ricordo del passato.