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Trasporti animali vivi: Animal Equality denuncia la Spagna alla Commissione europea

Aprile 8, 2021
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Le autorità nei porti di Cartagena e Tarragona non hanno garantito il rispetto dei diritti fondamentali degli animali durante i trasporti a bordo delle navi 

Animal Equality, in collaborazione con ENPA, ha presentato una denuncia presso la Commissione europea contro la Spagna, segnalando quindi le procedure scorrette e le omissioni messe in atto dalle autorità dei porti di Tarragona e Cartagena che avrebbero dovuto controllare il rispetto delle norme minime per la tutela degli animali a bordo delle navi Elbeik e Karim Allah.

Chiediamo alla Commissione europea una verifica sulla corretta applicazione del Regolamento che tutela il benessere degli animali durante la fase di trasporto da parte delle autorità spagnole e l’eventuale apertura di una procedura di infrazione qualora venga riscontrata una violazione del diritto europeo. 

Abbiamo anche depositato una petizione presso il Parlamento europeo, per chiedere ai parlamentari di intraprendere qualsiasi azione considerata appropriata per garantire il rispetto della normativa   europea   sulla   protezione   degli   animali   durante   il   loro   trasporto,   con   particolare riferimento  alla   loro   esportazione   via  mare  dalla   Spagna, e dagli altri Stati  membri interessati, verso Stati terzi.

Se la petizione sarà considerata ricevibile da parte della Commissione preposta qualsiasi cittadino europeo potrà sostenerla tramite il portale delle petizioni online al Parlamento europeo.

Animal Equality terrà monitorata la richiesta di petizione e lavorerà, in caso di responso positivo, per dare maggior risalto possibile a questo importante strumento democratico nelle mani dei cittadini europei. 

Perché abbiamo deciso di denunciare la Spagna 

Il caso che ci ha portato alla decisione di presentare denuncia presso la Commissione europea contro la Spagna è quello che ha interessato negli scorsi mesi le navi Elbeik e Karim Allah, partite rispettivamente dai porti spagnoli di Tarragona e Cartagena.

A bordo di queste navi erano costretti centinaia di migliaia di animali, nello specifico 895 bovini sulla Karim Allah e 1789 vitelli sulla Elbeik. Gli animali dovevano essere venduti a Tripoli, ma una volta vistosi negare lo sbarco per una sospetta malattia degli animali, le navi sono state lasciate alla deriva e così sono rimaste per oltre 2 mesi. 

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In queste lunghissime settimane gli animali hanno viaggiato rinchiusi all’interno di recinti in  condizioni igienico-sanitarie agghiaccianti, rimbalzati avanti e indietro da un paese all’altro, senza possibilità alcuna di essere scaricati in un porto e neppure di poter riposare o essere rifocillati. Queste mancanze comportano gravi lesioni fisiche e psicologiche agli animali e devono essere sanzionate.

Le autorità spagnole sapevano e non hanno fatto niente per gli animali e gli equipaggi

Le autorità spagnole – il cui compito sarebbe quello di far rispettare il Regolamento CE n. 1/2005 che regola la protezione degli animali vivi durante il loro trasporto – non hanno intrapreso nessuna azione per porre immediatamente fine all’estrema sofferenza degli animali presenti a bordo, così come espressamente previsto dal Regolamento.

Tutto questo malgrado le autorità stesse fossero ben consapevoli di tale situazione.

Già il 18 febbraio, infatti, quando la nave Karim Allah si trovava in rada presso il porto di Cagliari, Animal Equality – in collaborazione con ENPA e Animal Welfare Foundation – ha inviato un’istanza al Ministero della Salute italiano per chiedere un’ispezione immediata della nave e dei bovini presenti a bordo.

A seguito della nostra istanza il Ministero aveva programmato un’ispezione ufficiale, ma la nave ha lasciato le acque territoriali italiane, scappando, prima che questa potesse essere fatta. Il Ministero della Salute italiano, non potendo più intervenire, ne ha dato comunicazione alle autorità competenti spagnole e alla Commissione UE. 

Oltre a questa segnalazione, Animal Equality, sempre in collaborazione con ENPA, ha inviato due istanze al Ministero dell’Agricoltura spagnolo per chiedere un intervento urgente per   salvaguardare la salute degli animali ancora vivi che si trovavano sulla Karim Allah.

Tuttavia, il Ministero spagnolo si è limitato a rispondere che erano molto preoccupati per la situazione in cui si potevano trovare gli animali, ma che non potevano intervenire perché i responsabili della nave non avevano ordinato l’ormeggio presso i porti spagnoli. 

Il Regolamento CE 1/2005 però prevede espressamente che, considerando che la Karim Allah  aveva violato numerose disposizioni del Regolamento, le autorità spagnole avrebbero certamente potuto obbligare i responsabili della nave ad attraccare e scaricare gli animali.

Ma questa azione da parte della Spagna è stata intrapresa solo il 26 febbraio, quando la Karim Allah è stata obbligata ad attraccare presso il porto di Cartagena, dopo settimane di viaggio alla deriva nel Mediterraneo. 

Stesso scandaloso ritardo è stato riscontrato nel caso della nave Elbeik, che è stata fatta attraccare – sempre a Cartagena – il 19 marzo, dopo ben 3 mesi dalla sua partenza.

A bordo delle navi gli animali erano costretti in condizioni inaccettabili, alcuni sono morti

Inutile dire che quando gli ispettori spagnoli sono saliti a bordo delle due navi per ispezionarle la situazione che si è presentata ai loro occhi è stata a dir poco drammatica.

Le  condizioni degli animali erano terribili: i bovini si presentavano feriti, affamati, in stato di   evidente sofferenza e disidratazione; alcuni erano in uno stato di torpore, incapaci di aprire gli occhi o di rispondere agli stimoli.

Altrettanto scioccanti erano le condizioni delle navi: i recinti erano sovraffollati, in condizioni igienico-sanitarie gravemente insufficienti, tanto che gli animali non potevano neppure sdraiarsi; i recinti erano costruiti con tubi di ferro con zone arrugginite e rotte; gli abbeveratoi erano chiusi; totale assenza di foraggio e paglia e numerosi roditori presenti sui ponti. 

Di conseguenza, in entrambi i casi, tutti gli animali sopravvissuti sono stati uccisi, mentre altri, sia sulla Karim Allah sia sulla Elbeik, sono morti a bordo. Alcuni animali sono stati anche fatti a pezzi e scaricati in mare, secondo quanto riportato da alcune fonti.

È evidente che questa situazione poteva essere evitata se le autorità competenti dello Stato di Partenza, la Spagna appunto, avessero applicato correttamente il Regolamento CE 1/2005, risparmiando così la vita e il sacrificio di questi poveri esseri senzienti.

Una mancanza totale di controlli alla partenza 

Chi ha ispezionato queste navi prima della loro partenza?  Sulla Elbeik erano presenti recinti non idonei e la nave era sovraffollata, ma nessuno se ne è accorto? Chi ne ha verificato la documentazione? Le autorità   spagnole   hanno   verificato   l’esistenza   dei   piani   di   emergenza   previsti   dalla   normativa europea? Perché queste navi hanno vagato per mesi senza che nessuna autorità intraprendesse le azioni previste dal regolamento per salvaguardare il benessere degli animali trasportati?

Già nel 2020 Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni, aveva documentato diversi carichi di agnelli e bovini su navi in partenza dai porti spagnoli di Tarragona e Cartagena diretti in Arabia Saudita, mostrando come gli operatori utilizzassero condotte molto violente nei   confronti  degli  animali, spingendoli, lanciandoli sulle rampe o afferrandoli brutalmente per le zampe e il pelo; il tutto nella totale assenza dei controlli veterinari previsti dal Regolamento.

Inoltre, siamo a conoscenza del fatto che tali violazioni del Regolamento si riscontrano non solo in Spagna ma anche presso il porto di Midia in Romania, e – seppur in misura inferiore – in Francia, Croazia e Slovenia.

Queste crudeltà devono finire: dai porti spagnoli ogni anno partono centinaia di migliaia di animali diretti verso paesi extraeuropei, dove verranno macellati senza neppure il rispetto delle norme minime europee.

Questi viaggi stessi rappresentano un inferno per gli animali, costretti per giorni o addirittura settimane (se non mesi) in condizioni terribili, senza cure ed esposti a maltrattamenti e intemperie. Molti degli animali non sopravvivono neppure al viaggio e i loro corpi vengono gettati in mare.

Esiste una normativa europea nata per proteggere gli animali durante il loro trasporto, animali che in base a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona sono “esseri senzienti” e non oggetti, e pretendere che questa legge venga rispettata – come accade per i Regolamenti e le Direttive che disciplinano gli aspetti economici dell’UE – è il minimo che si possa fare. Inoltre, le norme stesse non sembrano adeguate a far rispettare i diritti di questi animali e dovrebbero quindi essere drasticamente riviste. 

Pertanto, porteremo avanti la nostra azione di denuncia verso la Spagna e continueremo a lavorare per porre fine a questi trasporti crudeli in Europa. 

Ogni anno l’Unione europea esporta via mare circa 2 milioni di ovini e bovini verso la Turchia, il Medio Oriente e il Nord Africa, lunghi viaggi in cui gli animali sono costretti in condizioni terribili. Leggi l’editoriale dell’Avvocato Manuela Giacomini, sulle principali problematiche di questi trasporti. 


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