Una nuova inchiesta sul foie gras di L214 dimostra che le tesi di chi sostiene il foie gras sono anti scientifiche e che l’alimentazione forzata viola il benessere animale
Il voto degli europarlamentari italiani a Strasburgo a sostegno dell’industria del foie gras è stato possibile anche grazie a prese di posizione anti scientifiche che hanno rivendicato la compatibilità del foie gras con il benessere animale. Ma una nuova inchiesta le smentisce ancora una volta.
La nuova inchiesta di L214 svela il dramma degli animali all’interno degli allevamenti
Una recente inchiesta realizzata dall’organizzazione francese per la protezione degli animali L214 rivela infatti una realtà sconcertante all’interno degli allevamenti di foie gras del Sud-Est della Francia, zona in cui la produzione del foie gras è riconosciuta con il marchio IGP.
Le immagini dell’investigazione mostrano 1.900 anatre schiacciate all’interno delle gabbie nelle stanze dove avviene l’alimentazione forzata. La densità all’interno delle gabbie è tale che non permette loro di spiegare le ali, mentre il pavimento in rete metallica provoca lesioni alle zampe degli animali. Le anatre sono alimentate a forza con una pompa pneumatica causando loro diarrea, asma e aumento della mortalità.
Oltre ad essere luoghi di violenza inaudita, questi allevamenti costituiscono dei potenziali focolai di influenza aviaria. Prima di essere ammassate nella sala di alimentazione, infatti, le anatre sono state spostate più volte tra diverse regioni della Francia aumentando considerevolmente i rischi di diffusione dell’epidemia che sta mietendo svariate milioni di vittime negli allevamenti di tutta Europa, una situazione che viene denunciata anche dai sindacati agricoli francesi.
Il voto del Parlamento UE contro il benessere animale
Animal Equality – a maggior ragione a fronte delle immagini rilasciate da L214 – ribadisce la gravità del voto del Parlamento europeo a sostegno del foie gras e richiama i deputati che si sono spinti ad avallare pratiche che contrastano con la legislazione italiana alle loro responsabilità politiche.
Sebbene la produzione del foie gras sia illegale in 22 Stati dell’Unione europea, Italia compresa, nei giorni scorsi i deputati di Forza Italia al Parlamento UE hanno votato contro le leggi del loro stesso Paese sostenendo non solo la produzione del foie gras, ma anche la triturazione dei pulcini maschi e degli anatroccoli, considerati scarti di produzione dall’industria. Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti, mentre Calenda di Azione, il Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno votato contro queste dichiarazioni anti-scientifiche.
Le dichiarazioni anti scientifiche dell’industria
Sebbene ogni singolo studio scientifico indipendente (cioè non finanziato dall’industria del foie gras) nel mondo abbia denunciato questa pratica come dannosa per gli animali e incompatibile con qualsiasi standard di benessere animale, tuttavia la relazione Decerle votata a Strasburgo afferma: che “la produzione di foie gras, si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali, (..) dove l’ingrasso (…) rispetta i parametri biologici dell’animale”.
Al contempo, Euractiv rende note altre preoccupanti dichiarazioni da parte di Christophe Barrailh, presidente di Euro Foie Gras, secondo il quale: “Il settore soddisfa tutti i requisiti dell’UE in materia di benessere degli animali, e va anche oltre con la propria Carta europea e le varie iniziative nazionali mirate a ottimizzare le condizioni di allevamento di anatre e oche”, ha sottolineato. Barrailh ha inoltre affermato che il settore soffre di una “mancanza di conoscenza e comprensione” che ha portato a “idee sbagliate e pregiudizi alimentati da stereotipi errati” da parte degli animalisti.
Dichiarazioni propagandistiche che non aiutano nella strada per una migliore definizione del benessere animale in Europa e verso quella transizione green e sostenibile lanciata dalla Commissione con Farm to Fork e il Green Deal. Come Animal Equality ci auguriamo che questa incresciosa, ingiusta e sconcertante dichiarazione venga respinta da quelle istituzioni europee che stanno lavorando in chiave innovativa, di progresso civile e per un reale miglioramento delle condizioni degli animali negli allevamenti.