Allevamento in gabbia, presentato ricorso contro la Commissione UE
Il Comitato dei Cittadini promotore dell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age ha presentato ricorso presso la Corte di giustizia dell’Unione europea contro la Commissione Ue, responsabile di aver tradito il proprio impegno a proporre, entro il 2023, una normativa per mettere fine all’allevamento in gabbia
Il Comitato dei cittadini ha deciso di opporsi al mancato rispetto dell’impegno della Commissione, che finora non ha presentato una proposta legislativa per l’eliminazione graduale dell’uso delle gabbie dagli allevamenti europei.
End the Cage Age è stata la prima e finora l’unica ICE a ottenere dalle istituzioni UE un chiaro impegno formale. Inoltre, le ICE sono state introdotte con lo specifico intento di garantire ai cittadini dell’UE una maggiore influenza sui processi decisionali dell’Unione e la retromarcia della Commissione rispetto allo storico impegno preso compromette proprio lo scopo di questo strumento democratico.
L’impegno della Commissione UE per vietare le gabbie
Nel 2021, la Commissione UE aveva assunto l’impegno formale a presentare, entro la fine del 2023, una proposta legislativa per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei.
Una decisione in risposta al successo dell’ICE End the Cage Age che, con il sostegno di una coalizione di 170 associazioni coordinate da Compassion in World Farming (CIWF), tra cui anche Animal Equality, aveva raccolto 1,4 milioni di firme certificate.
L’azione legale “End the Cage Age” presso la Corte di giustizia UE è ora la prima a chiamare la Commissione a rispondere della propria inazione in merito a una ICE. Se la Corte di giustizia si esprimerà in favore del ricorso, la Commissione sarà obbligata a pubblicare la propria proposta legislativa, seguendo una tempistica chiara e ragionevole, e a rendere pubblico il proprio dossier sull’ICE End the Cage Age.
Un tradimento verso animali e cittadini
Insieme alle altre associazioni italiane della coalizione End the Cage Age abbiamo dato il nostro pieno consenso al ricorso presentato dal Comitato dei Cittadini contro la Commissione.
È un’azione non solo in difesa degli animali ma rappresenta anche tutti quei cittadini e cittadine dell’UE che hanno sostenuto I’introduzione del divieto di allevamento in gabbia, ritenendo la ICE uno strumento democratico autentico, che avrebbe garantito loro maggior influenza sui processi decisionali dell’UE.
Ancora oggi infatti oltre 300 milioni tra suini, galline, conigli, oche, vitelli, quaglie e anatre soffrono in gabbia all’interno degli allevamenti dell’Unione europea vivendo una vita fatta solo di crudeltà e sofferenza.
Gli europei vogliono una vita migliore per gli animali
Ma non ci diamo per vinti. Nell’ottobre dello scorso anno, proprio l’Eurobarometro della Commissione Europea ha evidenziato che una schiacciante maggioranza di nove cittadini UE su dieci (circa 400 milioni di persone) ritiene che gli animali non debbano essere allevati in gabbie individuali.
Anche i consulenti scientifici della Commissione, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), si sono espressi a favore della graduale eliminazione delle gabbie per motivi di benessere animale per suini, vitelli, galline ovaiole, quaglie, oche e conigli.
La Commissione stava per presentare la propria proposta legislativa per mettere fine all’allevamento in gabbia lo scorso autunno, quando la presidente Von der Leyen ha messo il tutto in pausa, molto probabilmente dietro le pressioni della lobby agricola.
Un voltafaccia arrivato a discapito del fatto che i funzionari della Commissione avevano già completato tutti i preparativi e le valutazioni e consultazioni necessarie, e nonostante la proposta includesse un solido sostegno finanziario per assistere gli allevatori durante la transizione verso sistemi senza gabbie.
Una vita più rispettosa degli animali è possibile e la Commissione UE deve rispettare la volontà dei cittadini.
Tira fuori gli animali dalle gabbie!
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