48 ore di proteste davanti alla sede della multinazionale Ahold Delhaize


Proteste internazionali, un’indagine schiacciante e la crescente indignazione dei consumatori mettono uno dei maggiori retailer globali dell’industria alimentare al centro di uno scandalo sul benessere degli animali.
La multinazionale in questione è Ahold Delhaize, proprietaria di importanti catene di alimentari, tra cui Stop & Shop, Giant e Food Lion, nonché responsabile di aver ancora una volta ritardato le sue promesse di fermare l’allevamento in gabbia nella propria filiera.

La promessa “mancata” di Ahold Delhaize
Al centro della protesta c’è una lunga battaglia per il benessere degli animali. Più di dieci anni fa, infatti, Ahold Delhaize ha promesso di porre fine all’uso di gabbie per scrofe incinte e galline ovaiole negli Stati Uniti, un impegno che l’azienda ha poi confermato.
La promessa tuttavia non è stata mantenuta, i tempi di attuazione dell’impegno sono stati posticipati e gli aggiornamenti in merito sono stati interrotti.
Gli esperti avvertono che a causa di questa situazione milioni di maiali rischiano di rimanere ancora a lungo intrappolati in gabbia, una delle condizioni di allevamento più crudeli del settore zootecnico.

Le nostre proteste proseguono in Olanda
Per 48 ore, abbiamo condotto diverse proteste di grande impatto in Olanda, a Zaandam, dove ha sede la multinazionale dell’industria alimentare Ahold Delhaize.
A partire dalla mattinata del 9 aprile, le proteste si sono svolte a Zaandam, dove ha sede il quartier generale dell’azienda, in concomitanza con la riunione annuale degli azionisti.

I manifestanti hanno distribuito volantini fuori dal Monument Hotel, dove gli investitori hanno soggiornato in vista dell’assemblea annuale degli azionisti.
La sera stessa, sulla sede centrale di Ahold Delhaize e su altri edifici di Zaandam e Amsterdam sono stati proiettati dei messaggi per chiedere di rispettare l’impegno contro le gabbie.

Le manifestazioni sono proseguite la mattina successiva davanti alla sede centrale dell’azienda e davanti al negozio di uno dei suoi maggiori marchi olandesi.
Cos’è successo durante la riunione degli azionisti
Nel tardo pomeriggio del 9 aprile si è aperta l’assemblea degli azionisti della società. In una sala piena di investitori, Animal Equality ha affrontato i dirigenti denunciando le loro responsabilità per la sofferenza degli animali.
L’amministratore delegato Frans Muller ha risposto con una dichiarazione vaga, affermando che l’azienda “prende molto sul serio il benessere degli animali” e che “ci sono ancora molte cose da fare…”.
Questa dichiarazione è inaccettabile. Ahold Delhaize si volta dall’altra parte mentre migliaia di animali soffrono a causa della sua inadempienza e dei suoi ritardi. Fermare l’allevamento in gabbia dovrebbe essere una priorità per un’azienda che si dice attenta al benessere animale, ma è evidente il contrario. Noi non ci fermeremo finché non riceveremo risposte precise e impegni chiari: gli animali meritano risposte.
Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia

All’esterno, i partecipanti sono stati accolti da manifesti che mostravano le immagini dell’inchiesta sotto copertura realizzata dal nostro team investigativo in un allevamento degli Stati Uniti collegato all’azienda, mentre un aereo volava sopra le loro teste esibendo uno striscione che denunciava le promesse non mantenute da Ahold Delhaize.
Le immagini che abbiamo documentato mostrano scrofe incinte intrappolate in gabbie minuscole, con segni di estrema sofferenza fisica e psicologica.

Le stesse immagini stampate su un cartellone mobile sono circolate attraverso le strade della città olandese mentre i manifestanti consegnavano all’azienda un finto premio per maltrattamento di animali.
Cosa rivela la nostra inchiesta
Tra il 2024 e il 2025, un investigatore sotto copertura ha documentato le condizioni all’interno di un allevamento di suini del Kansas collegato ad Ahold Delhaize.
Guarda la nostra inchiesta in un allevamento di scrofe in gabbia collegato ad Ahold Delhaize:
I filmati mostrano scrofe incinte intrappolate in gabbie di gestazione così piccole da impedire agli animali di girarsi o di riuscire a fare più di un passo.
Alcune tentano di masticare l’aria o mordono le sbarre in preda a un forte stress. Altre giacciono immobili. Molte hanno ferite aperte a causa del costante contatto con le sbarre.
Sul pavimento dell’allevamento sono stati trovati anche maialini morti, appena fuori dalla portata delle loro madri rinchiuse in gabbia.

L’inchiesta che abbiamo pubblicato ha alimentato la pressione dell’opinione pubblica nei confronti di Ahold Delhaize.
Nonostante l’impegno preso oltre 10 anni fa di eliminare le gabbie di gestazione, Ahold Delhaize ha dichiarato che le eliminerà gradualmente entro il 2028, ma finora non sono stati registrati progressi significativi.

Le nostre proteste in tutto il mondo
Le proteste nei confronti delle mancate promesse di Ahold Delhaize si sono diffuse a livello globale, con manifestazioni organizzate negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in tutta l’Unione Europea.
Negli Stati Uniti, le manifestazioni si sono svolte davanti alla sede di Stop & Shop, nel Massachusetts, un importante marchio di proprietà di Ahold Delhaize. Ma la campagna si è estesa anche alle aziende collegate da consigli di amministrazione comuni.

Un obiettivo chiave è Pandora Jewelry. Uno dei membri del suo consiglio di amministrazione, Jan Zijderveld, fa parte infatti anche del consiglio di vigilanza di Ahold Delhaize, che supervisiona le politiche di benessere degli animali dell’azienda.
Per chiedere di rispettare la sua promessa, abbiamo protestato davanti ai negozi, agli uffici e alle riunioni degli azionisti di Pandora in città come Madrid, Milano, New York, Chicago, Londra e Copenhagen.
Anche altre aziende con membri del consiglio di amministrazione comuni, tra cui Symrise, Bunzl e Customs Support Group, sono state prese di mira con proteste ad Amburgo, Milano e Londra.

Un’alternativa è possibile
Mentre Ahold Delhaize tarda a rispettare le sue promesse, una soluzione immediata per contrastare la sofferenza degli animali allevati esiste: scegliere un’alimentazione a base vegetale.
Le gabbie sono solo una delle forme di crudeltà degli allevamenti industriali. Ma scegliere alimenti a base vegetale permette ogni giorno di salvare gli animali e di sfidare il sistema che sta alla base delle loro sofferenze.

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