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Carrefour prende le distanze dai sistemi combinati: un passo avanti per dire basta alle gabbie in modo definitivo 

Aprile 23, 2025
galline uova gabbie

Carrefour ha aggiornato la sua politica volta all’abbandono di uova provenienti da allevamenti di galline ovaiole allevate in gabbia, dimostrando maggior trasparenza nei confronti dei consumatori

Il colosso internazionale della grande distribuzione ha aggiornato la propria politica sull’approvvigionamento di uova, dichiarando esplicitamente l’esclusione anche dei sistemi combinati strutture che, pur mascherandosi da alternative alle gabbie, ripropongono caratteristiche simili, limitando gravemente i movimenti delle galline ovaiole. 

Già nel 2017, Carrefour aveva annunciato l’impegno a eliminare completamente le uova da galline allevate in gabbia entro il 2025. Ora, grazie al dialogo intrapreso con Animal Equality Italia, l’azienda ha compiuto un passo ulteriore prendendo ufficialmente le distanze anche dai sistemi combinati, rafforzando così la propria politica cage-free.

Cosa sono i sistemi combinati e perché è urgente abbandonarli?

I sistemi combinati sono strutture multipiano senza rampe, classificate come allevamenti “a terra” e dotate di cancelletti frontali e partizioni trasversali, che – se mantenuti chiusi e  fatta eccezione per i confinamenti temporanei gestiti secondo il “Protocollo di Gestione delle galline ovaiole circa i confinamenti temporanei” – possono permettere il confinamento permanente e trasformano l’allevamento in un sistema di fatto indistinguibile dalle gabbie tradizionali. 

Per questo motivo, non escludere i sistemi combinati dalla propria filiera, significherebbe tradire lo spirito stesso dell’impegno cage-free. L’esclusione di questi sistemi da parte di Carrefour rappresenta dunque un segnale importante per l’intero settore.  

L’esclusione da parte delle aziende dei sistemi combinati dal loro rifornimento è essenziale per prendere una posizione netta e completa contro le gabbie per le galline ovaiole. Assenza di gabbie non significa assenza di crudeltà, ma è necessario non voltare le spalle a tutti quegli animali che in questo momento soffrono negli allevamenti. Per questo è nostro dovere ridurre al massimo le loro sofferenze, mentre ci battiamo per creare un futuro in cui nessuno di loro verrà maltrattato o sfruttato”

Il ruolo dei retailer: la leva del cambiamento

I retailer hanno un potere enorme nella filiera: possono influenzare concretamente le scelte dei fornitori e dei produttori, orientando il mercato verso modelli più etici. Alcuni produttori stanno già adottando politiche cage-free che includono anche l’esclusione dei sistemi combinati – è il caso di Eurovo, Cascina Italia, Fattoria Roberti, Coccodì e Sabbatani.

Altri, tuttavia, pur avendo avviato il passaggio a sistemi alternativi alle gabbie come descritto nei propri bilanci di sostenibilità, non hanno ancora reso pubblica una policy chiara e trasparente con scadenze precise e non riportano informazioni circa l’utilizzo di sistemi combinati. Aziende come Amadori e Aia (Gruppo Veronesi), rischiano così di restare indietro rispetto ai propri competitor. La mancanza di trasparenza e di tempistiche definite rappresenta un limite che può compromettere la credibilità dell’impegno e l’effettiva tutela degli animali.   

Le galline in gabbia soffrono enormemente. Come documentato più volte attraverso le  nostre scioccanti investigazioni, queste sono costrette tutta la loro vita in uno spazio strettissimo, su un pavimento di rete metallica senza poter nemmeno stendere completamente le ali. La scelta di aziende come Carrefour fa davvero la differenza, spianando la strada per mettere al bando questa crudeltà e dunque migliorare la vita di milioni di animali. 

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