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Gli animali sono in Costituzione, ma la politica non vuole tutelarli davvero

Maggio 27, 2025 Aggiornato: Maggio 28, 2025
Polli broiler in un allevamento intensivo
Polli broiler in un allevamento intensivo

Dopo il nostro intervento in Senato davanti alla Commissione Giustizia, alcune senatrici hanno presentato emendamenti in grado di modificare le leggi in vigore e ridurre la sofferenza di milioni di animali sfruttati a scopo alimentare. Ma la Commissione li ha respinti tutti.

Rivedi il nostro intervento alla Commissione Giustizia in Senato:

Le cinque proposte chiedevano di riconoscere gli equidi come animali di affezione e vietare il maltrattamento genetico, le mutilazioni negli allevamenti e la macellazione senza stordimento. Un altro emendamento prevedeva di istituire un fondo nazionale dedicato alla transizione cage-free. 

Con la decisione della Commissione, questi emendamenti non vedranno la luce, nonostante la Costituzione italiana si impegni a tutelare tutti gli animali, compresi quelli allevati a scopo alimentare.

L’emendamento per fermare la macellazione dei cavalli

In linea con la nostra petizione, le Senatrici Julia Unterberger e Aurora Floridia hanno proposto il riconoscimento degli equidi come animali di affezione chiedendo di vietare in tutta Italia la macellazione degli equidi e la loro esportazione a tale scopo, anche in via indiretta, nonché la vendita e il consumo delle loro carni.

Secondo una recente indagine pubblicata insieme al centro di ricerche e sondaggi Ipsos, l’83% della popolazione italiana dichiara già di non consumare carne di cavallo.

credit: Helena Lopes

La maggior parte (il 44%) sceglie di non farlo perché non è abituato e non ne è incuriosito, mentre il 42% adduce motivazioni emozionali, provando per esempio empatia per questo animale, e il 31% segue motivazioni etiche, considerando i cavalli soprattutto come animali “da compagnia”.

La proposta contro il maltrattamento genetico

Le Senatrici Unterberger e Floridia hanno anche proposto di riconoscere, su tutto il territorio nazionale, il divieto di allevamento, importazione e commercializzazione di «animali, semi ed embrioni geneticamente selezionati con l’obiettivo di accentuare le caratteristiche fisiche di taluna specie con ripercussioni tali da provocare patologie o compromettere le normali funzioni vitali degli stessi».

È il caso per esempio dei polli a rapido accrescimento. Se questo emendamento fosse stato approvato, sarebbe stato possibile ridurre sensibilmente la sofferenza estrema di questi animali, selezionati geneticamente dall’industria della carne per crescere a dismisura e in tempi brevissimi.

Pollo sofferente in un allevamento intensivo

In base all’emendamento presentato: 

Chiunque violi le disposizioni del presente articolo è punito con la reclusione da tre a cinque anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro. Alla condanna consegue, in ogni caso, la confisca degli animali.

La proposta per contrastare le crudeltà negli allevamenti e nei macelli

Le stesse Senatrici Unterberger e Floridia hanno proposto di inserire nel codice penale un ulteriore articolo per riconoscere come forme di maltrattamento degli animali pratiche finora legali all’interno di allevamenti e macelli: le mutilazioni e la macellazione senza stordimento.

Secondo il testo proposto dalle Senatrici:

Al fine di risparmiare agli animali dolori, ansia e sofferenze evitabili, gli animali sono abbattuti esclusivamente previo stordimento. Sono considerati reato di maltrattamento di animali, ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale, sofferenze o angosce, il debeccamento dei pulcini, la decornazione e la castrazione dei suinetti, nonché qualsiasi altra forma di mutilazione di specie animali non necessaria ed effettuata senza anestesia.

Questa proposta di emendamento mirava inoltre a vietare la triturazione dei pulcini e l’asportazione o la troncatura delle unghie delle tacchine, ma non solo. 

La richiesta avanzata era anche quella di vietare la somministrazione e la vendita del fegato grasso di anatre e oche prodotto tramite l’alimentazione forzata, una pratica crudele che come Animal Equality denunciamo da tempo.

Un fondo per la transizione cage-free

Accanto a questi emendamenti, le Senatrici Anna Bilotti e Ada Lopreiato hanno proposto di creare un fondo nazionale del Ministero dell’Agricoltura dedicato alla transizione verso l’allevamento senza gabbie. 

In particolare, l’emendamento proponeva di:

Dare attuazione a interventi a favore delle forme di allevamento più sostenibili, che garantiscano un migliore livello di benessere animale e che soddisfino maggiormente le esigenze comportamentali degli animali.

Il “Fondo per la conversione a metodi di allevamento cage-free, senza uso di gabbie”, secondo le Senatrici, avrebbe dovuto essere dotato di 10 milioni di euro per l’anno 2025 e di 15 milioni di euro annui a decorrere dal 2026 per favorire questa transizione in tutta Italia.

Le proposte che vi abbiamo illustrato avrebbero potuto aumentare le forme di protezione nei confronti degli animali, ma la Commissione Giustizia del Senato ha deciso di respingerle. Questa scelta, nonostante le varie pronunce della Cassazione, rischia ora di generare confusione facendo credere che ci siano animali esenti dalle tutele.

mucca e vitello animal equality

Le proposte presentate in Senato avrebbero potuto davvero cambiare la vita degli animali sfruttati a scopo alimentare, ma ognuno di noi può fare la propria parte ogni giorno: scegliere un’alimentazione 100% vegetale, infatti, contribuisce a ridurre la sofferenza degli animali.

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