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I danni all'ambiente degli allevamenti intensivi Come inquinano gli allevamenti intensivi

Come inquinano gli allevamenti intensivi? Tutti i danni sull’ambiente


Su questo blog abbiamo parlato spesso di allevamenti intensivi. Ti abbiamo svelato 11 cose che dovresti sapere, spiegato come funzionano e quali impatti hanno sulla salute umana.

Se è piuttosto evidente che gli allevamenti intensivi siano il peggior amico degli animali e un grande pericolo per la nostra salute, ancora troppe poche persone non sanno (o non vogliono sapere) che sono anche il peggior nemico della terra.

In questo articolo vogliamo spiegarti perché e lo faremo iniziando da un tema di cui si parla tantissimo.

Il ruolo degli allevamenti intensivi nelle emissioni di gas serra

Allevamenti intensivi ed emissioni di gas serra

Secondo il famoso report del 2006 della FAO, Livestock’s Long Shadow, gli allevamenti intensivi sono responsabili del 18% delle emissioni di gas serra.

Per rendere l’idea, l’intero settore dei trasporti, ossia la somma di tutti i veicoli su strada, di tutti gli aerei, le navi e i treni che si muovono sulla terra, è stimato essere responsabile solo del 13% di queste emissioni.

La percentuale attribuita agli allevamenti è stata rivista nel corso degli anni. In alcuni casi leggerai il 15 o il 14,5%, in altri l’11 o il 12%.

Chi cerca di minimizzare il problema delle emissioni si attacca a queste differenze, ma il cuore della questione non è il numero esatto, anche perché il consumo globale di prodotti animali è salito ed è previsto aumentare del 20% entro il 2050, difficilmente quindi questo numero sarebbe potuto scendere.

E infatti alcuni studi recenti (peer-reviewed, quindi valutati da altri professionisti con competenze analoghe a quelle di chi li ha svolti) hanno ipotizzato che l’impatto sulle emissioni di gas serra possa arrivare addirittura al 19,6%.

È piuttosto difficile avere una cifra certa, ma è invece certo che qualsiasi sia la quantità di emissioni dovuta agli allevamenti intensivi, è insostenibile per il pianeta.

Quando si parla di gas serra il protagonista indiscusso è la CO2, ma ci si dimentica che l’industria che sfrutta gli animali è responsabile dell’emissione di enormi quantità di metano (secondo FAIRR Initiative si tratta del 44% delle emissioni globali di questo gas).

Perché la cosa dovrebbe interessarci?

Perché il metano è circa 80 volte più forte della CO2 in termini di alterazione del clima.

Questo però è solo l’inizio della storia, perché il nemico che ci troviamo ad affrontare crea tanti altri pericolosi danni, vediamoli.

Inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo

Inchiesta Animal Equality inquinamento acqua allevamenti intensivi

Gli allevamenti intensivi non emettono solo gas in grado di scaldare il pianeta, ma anche sostanze che inquinano la qualità dell’aria che respiriamo.

Il più grande esempio in tal senso è l’ammoniaca.

Secondo l’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) gli allevamenti intensivi sono responsabili del 75% delle emissioni in Italia, parliamo cioè della seconda fonte di polveri fini dopo i riscaldamenti.

In pratica, una volta rilasciata nell’ambiente, l’ammoniaca si mischia ad altri componenti formando le polveri fini, che sono un grande rischio per la nostra salute.

Ma al di là degli effetti sulla salute, che non sono l’argomento di questo articolo, l’ammoniaca causa acidificazione e altera l’equilibrio ecologico di fiumi, laghi e mari.

A inquinare l’acqua e il suolo sono anche i liquami, sparsi spesso senza essere trattati e altamente nocivi per l’ambiente.

Anche se fossero trattati, staremmo comunque parlando di sostanze molto inquinanti, perché attraverso l’accumulo di nitrati danneggiano i terreni, l’acqua (sia superficiale che sotterranea) e, ancora una volta, la salute delle persone.

Un po’ di tempo fa abbiamo rilasciato un’inchiesta dove abbiamo approfondito proprio questi temi concentrandoci in particolare sulla zona d’Italia con la maggior concentrazione di allevamenti intensivi: la Pianura Padana.

Ti lasciamo il video qui sotto:

È il momento di cambiare argomento e toccare un altro grande tasto dolente per il nostro pianeta.

Gli allevamenti intensivi causano deforestazione

Nel 2022 abbiamo perso 4,1 milioni di ettari di foresta, la quantità di 11 campi da calcio ogni minuto.

Secondo la FAO ne abbiamo persi 420 milioni tra il 1990 e il 2020.

E indovina chi è il maggior responsabile di questo disastro ecologico?

Esatto, sempre gli allevamenti.

Sono responsabili dell’80% della deforestazione in Brasile, paese in cui nel 2022 si è raggiunto il record assoluto di un albero abbattuto ogni 21 secondi.

Un record agghiacciante.

Record raggiunto anche nel numero di incendi dolosi, in continua crescita.

Il Brasile è diventato uno dei maggiori produttori di carne bovina al mondo e l’aumento della deforestazione è coinciso con l’aumento dei consumi di carne in alcune zone del mondo.

Gli alberi tolgono spazio ad allevamenti e a coltivazioni di soia, ma tolgono soprattutto ossigeno al pianeta e questo secondo fattore all’industria sembra non interessare affatto.

Anche qui spesso si cerca di manipolare la percezione del problema, attribuendo a chi segue un’alimentazione vegetale l’aumento di domanda di soia e quindi di deforestazione.

La realtà però è che quasi l’80% della soia prodotta non è destinata al consumo umano, ma a quello animale.

Distruggiamo la foresta e impieghiamo risorse per produrre cibo che non consumiamo. Un processo produttivo di un’inefficienza mostruosa.

Perdere così tanti alberi ha un effetto devastante non solo sul clima, ma anche su un altro aspetto di fondamentale importanza.

La deforestazione porta all’estinzione delle specie

La foresta non è solo il polmone della terra in grado di fare uno straordinario lavoro di pulizia dell’aria, ma è anche la casa di circa l’80% di animali, insetti e piante esistenti.

Disboscando gli viene tolto cibo, riparo, la vita.

La cosa triste è che l’8% delle specie animali conosciute si è già estinto e un altro 22% è invece a rischio estinzione.

Perdita della biodiversità causata da deforestazione

In nome del profitto non stiamo solo facendo soffrire inutilmente miliardi di animali ogni anno in macelli e allevamenti intensivi, ma stiamo anche mettendo a rischio la biodiversità, fondamentale per la vita sulla terra.

E proprio parlando di vita sulla terra, dobbiamo per forza menzionare ciò che occupa circa il 70% della superficie del nostro pianeta: il mare.

Gli allevamenti intensivi minacciano la salute del mare

Gli oceani assorbono 4 volte l’ossigeno della foresta Amazzonica, eppure non siamo in grado di trattare neanche loro col dovuto rispetto.

Questa grande capacità di assorbimento la dobbiamo a dei minuscoli organismi che chiamiamo fitoplancton.

Dov’è qui il problema? Il riscaldamento globale sta causando una perdita di fitoplancton pari a circa l’1% all’anno secondo uno studio pubblicato su Nature.

Per ricapitolare il processo:

  • gli allevamenti intensivi causano grandi emissioni di gas serra,
  • contribuendo al riscaldamento globale,
  • che causa la perdita di fitoplancton,
  • il che causa meno assorbimento di CO2
  • e quindi ancor più riscaldamento.

Capisci quanto sia importante la salute del mare?

Come se non bastasse, l’eccesso di CO2 nell’atmosfera contribuisce all’acidificazione degli oceani, un fenomeno che altera il pH dell’acqua causando problemi a tantissime specie viventi e provocando lo sbiancamento delle barriere coralline che, così come le foreste, sono la casa di tanti esseri viventi che rischiano di sparire.

Un’altra grande minaccia alla distruzione della biodiversità.

Per andare su una causa più diretta di inquinamento da parte degli allevamenti intensivi, i liquami e tutti i rifiuti di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo, finiscono nei corsi d’acqua, arrivando anche al mare.

Inquinamento dei mari causato dagli allevamenti intensivi

Una serie di sostanze porta alla proliferazione di alghe, all’acidificazione dell’acqua, alla morte di molte specie vegetali e animali.

Ci sarebbe molto altro da dire sugli oceani, così come su tutti gli altri temi che abbiamo toccato in questo articolo, una cosa però è già chiara: l’unico modo per non contribuire a tutto questo e accertarsi di non finanziare un’industria senza scrupoli, è cambiare la propria alimentazione.

Ogni giorno abbiamo la possibilità di decidere di stare non solo dalla parte degli animali, ma anche da quella del pianeta.

Come farlo?

Scegliendo di seguire un’alimentazione 100% vegetale.

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