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come funzionano gli allevamenti intensivi?

Come funzionano gli allevamenti intensivi?


Gli allevamenti intensivi come li conosciamo oggi sono nati nella seconda metà del secolo scorso per rispondere alla crescente domanda di prodotti di origine animale.

L’allevamento intensivo si basa su una semplice premessa: per dare la possibilità a tutti di poter acquistare carne, latte, formaggi e uova in abbondanza e ad un prezzo accessibile, bisogna allevare e macellare molti più animali.

Tutti questi animali – parliamo di circa 2 miliardi solo in Europa – non possono essere allevati se non in allevamenti intensivi.

Guarda come funzionano gli allevamenti intensivi:

Negli allevamenti intensivi polli, tacchini, galline, mucche e maiali vengono stipati in spazi ristretti, vengono privati della loro individualità, diventano oggetti da sfruttare per produrre il più possibile, a discapito della loro salute.

La zootecnia moderna infatti sfrutta le logiche industriali della catena di montaggio, applicandola però a esseri che, come riconosciuto ormai da tutti, sono senzienti (cioè in grado di provare emozioni), con diritti che andrebbero tutelati.

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Gli spazi negli allevamenti intensivi

La prima premessa dell’allevamento intensivo è massimizzare lo spazio: gli allevamenti sono composti solitamente da capannoni, e questo esclude la vista degli animali dall’esterno e allontana in un certo senso dalla vista dei consumatori quello che accade agli animali all’interno.

Anche se le etichette spesso vogliono far credere ai consumatori che gli animali vivono in spazi aperti, questo non avviene quasi mai, e se mai dovesse avvenire è per pochissimo tempo rispetto a quello che gli animali passano rinchiusi nei capannoni.

Per esempio il “pollo italiano allevato a terra” è un pollo che comunemente vive in un capannone con circa 18 o 20 polli per ogni metro quadro. Questi animali vivono su una lettiera che dopo i primi giorni si impregna di escrementi e urine. A causa della selezione genetica a cui sono stati sottoposti, i polli sviluppano spesso problemi alle zampe – e non riescono quasi a reggersi in piedi – e passano tutta la loro breve vita a contatto con le loro stesse feci.

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Molti animali vivono ancora allevati in gabbia: galline, conigli, scrofe, vitelli vengono rinchiusi per tutta o parte della loro vita dietro le sbarre. Una crudeltà contro cui come Animal Equality – insieme a tante altre organizzazioni – ci stiamo battendo in tutta Europa.

I comportamenti degli animali negli allevamenti intensivi 

La vita per gli animali negli allevamenti intensivi è un incubo: i capannoni sovraffollati infatti non sono un ambiente di vita adatto a nessuno e in questi luoghi gli animali non possono esprimere i propri comportamenti naturali.

I vitelli, ad esempio, vengono allontanati dalle loro mamme poche ore dopo il parto, una cosa impensabile in natura dove mamme e cuccioli vivono insieme e dove il latte prodotto dalla mucca è destinato al vitello e non al consumo umano.

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mucca e vitello separati allevamenti latte

Per evitare alcuni comportamenti naturali che potrebbero rallentare la produttività gli animali subiscono spesso mutilazioni:

  • Ai maialini viene tagliata la coda per impedire che tra di loro se la mordano, ma questi fenomeni di aggressività sono dovuti proprio alle condizioni di vita in cui gli animali sono costretti
  • I vitelli vengono decornati per fare in modo che da adulti siano più facilmente gestibili
  • Il becco delle galline viene levigato per evitare che gli animali stipati in gabbie o in capannoni si becchino tra loro 

Tutte queste pratiche vengono effettuate spesso senza anestesia e senza assistenza veterinaria.

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L’uso di farmaci e antibiotici negli allevamenti intensivi

Negli allevamenti intensivi il numero elevato di animali stipati in gabbie o capannoni e le condizioni igieniche che si creano fanno si che il rischio di sviluppare malattie sia altissimo.

Per questo in via preventiva negli allevamenti intensivi si fa un massiccio uso di farmaci antibiotici, in questo modo si cerca di prevenire che gli animali si ammalino e muoiano.

E nonostante questo negli allevamenti intensivi il tasso di mortalità degli animali è altissimo: a livello mondiale, più del 20% degli animali muore negli allevamenti prima di arrivare al macello.

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farmaci in un allevamento intensivo in Italia

Non solo, questo massiccio uso di antibiotici contribuisce alla diffusione dell’antibiotico-resistenza, il fenomeno per cui alcuni batteri stanno sviluppando una resistenza agli antibiotici che utilizziamo per curarci. 

Un problema che in un futuro non troppo lontano potrebbe portare ad avere batteri che non saremo in grado di curare, perché ormai del tutto resistenti agli antibiotici. 

Gli allevamenti intensivi inquinano

Perché gli allevamenti intensivi inquinano? 

Per molte ragioni: la prima e la più semplice da comprendere è legata alla produzione di gas. Partiamo dall’ammoniaca, secondo quanto riportato da Greenpeace sulla base dei dati ISPRA maggiori sono gli spandimenti di reflui zootecnici, maggiori sono le emissioni di ammoniaca, che a sua volta portano a incrementare il livello di particolato e quindi lo smog nell’aria.

Secondo Greenpeace, gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di formazione del particolato fine in Italia, responsabili di quasi il 17 per cento di PM2,5 (più del settore industriale, pari al 10 per cento).

Perché allevamento bovini inquina

La seconda ragione è quella dei reflui. Gli animali stipati negli allevamenti intensivi mangiano, bevono e naturalmente producono enormi quantità di liquami, che sono ricchi di sostanze inquinanti. La gestione e lo spandimento di questi liquami, che troppo spesso avviene senza seguire la legge, comporta gravi rischi per l’ambiente.

Ma senza limitarci all’Italia la produzione intensiva di carne è fonte di inquinamento in tutto il mondo, per saperne di più puoi leggere il nostro approfondimento.

Dietro ogni pezzo di carne e ogni prodotto di origine animale c’è una storia di sofferenza, di sfruttamento e di uccisione.

Noi di Animal Equality lavoriamo per portare alla luce questa realtà, perché solo persone informate possono fare scelte consapevoli, come quella di preferire un’alimentazione 100% vegetale.

AMICI, NON CIBO!

Passare ad un’alimentazione 100% vegetale è facile se sai come farlo!

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