End the Cage Age: a che punto è la battaglia per vietare le gabbie in Europa 


Ancora oggi oltre 300 milioni gli animali sono costretti a vivere in gabbia negli allevamenti europei, solo in Italia sono circa 40 milioni

Per porre fine alla crudele pratica dell’uso delle gabbie negli allevamenti, nel 2018 Animal Equality si è unita all’iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End the Cage Age” promossa da CIWF per chiedere all’Unione europea di porre fine all’uso di ogni tipo di gabbia per gli animali allevati a scopo alimentare.

Dopo l’enorme successo di questa iniziativa la Commissione ha annunciato la decisione di voler lavorare per il bando totale delle gabbie, ma le promesse sono state disattese e, ad oggi, un bando di questa pratica crudele ancora non esiste. 

Rivedi i passi della campagna End the Cage Age:

Più di un milione di firme per vietare le gabbie

L’Iniziativa End the Cage Age si è conclusa nel 2019 con un risultato storico, la petizione ha raccolto oltre 1,4 milioni di firme, rendendo di fatto questa una delle più grandi mobilitazioni popolari a favore degli animali negli allevamenti. Le firme raccolte sono state certificate e consegnate alla Commissione europea.

Si tratta della sesta ICE ad avere avuto successo tra le 75 iniziative registrate negli ultimi dieci anni, la terza con il più alto numero di firme, ma soprattutto si tratta della prima ICE di successo sul benessere degli animali d’allevamento.

Guarda il video di celebrazione della consegna firme a Bruxelles con il team di Animal Equality:

Verso il bando delle gabbie: la decisione della commissione europea

A seguito della presentazione dell’ICE, a giugno 2021 si è aggiunto un altro passo storico: il Parlamento europeo ha votato per chiedere la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti e a fine giugno la Commissione ha raccolto questo voto e le nostre richieste, annunciando la decisione di lavorare per il bando totale nei prossimi anni.

Galline, scrofe, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali in tutta Europa vivono ancora oggi costretti in gabbie, ma con l’annuncio della Commissione tale pratica anacronistica e crudele potrebbe vedere la fine, con un’eliminazione graduale ma totale entro il 2027. 

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​​Stop alle gabbie: la promessa disattesa

​​La Commissione aveva annunciato che entro il 2023 avrebbe presentato una proposta legislativa che, oltre a vietare l’uso della gabbie per tutte le specie e le categorie di animali allevati, affronterà anche la questione dei prodotti importati da paesi extra UE.

In particolare, la Commissione si è impegnata a studiare “l’introduzione di regole o standard per i prodotti importati che siano equivalenti a quelli dell’UE”

Tuttavia la proposta legislativa non è stata presentata entro i tempi previsti: del tutto deluso da questi ritardi, nel marzo del 2024, il Comitato dei cittadini per la campagna End The Cage Age ha avviato un ricorso con cui chiede conto alla Commissione europea della sua incapacità di agire su un’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) regolarmente accolta e sostenuta da oltre 1,4 milioni di persone. 

Ritardi e mancate azioni rappresentano un tradimento degli stessi principi democratici su cui si fonda la Commissione europea. 

Anche Animal Equality ammessa alla storica azione legale

La presentazione del ricorso alla Commissione europea da parte dei cittadini è un evento storico. Noi di Animal Equality – in quanto organizzazione che ha lottato in prima linea per l’iniziativa End the Cage Age – abbiamo deciso di unirci alle voci dei cittadini e abbiamo richiesto di aderire a questa storica azione legale. 

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha accolto la nostra richiesta, insieme a quella delle altre organizzazioni Eurogroup for Animals e LAV – di unirci al ricorso. Abbiamo quindi ora l’opportunità di presentare alla Corte argomentazioni più dettagliate per spiegare le conseguenze negative di questo ritardo nei confronti del benessere degli animali.

La battaglia per mettere fine alle gabbie quindi non è ancora finita, noi di Animal Equality continueremo a lavorare incessantemente perché questo passo di civiltà sia compiuto e perché questa pratica anacronistica che costringe alla sofferenza milioni di animali abbia fine una volta e per tutte. 

Intanto ognuno di noi può scegliere di fare la propria parte per aiutare gli animali: scegliendo di non consumare i prodotti dell’industria che sfrutta e rinchiude dietro le sbarre delle gabbie milioni di animali. 

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