Islanda: cavalle allevate e maltrattate nelle “fattorie del sangue”
Ogni anno migliaia di cavalle incinte vengono allevate per raccogliere sangue da cui si ottiene l’eCG, un ormone usato poi per farmaci veterinari in uso negli allevamenti, specie di suini
Una nuova inchiesta di Animal Welfare Foundation ha da poco rivelato cosa succede nelle “fattorie del sangue” in Islanda, svelando un business che coinvolge circa 100 stabilimenti e 5.000 cavalli islandesi.
Gli investigatori hanno scoperto una serie di violazioni del benessere degli animali, contrariamente a tutte le dichiarazioni delle aziende farmaceutiche, degli allevatori e delle autorità veterinarie coinvolte.
Ma perché si allevano cavalle per il loro sangue?
Il sangue delle cavalle incinte viene raccolto per ottenere l’eCG (gonadotropina corionica equina), nota anche come PMSG (Pregnant Mare Serum Gonadotropin), che viene utilizzata poi in farmaci ad uso veterinario impiegati nell’allevamento (specie suino) per indurre la crescita follicolare, l’ovulazione e l’estro.
Per estrarre l’eCG dal sangue, le giumente devono essere incinte, cinque litri di sangue vengono prelevati da ogni cavalla ogni settimana, per un massimo di dieci settimane.
Quando le cavalle riescono a portare a termine la gravidanza, i puledri maschi che nascono vengono subito mandati al macello, mentre le femmine seguono la sorte delle madri. I prezzi dei puledri sono ora al minimo e lo sfruttamento delle giumente per il loro sangue è diventato molto più redditizio, stimolando ulteriormente la crescita del settore.
Arnthor Gudlaugsson, CEO di Isteka ehf, l’azienda farmaceutica islandese che lavora con gli allevamenti su cui ha indagato Animal Welfare Foundation, ha confermato che la produzione è triplicata dal 2009. Questo si traduce in entrate di circa 10 milioni di euro all’anno. Isteka gestisce diverse fattorie del sangue ed è un partner contrattuale di più di 100 altre fattorie del sangue.
“Il business è in piena espansione da anni a causa della domanda da parte delle aziende farmaceutiche, come MSD/Intervet e Ceva Santé Animale, e dagli allevatori nell’UE”
York Ditfurth, membro del consiglio AWF|TSB.
La maggior parte delle cavalle sono semi-selvatiche, non hanno quasi nessun contatto con l’uomo. Le registrazioni fatte da AWF che svelano cosa accade durante la raccolta del sangue mostrano gli operai che picchiano i cavalli e usano i cani per spostarli.
“Poiché solo i veterinari sono autorizzati ad effettuare i prelievi di sangue, secondo la legge islandese dovrebbero intervenire immediatamente in caso di violazioni del benessere animale e segnalarle all’autorità veterinaria. Tuttavia, questo non accade perché i veterinari guadagnano bene anche dal business del sangue, come ci hanno confermato gli informatori”
Sabrina Gurtner, Project Manager, AWF|TSB.
La professoressa Stephanie Krämer del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università Justus Liebig di Giessen (Germania), ha descritto la procedura di raccolta del sangue come un ciclo costante di traumi terribili per le cavalle.
A cosa serve il PMSG e cosa c’entrano i maiali?
Quello a cui le cavalle sono sottoposte è spaventoso. Ma perché arrivare a questo terribile sfruttamento?
Come anticipato, il motivo risiede nell’eCG, un ormone prodotto dalle cavalle gravide, che viene utilizzato per la produzione di farmaci veterinari impiegati negli allevamenti intensivi per la produzione di carne, principalmente nel settore suinicolo.
In pratica l’ormone serve a far incrementare la fertilità delle scrofe confinate negli allevamenti intensivi che così possono produrre un maggior numero di cuccioli destinati poi all’ingrasso e alla macellazione.
Fino ad alcuni anni fa i principali hub di produzione dell’eCG erano in America Latina, in Argentina ed Uruguay, ma dopo diverse inchieste che hanno mostrato le terrificanti condizioni in cui gli animali erano costretti nelle fattorie del sangue in questi paesi, diverse case farmaceutiche hanno dichiarato di non avvalersi più di PMSG importato dal Sud America: il problema però non è stato risolto, ma semplicemente spostato in Europa, in luoghi come quelli “protagonisti” dell’ultima inchiesta di AWF.
In Islanda le condizioni delle cavalle sono le stesse dell’Argentina e dell’Uruguay. Ed è ancora più grave perché siamo in Europa, dove ci sono norme che vietano queste pratiche. Insieme a diverse organizzazioni internazionali per il benessere degli animali, Eurogroup for Animals (di cui Animal Equality è membro attivo), AWF e TSB chiedono alla Commissione europea di seguire la direzione indicata dal Parlamento europeo nella sua risoluzione sulla strategia “Farm to Fork” e di vietare l’importazione e la produzione interna di eCG.
Ancora una volta l’industria che produce carne e altri prodotti animali si rivela in tutta la sua crudeltà: sembra paradossale che in Sud America o in Islanda migliaia di cavalle incinte siano costrette a patire atroci sofferenze per poter produrre un farmaco che induce scrofe allevate in tutta Europa a produrre più cuccioli da destinare poi al macello.
Un circolo di sofferenza animale, sfruttamento e crudeltà a cui ognuno di noi può porre fine, scegliendo di non finanziare più questa industria, scegliendo un’alimentazione 100% vegetale.