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La Cina verso il divieto di consumo di carne di cani e gatti: non si potranno più mangiare


La notizia è appena uscita e sta già facendo il giro del mondo: in una nota ufficiale divulgata dal Ministero dell’Agricoltura cinese cani e gatti sarebbero stati tolti dalla lista degli animali commestibili. 

Si tratta di un aggiornamento molto positivo, di cui Animal Equality non può che essere soddisfatta, ma a tal proposito è sempre importante e necessario approfondire bene notizie così eclatanti, anche perché già nel 2003, quando scoppiò la SARS, vennero adottati divieti relativi ai wet market che furono però riaperti non appena attenzione ed emergenza calarono. 

Le dichiarazioni del governo cinese però fanno seguito a quello che è recentemente accaduto a Shenzhen, città che per prima ha deciso di vietare per sempre il consumo di cani e gatti su tutto il territorio provinciale. 

Che cosa ha dichiarato il governo cinese

Secondo quanto riportato dai media italiani e internazionali, la proposta di legge a livello nazionale è nella sua fase di «consultazione aperta» al pubblico per suggerimenti e migliorie, ma già rappresenta una svolta maturata in seguito alla pandemia del COVID-19 e per il peso che gli animali da compagnia hanno guadagnato nella società, capaci di generare un giro d’affari annuo stimato tra i 20 e i 30 miliardi di dollari. 

«Per quanto riguarda i cani, grazie al progresso della civiltà umana, alla preoccupazione pubblica per il loro destino e all’amore per la protezione degli animali, essi sono ormai diventati a tutti gli effetti animali da compagnia e a livello internazionale non sono considerati bestiame. Di conseguenza non saranno regolati come tali in Cina», si legge nel testo di spiegazione.

Tutto questo avviene dopo anni di investigazioni condotte da Animal Equality proprio in Cina, che hanno smascherato le crudeltà e le illegalità dietro al commercio di cani e gatti per la loro carne, la pelle e le pellicce. 

Immagini riprese durante un’inchiesta a Wuhan, Cina (Animal Equality)

Sembrerebbe quindi che anche a livello nazionale stia passando ciò che è stato proposto a Shenzhen, anche se ci sono diverse precisazioni da fare circa la lista divulgata dal governo cinese. 

Quali sono gli animali esclusi da questa lista 

Se infatti cani e gatti sono stati – finalmente – esclusi dalla lista degli animali commestibili, rimangono purtroppo inclusi tanti animali che vengono venduti vivi e macellati sul posto neI wet market, di cui stiamo chiedendo ormai in più di 300.000 la chiusura nella petizione rivolta all’ONU

Nella lista infatti sono ancora inseriti tutti quegli animali che, nonostante la scienza confermi come esseri senzienti al pari di altre specie, vengono classificati come “bestiame”, quindi animali  “fatti” per essere allevati e mangiati, tra cui:

  • Bovini 
  • Polli
  • Galline 
  • Maiali
  • Ovini 
  • Cammelli 

E una serie di altri animali “speciali”, esclusi anch’essi dalla lista e dalle protezioni ora previste per quelli che sono considerati animali selvatici, come, per esempio: 

  • Ostriche
  • Volpi 
  • Renne
  • Alpaca
  • Fagiani
  • Struzzi 

Anche questi sono animali che vengono venduti e macellati sul posto all’interno dei wet market in Cina. 

È una vittoria per cani e gatti, ma non ci fermiamo qui

Alla luce di tutto questo, quindi, possiamo dire che non ci fermeremo qui. 

Oltre alla valutazione effettiva della messa in atto di queste azioni proposte e comunque ancora sotto analisi del governo cinese (un annuncio rimane tale finché non diventa azione concreta), andremo infatti avanti a lavorare e combattere per fare in modo che i wet market di tutto il mondo diventino solo un brutto ricordo. 

Al momento infatti i wet market, e quindi la vendita e la macellazione di animali vivi sul posto, sono diffusi in tutta l’Asia e l’Africa, ma non solo. 

È fondamentale quindi fare in modo che queste pratiche vengano vietate a livello globale, e non solo in Cina. Si tratta di una questione cruciale sia per gli animali sia per la salute pubblica, che non dimentichiamo essere continuamente minacciata da queste pratiche e questi luoghi in quanto potenziali sorgenti di malattie infettive zoonotiche.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, firma la nostra petizione per chiedere subito all’ONU di chiudere per sempre i wet market in tutto il mondo. 

Uniti possiamo essere una forza inarrestabile per far sentire la voce di TUTTI gli animali. 


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