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Maiali trascinati come oggetti e abbandonati a morire di fame e sete nei corridoi di un allevamento bresciano


Gli orrori e i maltrattamenti registrati dai nostri investigatori in un maxi-allevamento di Brescia che si vanta dei migliori standard di qualità nel “benessere” degli animali

Per diverso tempo il nostro team investigativo ha monitorato l’attività di un maxi allevamento di maiali in Lombardia, raccogliendo immagini scioccanti che testimoniano terribili maltrattamenti sugli animali.

Guarda i maltrattamenti che il nostro team di investigatori ha documentato in un allevamento di maiali in Lombardia: 

Come puoi vedere dalle immagini raccolte dal team investigativo di Animal Equality, gli animali confinati nell’allevamento venivano spesso abbandonati a loro stessi: durante le nostre investigazioni abbiamo trovato molti maiali infermi fuori dai recinti, sdraiati a terra, talmente deboli da non riuscire a reggersi in piedi e abbandonati a morire.

L’indifferenza degli operatori è evidente dalle testimonianze che abbiamo raccolto: non solo ai maiali non viene prestata alcuna assistenza veterinaria (neppure MINIMA), ma abbiamo potuto documentare anche casi di deliberato maltrattamento nei loro confronti.

Ad esempio, dalle immagini raccolte si vede chiaramente uno dei maiali che da diversi giorni era stato abbandonato in un corridoio brutalmente trascinato all’esterno dell’allevamento

Nel video si vede come gli operatori stringono un cappio intorno alla sua zampa per poi trascinarlo via lungo la pavimentazione ruvida in cemento. Il maiale non riesce a muoversi e a divincolarsi, in preda agli spasmi tenta di liberarsi, senza riuscirci.

Molti dei maiali che abbiamo incontrato nell’allevamento presentavano problemi di deambulazione, ed erano evidentemente sofferenti, talvolta completamente incapaci di muoversi autonomamente. Proprio per via di queste condizioni i maiali erano molto spesso impossibilitati anche solo a raggiungere cibo e acqua.

La presenza di animali morti nell’allevamento è una costante in tutti gli spazi (recinti, corridoi, infermeria), segno della totale mancanza di cure e attenzioni a loro destinate.

Questo allevamento costringe gli animali a vivere in uno stato di sofferenza costante e in strutture fatiscenti e sporche.  

A quanto pare la vita a cui sono condannati questi centinaia di migliaia di animali non impedisce all’azienda di destinare la produzione alla filiera di prodotti marchiati DOP che, ricordiamo, è un marchio di tutela che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono stati prodotti. 

La nostra denuncia e il lavoro per porre fine a queste crudeltà in tutta Italia

Grazie al materiale che abbiamo raccolto in questo allevamento abbiamo potuto denunciare l’azienda presso le autorità competenti, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Brescia. 

Ci batteremo nelle aule di tribunale per rendere giustizia a questi animali, ma non è tutto: queste condizioni, questa sofferenza e questi maltrattamenti infatti non sono un’eccezione, ma la regola negli allevamenti intensivi di tutto il paese. 

Questo avviene anche – e soprattutto – a causa della scarsa presenza di controlli ed di un monitoraggio delle attività zootecniche da parte delle istituzioni in Italia praticamente inesistente; le istituzioni si dimostrano incapaci di assicurare la protezione degli animali nelle aziende secondo le vigenti leggi. 

Secondo l’ultima relazione del Ministero della Salute, solo il 16,6% degli allevamenti di suini in Italia è stato controllato dalle autorità preposte, come i NAS.

Troppo spesso sono riscontrati casi di incuria, stati di salute compromessa e mortalità in stabilimenti del Nord Italia, area che per altro si vanta di rappresentare i più alti standard del Made in Italy – sia in Italia che nel mondo – ed in particolare proprio per i prodotti a base di carne di maiale.

Per questo, Animal Equality ha reso pubblica una petizione rivolta al Ministro della Salute e al Presidente del Consiglio in merito alla totale assenza di cure e supervisione veterinaria nei confronti degli animali presenti nell’azienda che abbiamo investigato e ai mancati controlli da parte delle autorità pubbliche: troppo spesso infatti non vengono fatti controlli a sorpresa, frequenti e capillari, troppo spesso non vengono veramente impedite simili atrocità nei confronti degli animali, esseri senzienti che andrebbero invece protetti come previsto dalle leggi UE e italiane. 

Chiediamo alle istituzioni controlli più frequenti, capillari, a sorpresa e l’introduzione delle telecamere a circuito chiuso all’interno di macelli e allevamenti in Italia. Aiutaci anche tu firmando la petizione.


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