Nel più grande macello d’Europa oltre 1.550 casi COVID
A Gütersloh in Germania, uno dei macelli dell’azienda Tönnies, una delle giganti della carne, è diventato un focolai di COVID-19, tanto che le autorità tedesche hanno ripristinato il lockdown nella circoscrizione di Gütersloh, dove vivono oltre 360 mila persone.
La notizia arriva dalla Germania, le autorità tedesche sono state costrette ad istituire una nuova zona rossa per via dell’esplosione di un focolaio di COVID-19 all’interno di un macello. Come abbiamo già raccontato in diverse occasioni i macelli sono rimasti aperti anche nelle fasi più stringenti del lockdown, hanno continuato nel loro lavoro uccidendo e infliggendo sofferenza a milioni di animali, ma in questo caso anche le persone costrette a lavorare sono diventate vittime dirette dell’industria della carne.
Il problema principale è quello delle condizioni di lavoro: i dipendenti nei macelli non possono mantenere le distanze, devono lavorare spalla a spalla, e per questo il virus si diffonde in modo così critico e rapido.
Lo ha spiegato bene Sean Thomas, Direttore internazionale delle investigazioni di Animal Equality, intervistato da Il Corriere della Sera in merito alla sua esperienza di infiltrato nei macelli. Guarda la sua intervista
L’industria della carne, al dì sopra delle leggi
Il macello di Gütersloh è di proprietà del gigante della carne Tönnies, si tratta del macello più grande d’Europa, qui si uccidono fino a 30mila animali al giorno. Questo numero di animali implica l’impiego di molti dipendenti, per la precisione nel macello della Gütersloh sono 7 mila gli addetti.
Buona parte degli impiegati dei macelli vivono spesso negli stessi condominii o addirittura negli stessi appartamenti, questo aspetto sicuramente è stato complice del divampare del nuovo focolaio e di tutti quelli che ci sono stati all’interno dei macelli.
Nel caso della Tönnies, inoltre, i lavoratori sono assunti da società sub-appaltatrici con salari notevolmente inferiori al minimo garantito vigente in Germania, e vengono alloggiati in condizioni terribili.
Purtroppo però l’industria della carne ha influenza in tutti gli ambienti, anche quelli istituzionali, ed è per questo, ed è per questo che raramente le grandi aziende del settore vengono punite per queste irregolarità, seppur note.
Casi in tutto il mondo
La situazione che la Germania sta vivendo non è certo l’unica: secondo un rapporto pubblicato a giugno dal Food and Environment Reporting Network, nella prima parte del mese in Europa si contavano 2670 casi confermati di Covid-19 tra i dipendenti di macelli e impianti di lavorazione carne.
In USA l’incidenza è stata ancora più alta: si contano oltre 24 mila contagi e 92 vittime tra dipendenti dei macelli e dell’industria di trasformazione delle carni. In un macello di suini del Sud Dakota 850 lavoratori sono stati contagiati e – secondo le autorità sanitarie- molti avrebbero continuato a lavorare nonostante i sintomi per ragioni di precarietà economica. Diversi impianti delle maggiori aziende del settore – Tyson Food, Jbs, Smithfield Food – sono stati costretti a sospendere l’attività.
All’inizio della fase più stringente delle chiusure dovute all’emergenza sanitaria avevamo scritto un articolo sottolineando come, nonostante i divieti applicati praticamente a tutti i settori produttivi, il trasporto e il macello degli animali destinati a diventare prodotti alimentari continuasse come sempre, perché ritenuti necessari.
Oggi più che mai di fronte a questi fatti che vedono l’industria della carne non solo responsabile dell’uccisione di miliardi di animali ogni anno, ma anche in un certo senso complice dell’esplosione di nuovi focolai locali del virus COVID-19, torniamo a chiederci: è davvero necessario?
Le condizioni dei macelli sono una realtà terribile per i lavoratori e ovviamente ancora di più per gli animali, che nonostante tutto hanno continuato e continuano ad essere macellati. Come abbiamo spesso documentato, infatti, nei macelli di tutto il mondo gli animali soffrono costantemente, sono maltrattati e torturati prima ancora di essere uccisi. Se vuoi saperne di più leggi la lettera del nostro investigatore infiltrato nei macelli.