Polli: le sofferenze si vedono anche sulla carne
Cos’è la “carne di spaghetti”? Una nuova inchiesta francese sui petti di pollo rivela come la selezione genetica abbia condannato i polli negli allevamenti ad una vita di sofferenza.
I polli sono gli animali terrestri più sfruttati del pianeta, ne vengono macellati oltre 500 milioni ogni anno solo in Italia. La razza più utilizzata per l’allevamento è la razza Broiler, questi animali sono stati selezionati negli anni per crescere molto e molto rapidamente: oggi un pollo può raggiungere il peso di macellazione – tra i 3 e i 4 kg – dopo circa 50 giorni di vita. Immaginate che un bambino di 2 mesi pesi 300kg, questa è la proporzione di crescita dei polli negli allevamenti intensivi.
Le ripercussioni di questa crescita smisurata sono visibili sui polli stessi: questi animali sono imprigionati nel loro stesso corpo, la crescita troppo rapida non permette ai muscoli di svilupparsi adeguatamente e i polli spesso sono costretti all’immobilità, le loro zampe non sopportano il peso del loro stesso corpo, si rompono o si deformano… nemmeno gli organi interni riescono a sopportare questa crescita esagerata e i polli spesso soffrono di problemi respiratori o insufficienze cardiache. Seppur breve, la vita di questi polli è dolorosa e terribile.
Se vedere quanta sofferenza l’industria alimentare causa ai polli allevati per la loro carne non è sufficiente per capire l’urgenza di porre fine a questo sistema, potrà forse far riflettere vedere quali ripercussioni ha sul “prodotto” stesso.
Un recente servizio di una troupe del canale televisivo France 2, riportato su Il Salvagente, ha rivelato un fenomeno particolare riscontrabile sui petti di pollo in vendita sugli scaffali statunitensi, ma il fenomeno riguarda anche la carne di pollo venduta in Europa, poiché la razza e i tempi di accrescimento sono simili nel nostro Paese. I giornalisti francesi hanno mostrato come i petti di pollo in commercio sempre più spesso presentino strane strisce bianche; una volta acquistati e tolti dalle confezioni questi petti di pollo si sfaldano completamente, scomponendosi in parti filamentose simili, appunto, a degli spaghetti troppo cotti.
Questo fenomeno, conosciuto già da tempo negli USA è stato battezzato con il termine, un po’ sgrammaticato ma efficace, “carne di spaghetti”; guarda l’inchiesta su France 2:
Perché la carne dei polli allevati presenta questi difetti?
I polli Broiler negli allevamenti intensivi crescono così rapidamente che il loro corpo non riesce a fornire abbastanza ossigeno e sostanze nutritive alla fibra muscolare, che si degrada e si rompe, dando alla carne questa consistenza simile a quella di spaghetti cotti. Come anticipato, infatti, negli ultimi 50/ 60 anni grazie alla selezione genetica il peso dei polli allevati si è moltiplicato per quattro, mentre la durata dell’allevamento è stata quasi dimezzata.
In un articolo presentato a marzo 2019 ai Poultry Research Days, cinque ricercatori del National Institute for Agricultural Research (INRA) hanno descritto un “legame” tra “nuove pratiche” volte ad “appesantire i polli in rapida crescita” e la comparsa, “negli ultimi dieci anni”, di “numerosi difetti” che colpiscono principalmente i filetti di pollo. Sono state elencate quattro anomalie principali: “strisce bianche” sulla carne, “petto di legno”, caratterizzato da “una trama più dura” in alcuni punti, “malattia dell’Oregon” e infine filetti di “spaghetti”, “le cui fibre muscolari si dissociano l’una dall’altra”.
Questi difetti non presentano una vera e propria “minaccia” alla salute del consumatore, ma sono sicuramente sintomo della sofferenza a cui gli animali allevati vengono sottoposti e della totale noncuranza dell’industria alimentare verso ciò che arriva al consumatore.
L’incubo dei polli XXL in Italia
Il fenomeno non è relativo solo agli Stati Uniti, perché il modello di allevamento comune negli USA è stato infatti ampiamente adottato in tutta Europa, compresa l’Italia. In Italia, infatti, oltre il 95% dei polli allevati per la loro carne si trova in allevamenti di tipo intensivo ed è prevalentemente di razza Broiler. Questi animali crescono ad un ritmo esagerato, confinati in capannoni sovraffollati, con circa 18 polli per metro quadro. Abbiamo documentato tutto questo con le nostre telecamere, guarda come vivono i polli allevati per la loro carne in Italia:
Cosa si può fare per mettere fine alla sofferenza dei miliardi di polli allevati nel mondo per la loro carne?
Ognuno di noi può fare la scelta più facile ed immediata: quella di lasciare la sofferenza di questi animali fuori dal proprio piatto. Adottare una dieta 100% a base vegetale, infatti, è la scelta più efficace per aiutare gli animali sfruttati dall’industria alimentare.
Ma si può fare anche di più: in questo momento le grandi aziende del settore hanno il potere di decidere della vita di miliardi di animali, per questo è importante dialogare con loro e fare pressione affinché adottino delle politiche volte a ridurre la sofferenza dei polli coinvolti nelle loro filiere. Attraverso il dipartimento di sensibilizzazione aziendale, lavoriamo affinché sempre più aziende adottino l’European Chicken Commitment, documento frutto dello sforzo di decine di veterinari ed esperti, e di 26 organizzazioni a livello europeo – accomunate dallo scopo comune di arrivare all’abolizione dello sfruttamento animale.
Sappiamo che cambiare le modalità di allevamento dei polli non è la soluzione definitiva al problema, ma abbiamo il dovere di agire per gli animali che, in questo preciso momento, stanno soffrendo negli allevamenti. Le modifiche incluse nell’European Chicken Commitment, se adottate, significherebbero per questi miliardi di polli, una riduzione della sofferenza.
Solo insieme, un passo alla volta, potremo costruire un futuro migliore per gli animali: unisciti alla squadra di attivismo digitale più grande d’Italia, che supporta il nostro dipartimento di sensibilizzazione aziendale nelle campagne rivolte alle aziende e aiutaci a cambiare la vita di milioni di animali.