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Mucche in un allevamento intensivo

SALVIAMO IL GREEN DEAL EUROPEO


#SaveGreenDeal

COME L’INDUSTRIA DELLA CARNE SI STA APPROFITTANDO DELL’EMERGENZA


La lobby della carne sta sfruttando la tragica emergenza geopolitica a cui assistiamo da alcune settimane per spostare l’attenzione sui suoi interessi, cercando di frenare il Green Deal, ovvero il programma di iniziative politiche volte a rendere l’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050. 

“Ci aspettiamo adesso che anche l’Unione Europea intervenga attivamente per sospendere la PAC e il Green Deal al fine di fornire più risorse ai nostri agricoltori, che non possono in questo momento storico anteporre le tematiche ambientali a quelle di approvvigionamento alimentare”.

Simona Pedrazzi, componente della commissione Agricoltura Regione Lombardia

Tra le iniziative del Green Deal, infatti, molte riguardano proprio il settore che sfrutta e uccide milioni di animali ogni anno: la zootecnica. Responsabile fino al 17% delle emissioni di gas serra di origine antropica in tutta Europa, del consumo di risorse idriche e di terreno, questo settore si dimostra tra le industrie più inquinanti al mondo.

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L’attuale crisi tra Russia e Ucraina diventa così per i colossi dell’industria della carne un vero e proprio pretesto per fermare il piano ambizioso dell’Europa che prevedeva, tra le altre iniziative, una graduale ma definitiva eliminazione del sistema di allevamento intensivo. 

Ma l’emergenza geopolitica non deve farci dimenticare le altre minacce a cui finalmente, dopo anni di battaglie, le istituzioni europee stavano finalmente iniziando a dare risposte proprio con strumenti come il Green Deal.

Fare passi indietro in materia di gestione della crisi climatica non solo non risolverà il problema sul breve termine, ma farà sì che nel prossimo futuro ci ritroveremo ad affrontare emergenze sempre più grandi e difficili da gestire. 


La lobby della carne, infatti, sarebbe l’unica a trarre vantaggio da questo stop al Green Deal, a discapito di animali, pianeta e persone.

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Negli anni il nostro sistema alimentare è diventato talmente dipendente dalla zootecnica che sembra che garantire la produzione di carne e altri derivati sia un’emergenza più importante non solo rispetto al benessere degli animali, ma anche rispetto al nostro stesso futuro su questo pianeta.

Intanto a causa della scarsità e del costo sempre più alto dei mangimi che l’Italia importa abitualmente dall’Ucraina, negli allevamenti italiani gli animali rischiano di diventare ancora una volta vittime di una situazione di cui non hanno colpe.

Senza mangimi infatti, è impossibile mantenere gli animali e gli allevatori minacciano di arrivare all’uccisione dei capi se dovesse rendersi necessario.

ENTRA IN AZIONE: SCRIVI AI MINISTRI


Ecco alcune dichiarazioni che Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha rilasciato in queste settimane sul tema Politica Agricola Comune (PAC) e Green Deal:

“La Politica Agricola Comune avrà probabilmente bisogno di un periodo di stand by, mentre per il nostro Paese occorre diversificare l’approvvigionamento di materie prime e incrementare la produzione sia nazionale sia continentale”

“La nuova Pac ha elementi di limitazione della produzione per garantire minore impatto sull’ambiente, ma oggi ci si deve porre il tema di come produrre di più inquinando di meno”, quindi “chiederemo di posticipare o rivedere i piani strategici nazionali in questa fase emergenziale, sospendendo le misure che limitano la produzione, consentendo l’utilizzo di superfici a riposo e pascoli, introducendo un contributo flat ex novo per tutte le superfici agricole utilizzate”

Il 9 marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha affermato: “Sin dalla sua formazione, il governo ha puntato in modo deciso sulle fonti rinnovabili. L’ambiente e la transizione ecologica sono l’essenza stesso di questo governo. È nato su questo programma. Quindi continuiamo su questa strada”.

Di fronte a queste dichiarazioni, come Animal Equality e insieme ad altre 16 organizzazioni per la protezione del benessere animale, abbiamo chiesto a Mario Draghi di non perdere di vista gli obiettivi europei a sostegno di una transizione ecologica attenta agli animali e alla biodiversità

Aiutaci a chiedere ai Ministri di compiere una scelta politica in linea con le nuove strategie agricole europee e con la strategia Farm to Fork.

Una scelta più compassionevole per gli animali e più sostenibile per l’ambiente è possibile.

Clicca sul testo qui sotto per inviare il tuo messaggio su Twitter ai Ministri interessati:


“Ministri #Patuanelli #Cingolani @robersperanza per garantire la sicurezza alimentare in Italia e in Europa serve ridurre il numero di animali allevati e il consumo di carne e derivati, non fare passi indietro su benessere animale ed ecologia. #savegreendeal”

PERCHÉ DOBBIAMO SALVARE IL GREEN DEAL E LA STRATEGIA FARM TO FORK


All’interno delle strategie del Green Deal Europeo, il programma di iniziative politiche volte a rendere l’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050, la strategia Farm to Fork è quella che affronta il tema degli animali allevati a scopo alimentare in modo più diretto.

L’obiettivo di questa strategia infatti è quello di guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Questa transizione non può esistere senza una revisione completa dell’industria che sfrutta e uccide gli animali, minacciando allo stesso tempo anche ambiente e biodiversità.

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Per questo insieme alla coalizione Eurogroup for Animals – il gruppo di pressione politica di cui siamo membri attivi insieme ad altre 70 organizzazioni – abbiamo spinto affinché alcune importanti raccomandazioni fossero inserite in questo piano strategico

  • L’inserimento del benessere animale come pilastro a sé stante per un cambiamento reale delle condizioni di vita degli animali, dalla fase di trasporto e macellazione alle condizioni di allevamento;
  • Il sostegno concreto ad agricoltori e ricercatori impegnati nello sviluppo di proteine vegetali;
  • Un chiaro impegno a ridurre il consumo di carne e incrementare una dieta a base vegetale nell’UE; 
  • Una riduzione degli antimicrobici attraverso il miglioramento del benessere animale;
  • La riforma della PAC – la Politica Agricola Comune – in modo che il denaro pubblico non sia più destinato a metodi di allevamento intensivi ma piuttosto alla riconversione delle attività;

La strategia Farm to Fork delineata dall’Europa nel suo Green Deal è una prima forte presa di posizione verso un cambiamento reale del sistema alimentare.

L’industria della carne ora vuole frenare questo cambiamento, chiedendo di mettere i suoi interessi davanti a quelli di animali e pianeta, ma non possiamo permetterglielo!

LA NOSTRA LETTERA AL GOVERNO


Per frenare il tentativo dell’industria della carne di anteporre i suoi interessi a quelli di tutti gli altri abitanti del pianeta, chiedendo enormi ridimensionamenti del Green Deal, insieme ad altre organizzazioni che si occupano di ambiente e diritti animali abbiamo scritto una lettera indirizzata a al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

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Politici e rappresentanti dell’industria parlano di “rischi alla sicurezza alimentare”, ma la realtà è che mirano semplicemente a incrementare la produzione agricola utilizzando terreni ora a riposo riservati alla biodiversità per coltivare mais o altri cereali destinati a diventare mangimi animali.

La sospensione temporanea della Politica Agricola Comune (PAC) e del Green Deal favorirebbe il settore zootecnico, non la nostra sicurezza alimentare. Sono i sistemi produttivi sostenibili i soli strumenti in grado di garantirla e per avvicinarci a questi modelli serve una riforma radicale che include la riduzione degli allevamenti intensivi e il consumo di carne e non certo il sacrificio dell’ambiente.

Chiediamo alle istituzioni di non dare spazio alle richieste dell’industria della carne, che sta strumentalizzando la drammatica situazione per evitare di affrontare le conseguenze che il Green Deal comporterebbe per la sua attività.

I PASSI INDIETRO DELLA COMMISSIONE EUROPEA


Il 23 marzo la Commissione europea ha proposto di voler destinare 500 milioni di euro agli agricoltori in difficoltà, ma non solo, ha anche ammesso di voler allentare le misure di protezione ambientale previste dalla PAC e di posticipare Green Deal e Farm to fork.

Secondo uno studio di Greenpeace, però, esiste un’altra via, più ecologica e più sostenibile, per affrontare il problema della sicurezza alimentare: una riduzione dell’8% nell’uso di cereali per l’alimentazione degli animali consentirebbe di risparmiare abbastanza frumento per compensare la crisi degli approvvigionamenti e soprattutto di ridurre il numero di animali allevati, un passaggio cruciale.

Inoltre la riduzione del consumo di carne e derivati, unita a incentivi per le produzioni ecologiche, renderebbe l’agricoltura europea più equilibrata davanti agli sconvolgimenti politici.

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Come Animal Equality ci uniamo all’appello di Greenpeace per chiedere che la zootecnia intensiva venga ridotta:

“Chiediamo al Ministro Patuanelli e al Governo Draghi di non compiere passi indietro a supporto di un sistema di produzione alimentare predatorio che non rispetta né gli animali, né l’ambiente, né le persone tradendo le aspettative dei cittadini. Il Green Deal europeo parla chiaro: limitare il numero di animali allevati e il consumo di carne è una strada concreta e necessaria per equilibrare un sistema produttivo ad oggi ancora insostenibile e ridurre l’inquinamento”.

Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia

MENTRE LE FORESTE BRUCIANO


Il cambiamento climatico è strettamente legato all’attività predatoria degli allevamenti intensivi e dell’industria dei mangimi che li foraggia.

Numerose ricerche internazionali attribuiscono gran parte della responsabilità dell’inquinamento atmosferico all’attività dell’industria zootecnica. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) attesta il gas serra prodotto dal settore agricolo intorno al 25%. Questo studio tuttavia considera solo le emissioni relative alla produzione agricola, non quelle dell’intero sistema agroalimentare.


Un nuovo studio internazionale pubblicato su Nature Food ha analizzato invece l’intera filiera a livello globale: dal campo all’allevamento, passando dal trasporto, fino al consumo nel piatto.

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I risultati emersi sono ancora più allarmanti: secondo il Report Nature Food 2021, infatti, l’impatto ambientale dell’industria alimentare è di 9.796 miliardi di tonnellate, pari al 35% di gas serra nel mondo.

L’inquinamento ambientale e il conseguente cambiamento climatico prodotto dall’industria zootecnica sono alimentati da un fenomeno che come Animal Equality abbiamo investigato approfonditamente: la deforestazione per la produzione di mangimi e l’allargamento dei terreni destinati ai pascoli.


In particolare, lo studio realizzato da MapBiomas riporta che in Brasile – il primo Paese al mondo per esportazione di carne bovina – gli allevamenti intensivi e i macelli industriali sono responsabili di oltre l’80% della deforestazione. Lo studio stima che il 98% degli incendi siano appiccati illegalmente dagli allevatori di bestiame per aumentare lo spazio disponibile al pascolo.

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Solo per fare un esempio, nel 2020 il 29% della vegetazione della regione del Pantanal – un territorio delle dimensioni di 6 milioni di campi da calcio – è stato spazzato via dagli incendi dolosi provocati dagli allevatori e dal settore agricolo

Per far spazio alla produzione di soia destinata al mercato estero come mangime per gli animali, inoltre, è stato distrutto il 50% della foresta del Cerrado – un’area grande come Spagna, Inghilterra, Italia e Portogallo messe insieme. 


Guarda la nostra ultima inchiesta sulla deforestazione in Brasile:

UN’ALIMENTAZIONE SENZA SOFFERENZA


Scelte alimentari consapevoli possono influenzare sensibilmente l’andamento del mercato

Il consumo di carne e di altri alimenti di origine animale comporta non solo sofferenza per gli animali sfruttati all’interno dell’industria alimentare, ma impatta in maniera negativa anche il Pianeta.


Ricerche internazionali dimostrano che la produzione di alimenti a base vegetale produce la metà dei gas serra rispetto alla produzione di alimenti di origine animale.

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La filiera della produzione di carne in Europa provoca la sofferenza di milioni di animali rinchiusi all’interno degli allevamenti intensivi, luoghi invivibili e insalubri, dove anche i bisogni primari degli animali sono ignorati e dove vengono sistematicamente maltrattati. 

Preferire alimenti a base vegetale al posto di alimenti di origine animale contribuisce a modificare il sistema di consumo, un sistema predatorio che non garantisce la salute degli animali coinvolti nella filiera, né quella del Pianeta e delle persone.

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Una dieta priva di prodotti di origine animale costituisce inoltre una scelta responsabile per la salute: il consumo di carne è connesso a una maggiore probabilità di sviluppare alcuni tumori e secondo i risultati di un recente studio dell’Università di Oxford il consumo di carne aumenta anche il rischio di malattie cardiache e diabete.


Mangiare a base vegetale in modo salutare e senza rinunciare al gusto è possibile. Il nostro progetto Love Veg propone numerose ricette che permettono di lasciare fuori dal piatto la sofferenza degli animali, mantenendo però il gusto per la buona cucina.

SOSTIENI IL NOSTRO LAVORO PER GLI ANIMALI


Come Animal Equality non abbiamo intenzione di stare a guardare mentre l’industria della carne approfitta del delicato e drammatico sconvolgimento geopolitico che stiamo vivendo.

Continueremo a fare pressione sui politici e sulle istituzioni affinché vengano prese decisioni giuste per tutti, per il pianeta, gli esseri umani e gli animali che lo abitano, e non decisioni che avvantaggiano l’industria e lo strapotere di pochi.

La nostra lotta per la protezione degli animali e quella per la salvaguardia del pianeta vanno di pari passo, anche se a giornali e televisione, molto spesso, non piace ricordare questa connessione.

Combattere per loro, farsi sentire da chi prende le decisioni e protestare contro chi non rispetta la vita degli animali e delle persone significa mettere in campo moltissime energie e risorse.

Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile per ottenere giustizia.

Stai accanto a noi e a tutti gli animali che in questo momento sono rinchiusi in allevamenti e macelli e il cui destino dipende da ciò che accadrà nelle prossime settimane:

LA TUA DONAZIONE È SICURA!


Grazie alla massima trasparenza con cui opera, Animal Equality è stata inserita nel portale online ‘Io Dono Sicuro”, primo database in Italia composto solo da organizzazioni non profit verificate e garantite dall’Istituto Italiano della Donazione.

Siamo anche soci di AIFR, Associazione Italiana Fundraising, l’organizzazione italiana che promuove lo sviluppo della filantropia e della raccolta fondi nel nostro paese attraverso vari eventi e iniziative.

Abbiamo ricevuto la certificazione di qualità per gli enti non profit da parte di ASSIF (Associazione Italiana Fundraiser) come garanzia per i donatori, per i professionisti e per gli stakeholder pubblici e privati.


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