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Nuovo sondaggio: 9 cittadini su 10 in Europa vogliono lo stordimento obbligatorio prima della macellazione


I cittadini chiedono all’UE di proteggere il benessere degli animali 

In netta opposizione con il recente parere dell’Avvocato generale della corte UE, Gerard Hogan – che sostiene che vietare le deroghe allo stordimento degli animali per i riti religiosi impedisce di rispettare il diritto della libertà di religione – i cittadini dell’UE vogliono che tutti gli animali siano storditi prima della macellazione

Un recente sondaggio realizzato da Eurogroup for Animals con il sostegno di Animal Equality, infatti, dimostra l’attenzione dei cittadini europei e italiani per il benessere degli animali. 

I risultati del sondaggio d’opinione mostrano in modo inequivocabile cosa pensano i cittadini europei della macellazione e dello stordimento:

  • Dovrebbe essere obbligatorio rendere gli animali incoscienti prima della macellazione – l’89% è d’accordo
  • I paesi dovrebbero essere in grado di adottare misure aggiuntive che garantiscano standard più elevati di benessere animale – il 92% è d’accordo
  • L’Unione Europea dovrebbe richiedere che tutti gli animali siano storditi prima di essere macellati, anche per motivi religiosi – l’87% è d’accordo
  • L’Unione Europea dovrebbe dare priorità al finanziamento di pratiche alternative per la macellazione degli animali in modo umano che siano accettate anche dai gruppi religiosi – l’80% è d’accordo

L’attuale legislazione dell’Unione Europea stabilisce che tutti gli animali allevati a scopo alimentare devono essere resi incoscienti (storditi con l’elettricità, il gas o con una pistola stordente) prima di essere uccisi. Tuttavia, si fanno eccezioni nel contesto di alcune pratiche religiose. Queste pratiche molto spesso comportano l’uccisione degli animali con un coltello per il taglio della gola e il dissanguamento, pur essendo pienamente coscienti. La scienza ha dimostrato inequivocabilmente che tali pratiche causano grandi sofferenze agli animali.  

Per questo motivo, alcuni paesi tra cui Slovenia, Finlandia, Danimarca, Svezia e due regioni del Belgio (Fiandre e Vallonia) hanno adottato regole più severe, senza eccezioni all’obbligo di stordimento degli animali prima della macellazione.

Tuttavia, poche settimane fa l’Avvocatura generale (AG) della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso il suo parere negativo. Questo parere informerà la decisione finale della CGUE che è attesa entro la fine del 2020. 

Se la CGUE segue il parere dell’AG, diversi Stati membri rischiano di essere obbligati a modificare le leggi progressive introdotte nell’ultimo decennio per alleviare le sofferenze degli animali al momento della macellazione, e questo senza il dovuto rispetto per l’accettazione nazionale di tali misure, il progresso scientifico e il loro impatto sugli animali.   

“I cittadini si sono espressi chiaramente a favore degli animali dicendo che dovrebbe essere obbligatorio renderli sempre incoscienti prima che vengano macellati. Ora è giunto il momento che l’UE segua l’esempio e consenta agli Stati membri di adottare misure aggiuntive che garantiscano standard più elevati di benessere degli animali”.

Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality in Italia. 

Perché è importante agire ora per cambiare la legge sui macelli?

Non esistono macelli “giusti” o che “rispettano” gli animali, ma i gravi abusi che i nostri investigatori hanno registrato in questi anni di lavoro nei macelli provocano agli animali ulteriori inutili sofferenze, oltre alla condanna a morte. La documentazione sistematica delle pratiche di macellazione è un capitolo importante dell’attività di inchiesta che portiamo avanti da quasi un decennio ed è essenziale per denunciare al pubblico e alle istituzioni i maltrattamenti inumani subiti dagli animali nella filiera della carne.

Guarda come vengono macellati questi maiali in uno stabilimento del nord Italia:

Ma non vogliamo fermarci alla denuncia mediatica o pubblica, comunque fondamentale. Vogliamo cambiare concretamente la realtà per questi animali, ed è per questo che abbiamo deciso di fare un passo ulteriore. 

A partire da dicembre 2017 abbiamo lanciato una petizione rivolta al Ministero della Salute e al Ministero dell’Agricoltura per chiedere che vengano introdotte norme più severe volte a regolare questi luoghi spesso poco controllati. 

L’atteggiamento di diffusa illegalità e ingiustizia all’interno dei macelli, infatti, è incentivato sia dall’assenza di controlli severi, sia dalla mancanza di conseguenze penali concrete per chi infrange la legge. Al momento esistono solo sanzioni amministrative per chi viola le prescrizioni sulle procedure di macellazione, che nei casi più gravi prevedono la pena pecuniaria del tutto irrisoria di 6.000 euro.

La petizione che abbiamo lanciato ha già raccolto oltre 200.000 firme. Attraverso questa petizione chiediamo al  Ministro dell’Agricoltura e al Ministro della Salute che vengano introdotte norme più severe che puniscano espressamente il maltrattamento degli animali durante le fasi di stordimento e abbattimento. Nello specifico chiediamo che: 

  • Venga annullata gradualmente, ma in via definitiva, qualunque deroga riguardante la procedura di stordimento, comprese quelle ad oggi concesse per le macellazioni rituali Halal e Kosher. 
  • Venga resa obbligatoria l’installazione delle telecamere a circuito chiuso (CCTV) nei macelli come deterrente per le infrazioni. Gli atteggiamenti criminali nei confronti degli animali, infatti, sono incentivati anche dall’assenza di controlli severi.
  • Venga rinforzato il sistema di controlli atti ad identificare e denunciare alle autorità competenti qualunque forma di maltrattamento sugli animali.

Questi sono naturalmente solo dei primi passi da compiere per prevenire gli sconcertanti abusi che accadono ogni giorno all’interno dei macelli in Italia. 

Si tratta di misure urgenti e necessarie che ridurranno  le sofferenze di milioni di animali ogni anno. Anche se sappiamo che sono solo un primo passo  per arginare il problema, lavoriamo ogni giorno affinché in futuro gli animali non debbano più, in alcun modo, essere sfruttati dall’industria alimentare.

Unisciti alle oltre 200.000 persone che lo hanno già fatto e firma la petizione.


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