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Subway, la protesta ad Amsterdam


Oltre 100 polli gonfiabili hanno invaso le vie di Amsterdam, mentre consegnavamo le firme raccolte sulla petizione nelle mani delle più alte cariche del colosso dei fast food.

Lo scorso martedì è stata una giornata davvero molto speciale per la campagna che Animal Equality sta portando avanti dal quattro dicembre dello scorso anno insieme ad altre diciannove organizzazioni internazionali per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare: la campagna per chiedere a Subway di adottare l’European Chicken Commitment e migliorare la vita di milioni di polli coinvolti nella loro filiera europea. 

Lunedì sera sono partita per Amsterdam, dove ho incontrato i rappresentanti di tante altre organizzazioni di Open Wing Alliance che si trovavano proprio lì per essere presenti durante questo evento programmato da tempo.

La mattina dopo la giornata è iniziata molto presto, quando ci siamo incontrati per preparare i protagonisti di questa giornata: un nugolo di polli molto molto arrabbiati, che di lì a poco si sarebbero palesati davanti alla sede amministrativa di Subway, in un gesto simbolico che potesse attirare l’attenzione della stampa e, soprattutto, degli alti dirigenti di Subway.

Fatto questo, ci siamo diretti in corteo davanti agli uffici amministrativi di Subway, dove  siamo rimasti per circa due ore sotto lo sguardo attonito dei passanti e circondati dalla stampa. Faceva freddissimo e il vento ha reso tutto davvero molto complicato, ma noi avevamo una missione e non ci siamo fatti intimorire dal maltempo.

Verso le 11.30 abbiamo suonato al campanello e chiesto di poter consegnare le 126.000 firme raccolte attraverso la petizione. Le nostre emozioni oscillavano fra il teso e il divertito, perché pianificavamo quel momento da molto tempo, ma non avevamo certezze su cosa sarebbe successo.

Dopo un paio di minuti di attesa, è successa la cosa migliore che potessimo sperare: Marc Van Der Lee in persona ha aperto la porta. Marc Van der Lee è uno dei più alti dirigenti di Subway in Europa, e una delle pochissime persone che può prendere la decisione di far sì che l’azienda adotti l’European Chicken Commitment.

Marc Van der Lee si è dimostrato molto educato e cortese, ma la sua espressione è cambiata notevolmente quando, subito dopo avere aperto la porta, si è reso conto che insieme a tutti quei polli arrabbiati, c’erano quindici giornalisti armati di telecamere e microfoni. 

Mi è impossibile dire con certezza se sia stato per cortesia, o forse perché ha davvero sentito la pressione… ma Marc Van der Lee ha invitato uno di noi a entrare. A quel punto Anna-Maria Renner, coordinatrice della campagna a livello internazionale, non ha esitato a seguirlo. 

In quell’esatto istante mi sono resa conto che non volevo assolutamente perdere l’occasione di avere un confronto diretto con Marc Van der Lee. Dopotutto ero andata fino a lì per rappresentare Animal Equality Italia e soprattutto i più di 50.000 consumatori che hanno firmato la petizione soltanto nel nostro paese. Dovevo riuscire a parlare con lui, ed ero molto determinata a riuscirci. 

Mentre i due entravano, mi sono quindi rivolta a Marc chiedendogli di rilasciare le sue dichiarazioni lì fuori, perché tutti potessero ascoltare. Lui si è negato e ha insistito nel volere avere una conversazione privata. Ma io non mi sono arresa, e dopo qualche secondo, ha invitato anche me a entrare.

Entrare negli uffici di Subway è stata una sensazione molto strana; essere così vicina al luogo e alle persone che potrebbero, semplicemente con una decisione, fare la differenza per milioni di animali è stato molto intenso e mi ha fatto rendere conto una volta di più di quanto vincere questa campagna sia fondamentale. 

Mentre mi trovavo in quegli uffici molto belli, pensavo a tutti gli animali rinchiusi negli allevamenti fra atroci sofferenze e a quanto fosse ingiusto. Tutte queste emozioni mi hanno dato una forte carica, che mi è servita per affrontare l’incontro con Marc Van der Lee e con Justin Goes, Responsabile delle Vendite per Subway in Europa.

Durante tutto l’incontro, durato quasi un’ora, fra noi e loro c’erano le più di 126.000 firme sulla petizione, che sono sono rimaste sotto i loro occhi tutto il tempo mentre parlavamo. 

Non è stato un incontro semplice e nonostante la nostra disponibilità non siamo riusciti a raggiungere con le alte cariche di Subway punti d’accordo per arrivare a decisioni concrete.

Abbiamo provato in ogni modo a ottenere qualcosa di costruttivo da questo incontro; ma visto che le cose sono andate in questo modo, prima di andarcene ci siamo assicurate che capissero che la loro resistenza non ci preoccupa affatto e che non avremo problemi ad aumentare l’intensità di questa campagna. 

E questo è quello che faremo. 

Una volta terminato il meeting, abbiamo realizzato una seconda protesta, questa volta davanti ad uno dei punti vendita Subway in una delle strade più trafficate di Amsterdam.

Anche lì ci ha raggiunto la stampa locale che era stata attratta dagli uffici stampa delle diverse organizzazioni coinvolte in questa azione. Sono anche stata molto fortunata: uno dei giornalisti di uno dei giornali più popolari in Olanda si è avvicinato a me dandomi l’opportunità di parlare a nome di Animal Equality Italia e di tutte le persone che hanno firmato la petizione nel nostro Paese.

Queste due proteste sono state davvero molto intense, ma non sono state la sola cosa che ha reso martedì scorso così significativo.

Mentre noi eravamo ad Amsterdam, aveva luogo un enorme tweetstorm in tutta Europa. Un tweetstorm è, letteralmente, una tempesta di messaggi su Twitter.

Questo straordinario evento di attivismo digitale, che è stato coordinato e organizzato da Animal Equality Italia, ha coinvolto decine di organizzazioni in tutta Europa, ottenendo un risultato assolutamente incredibile: 56.000 tweets con l’hashtag #ChickensAgainstSubway. 

A rendere possibile questo successo è stato lo straordinario impegno di tutti gli uffici internazionali di Animal Equality e di tutte le altre organizzazioni coinvolte, ma soprattutto l’incredibile sforzo della nostra squadra dei Difensori degli Animali, il gruppo di attivismo digitale organizzato più numeroso ed attivo d’Italia.

Questa squadra ha, una volta di più, dimostrato di potere fare la differenza, e soprattutto di avere la capacità di fare qualcosa di impossibile: far sentire la voce degli animali.

Il mio grazie va a ognuno di loro, che con sforzo e costanza, sta aiutando Animal Equality a ottenere risultati straordinari; il mio augurio è che sempre più persone si uniscano alla squadra dei Difensori degli Animali, perché so che tutti insieme, se davvero lo vogliamo, riusciremo a creare il mondo che sogniamo. 


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